Georges Simenon

Sinossi. Non ci sono parole per descrivere il distacco del giudice Froget, che dall’inizio dell’incontro non aveva modificato di una virgola il suo atteggiamento. Di solito i giudici istruttori fanno domande su domande, si accaniscono a confondere l’indagato e solo così riescono a strappargli la frase che costituisce una confessione.
Lui invece lasciava all’interlocutore il tempo di riflettere, persino di riflettere troppo. I silenzi duravano parecchi minuti, le domande appena pochi secondi. Fino a quel momento ne aveva formulate solo due. Anni dopo, un esperto si sarebbe tolto la curiosità di contare le parole uscite dalla bocca di Froget nel corso di quel cruciale interrogatorio.
Traduttore: Marina Di Leo
Editore: Adelphi
Genere: Letteratura francese, Polizieschi
Pagine: 151
Anno edizione: 2025
Recensione
di
Barbara Aversa
“Di solito i giudici istruttori fanno domande su domande, si accaniscono a confondere l’indagato e solo così riescono a strappargli la frase che costituisce una confessione. Lui invece lasciava all’interlocutore il tempo di riflettere, persino di riflettere troppo. I silenzi duravano parecchi minuti, le domande appena pochi secondi”.
I Tredici colpevoli escono, sotto pseudonimo, su riviste francesi dal 1930 e solo nel 1932 in volume unico. Sono stati ampliati nel tempo con altri racconti.
Oggi nell’imperdibile edizione Adelphi sono quindici: è stato aggiunto Lo yacht e la pantera e sono ovviamente irresistibili.
Froget, il nostro protagonista, è diverso dai detective ai quali ci ha abituato l’autore. È un Maigret molto meno caratterizzato, come se fosse una “bozza” di ciò che poi ha decisamente preso il sopravvento.
Sembra sbrigativo anche se in realtà ha tutto chiarissimo nella sua mente.
Unisce i pezzi e con una certa dose di freddezza esplicita i fatti. È infallibile.
È un detective “essenziale”, i dialoghi sono serrati, la soluzione arriva implacabile e il coinvolgimento emotivo è ridotto al minimo.
Le deduzioni e i ragionamenti di Froget sono per lo più sconosciuti al lettore mentre avvengono, solo sul finale spiega cosa è accaduto.
Ovviamente senza possibilità di errore.
Più che dei gialli sono degli enigmi, direi. E sono lontani dalla profondità con la quale ci ha fatto familiarizzare Simenon, ma sono sfiziosi, un passatempo gradevole.
Certo, durante la lettura ho sentito, più del solito, una certa distanza coi tempi attuali. Le procedure sono ridotte al minimo.
Sicuramente il giudice è un detective interessante, con quella arguzia particolare e cecchina, anche se la fine analisi che ci è nota è carente, ma non per questo la lettura è meno stimolante, soprattutto se si ha il fine di conoscere al meglio la produzione letteraria di Simenon.
Perfetto sia per chi si avvicina a lui per la prima volta, che per chi aspettava questa uscita Adelphi che lo ripropone finalmente in Italia, con una nuova veste e nella preziosa collana a lui dedicata.
Anche se questo volume è ben lontano dalla raffinata indagine psicologica degli altri libri, arricchisce la collezione dedicata al nostro amato Simenon. e ci fa capire meglio la strada percorsa per arrivare non solo a costruire il grande Maigret, ma anche a consolidarsi come uno dei più grandi e prolifici romanzieri del Novecento.
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Georges Simenon
Georges Joseph Christian Simenon è stato uno scrittore belga, noto al grande pubblico soprattutto per avere inventato il personaggio del commissario di polizia francese Jules Maigret. Tra i più fecondi scrittori del XX secolo, Simenon era in grado di produrre fino a ottanta pagine al giorno
A cura di Barbara Aversa
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