I tre evangelisti




Recensione di Giulia Pillon


Autore: Fred Vargas

Editore: Einaudi

Traduzione: Maurizia Balmelli e Margherita Botto

Genere: noir

Pagine: 712

Sinossi. L’ex investigatore Louis Kehlweiler, il medievista Marc, l’archeologo Mathias e lo storico della Grande Guerra Lucien, sempre senza un soldo, hanno un talento spiccato per le indagini complicate, soprattutto quando al commissariato brancolano nel buio…In Chi è morto alzi la mano un faggio è misteriosamente spuntato dal nulla nel giardino della cantante lirica Sophia Siméonidis: uno scherzo, lo strano regalo di un ammiratore oppure un sinistro presagio? E quando, in poche settimane, una tranquilla strada di Parigi diverrà teatro di un omicidio ci vorrà molto intuito per riuscire a raccapezzarsi. In Un po’ piú in là sulla destra, Louis Kehlweiler, durante un appostamento su una panchina, trova per terra un frammento di osso umano. Una traccia ormai perduta dentro la città. Eppure Kehlweiler la segue, con i suoi soliti aiutanti. La segue con ostinazione fino ad arrivare in un piccolo villaggio della Bretagna… Infine, in Io sono il Tenebroso gli improvvisati detective si trovano coinvolti nel misterioso caso di due giovani donne uccise a colpi di forbice. La polizia è convinta di essere a un passo dal colpevole. Ma le cose non hanno mai una faccia sola…

REECENSIONE


Tre investigatori un po’ sfigati + uno. Sono Marc, Mathias e Lucien, tre studiosi di periodi storici diversi [preistoria, medioevo e Grande Guerra] che loro incarnano a pieno, nel carattere e nei dialoghi.

Tre giovani squattrinati e molto dfferenti tra loro che si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto. Il + 1 è lo zio e padrino di Marc, Armand Vandoosler, un ex poliziotto corrotto ma brillante e affascinante.

“I tre evangelisti” è un noir molto intrigante, in cui l’attenzione non cala mai ma non si trasforma in tensione, cosa che ogni tanto ci vuole! Noi lettori siamo invitati a raccogliere gli indizi disseminati qua e là lavorando fianco a fianco agli originalissimi detective improvvisati protagonisti del romanzo.

Il romanzo di Vargas è un noir tenebroso ma anche ironico, in cui a farla da padrone è la psicologia dei personaggi. Vicende e moventi non sono troppo complessi eppure ci restano in testa, perché come afferma Vargas “un delitto è sempre semplice”.

Una lettura gradevole, 712 pagine che scorrono rapide, grazie a una scrittura sobria, a dialoghi brillanti e all’alone di mistero che le avvolge.

A mio parere, il tratto più originale e spassoso del romanzo è il fatto che ognuno dei tre giovani storici pensi, parli, e agisca in accordo con il periodo storico di proprio interesse!

Fred Vargas


Fred Vargas è uno pseudonimo. L’autrice ha deciso di adottarlo in omaggio alla sorella gemella Jo, una pittrice che nelle sue opere si firma appunto Vargas. È figlia di una chimica e di un surrealista. È ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica. Scrive ogni suo romanzo in ventuno giorni, durante il periodo di vacanza che si concede ogni anno. Rivede poi il testo per tre o quattro mesi, con il suo editor privilegiato: la sorella Jo. Scrive dall’85. Dal ’92 ha pubblicato quasi un libro l’anno. È tradotta in 22 lingue ed è considerata l’anti-Patricia Cornwell. A tal proposito, ha dichiarato che «il poliziesco è una specie di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice».

 

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