I segreti della nebbia  




Matteo Monforte


Editore: Fratelli Frilli Editori

Collana: Super noir Bross

Pagine: 290

Anno edizione: 2025


Sinossi. Il cadavere del diciottenne Billo Bianchi viene trovato, completamente nudo e martoriato, una mattina di nebbia, a Crocefieschi, proprio sotto al cartello di benvenuto del paese. Sono cose che non capitano mai, in quel tranquillo borgo abbarbicato tra i monti dell’entroterra ligure. O forse no? È l’autunno del 1988 e Oscar De Ferrari è un giovane giornalista musicale – ex musicista di un gruppo punk – al suo primo caso di cronaca nera. Non di certo un lavoro semplice per lui, quindi, soprattutto perché i Carabinieri della valle sembrano brancolare nel buio e le piste false pare si sprechino. Ma Oscar lo intuisce da subito che il cadavere di quel ragazzo, che è stato così ben voluto da tutti i paesani, è solo la punta di un iceberg. Che in realtà, sotto, potrebbe esserci qualcosa di più profondo; qualcosa di oscuro da ricercare indietro nel tempo, un orribile segreto ben custodito, che sembra terrorizzare da anni chiunque ne venga a conoscenza. Lottando contro i fantasmi del passato e sconvolto da un improvviso amore che sembra scombussolargli tutti i piani, il giovane De Ferrari, insieme alla sua collega Nina, si troverà ad indagare tra i silenzi e le paure degli abitanti di quel luogo, col solo supporto del capitano del Nucleo Operativo Giulio Scandale, anche lui spedito tra quei monti per cercare di sbrogliare ciò che sembra essere un vero e proprio rompicapo. Bisogna fare più in fretta possibile, però. Prima che sia troppo tardi. Prima che succeda ancora.

 Recensione di Sabrina De Bastiani


“Non scoprirete mai niente, lo sapete, vero?” Nessuno parlerà mai. Hanno tutti troppa paura, poveretti. Nessuno. Scordatevi delle apparenze. Non è come sembra. In questo paese sono accadute cose brutte.”

Si guardarono per qualche attimo, senza dire più niente. Gli occhi della signora ora lo fissavano senza più espressione alcuna.

“Cose brutte” ripeté alla fine, prima di entrare e chiudere la porta dietro di sé.

Andiamo subito al punto anche se ammazza la suspense: ne I segreti della nebbia, Matteo Monforte le centra proprio tutte.

I personaggi: accattivanti, originali e raccontati in maniera vivida e pienamente realistica, nel bene e nel male.

“A noi.”

Scontrarono i bicchieri l’uno con l’altra,

avendo entrambi la strana sensazione che quella notte, in un modo o nell’altro,

avrebbe cambiato le cose per sempre.

L’ambientazione:  totalmente evocativa, in generale e ancor più  in particolare trattandosi di un noir: freddo, ghiaccio, neve, buio, ombre. La sensazione di isolamento,  una morsa tanto stringente quanto il gelo atmosferico.  Un  pugno di case e di persone in un paese dell’ entroterra ligure che prende il nome di Crocefieschi,  luogo che ho il piacere di conoscere, che amo moltissimo e che Monforte descrive e restituisce in maniera suggestiva e ammaliante, nel bene e nel male.

Fuori il paesaggio era ancora totalmente avvolto da quella nebbia bianca, dovuta alle nuvole basse, che nascondeva ogni cosa. Non si riusciva a scorgere quasi nulla, ma alcuni colori del bosco tipici dell’autunno – il giallo, l’arancione, il rosso vino, l’oro – sembravano venir fuori a forza da quello strato naturale di ovatta, come se risplendessero di una luce propria. 

La storia: intrigante, grondante sangue e mistero, è profondamente lacerante, ha radici ramificate e contorte, legami forti suggellati dal silenzio, nel bene e nel male? No, in questo caso solo nel male.

“C’è qualcosa di più orribile e profondo, in tutta questa situazione…c’è un male

più oscuro che ancora non abbiamo scoperto, un male nascosto, che si è annidato tra queste mura e tra questi alberi…”

Oscar De Ferrari è il protagonista assoluto. Ex musicista, ma la musica è ancora per lui vita e morte, cronista musicale prestato, o meglio forzato alla nera, per uno sgambetto del suo capo. Un personaggio che  si presenta al lettore come esso stesso avvolto nella nebbia, portatore insano di un passato importante e doloroso, di una colpa incancellabile e imperdonabile in primo luogo a se stesso.

Aria.

Respirò parecchie volte a pieni polmoni, come se fosse appena riemerso da una lunga apnea subacquea. Ogni volta gli sembrava di non riuscire più a deglutire; si sentiva soffocare, strozzare, aveva la sensazione terrificante di un gonfiore all’interno della gola che impediva alla saliva di defluire correttamente giù per la faringe. Sapeva che non sarebbe morto. Sapeva che era solo una sensazione creata dal suo cervello per mandarlo in tilt, ma ogni volta veniva ugualmente assalito da un panico ingestibile che gli impediva di razionalizzare coscientemente:

sentiva la faccia formicolare, le orecchie fischiare, il cuore battere come impazzito, la vista tremare. E il respiro interrompersi.

Doveva stare calmo. Per quanto ancora il suo inconscio gli avrebbe fatto scontare

quel tormento? Quanto sarebbe durato quell’onirico supplizio che, da nove anni, lo tormentava senza tregua?

Forse per sempre. Forse quello era lo scotto che avrebbe dovuto pagare per tutta la vita, come una dantesca pena

infernale nel mondo dei vivi.

Come si può indagare un crimine orribile e cruento come la selvaggia uccisione di un giovane di diciotto anni, incapace di fare del male, come si possono scandagliare e ricercare colpe quando ci si sente colpevoli? Restando ai margini, cosa che De Ferrari prova a fare, in prima battuta. Portare a casa il compitino e andarsene il prima possibile. Ma c’è  Nina, lei sì cronista di nera, mente veloce e istinto a ricercare la verità. Contagiosa, vitale, tanto che De Ferrari si lascerà coinvolgere sempre di più, su molti fronti.

Perché certe cose così belle, quelle probabilmente che aspetti da tutta la vita, arrivano sempre quando dalla vita non vuoi più avere niente? 

“Aspettavi me?” domandò, sorridendole a sua volta.

“Chi lo sa? Forse…”

Protagonista aggiunto e ulteriore cardine della storia sarà anche il capitano del Nucleo Operativo Giulio Scandale. Entra in seconda battuta, ma non in sordina,  come rinforzo per arrivare alla risoluzione di un caso che insanguina sempre di più il paese e che sembra irrimediabilmente lontana, se non totalmente compromessa da inadeguatezze, inefficienza, silenzi. 

In tutto questo, una capacità descrittiva e narrativa, quella di Monforte, che non scopriamo certo ora, ma che una volta di più ci sorprende, calandoci totalmente nella vicenda che ci racconta, e che prende spunto da un fatto realmente accaduto, solleticando tutti i sensi attraverso il cibo, la musica, la sensazione di poter davvero  toccare, vedere, annusare ciò che viene descritto.

Non fa sconti, l’Autore, sulle tematiche che affronta e che sono all’origine di un male radicato, eppure ha nella sua penna una misura, un garbo, un rispetto  che non è davvero comune.

Un urlo di ribellione, di rabbia, di disagio. Tre cose che Oscar conosceva molto bene.

E che proveremo anche noi, dall’inizio alla fine, in ogni passaggio di questo noir imperdibile, sempre di più al diradarsi di quella nebbia, allo svelarsi di quei segreti a cui allude il titolo e a cui ci conduce con mano salda un Autore di eccellenza quale è Matteo Monforte.  

Acquista su Amazon.it: 

Matteo Monforte


nasce a Genova nel 1976. Nella vita scrive per la tv e per il teatro. Ha collaborato per dieci anni come autore con Zelig e scritto testi per alcuni tra i più importanti comici del panorama italiano, come Maurizio Lastrico, Antonio Ornano, Beppe Braida, Teresa Mannino, i Turbolenti, Enzo Paci, Baz, Beppe Grillo e Pierpaolo pollon. Ha pubblicato tre romanzi: La vanità dei pesci pulitori (2019, premio della critica Gualco Felici), Dodici lumache e una banana split (2020) e Quanto bevono gli avvocati (2021).