Fernando Aramburu
Traduttore: Bruno Arpaia
Editore: Guanda
Genere: narrativa
Pagine: 272
Anno edizione: 2024
Sinossi. Nicasio ogni giovedì si reca al cimitero di Ortuella per parlare con il nipotino, Nuco. Non riesce a rassegnarsi all’idea che il bambino non ci sia più, che sia morto insieme a tanti altri nell’esplosione di gas che ha distrutto la scuola. E quindi, nella sua testa, continua a portarlo in giro per il paese, a rimproverarlo, a giocare con lui. A partire da un tragico incidente, un fatto di cronaca che nel 1980 sconvolse i Paesi Baschi e l’intera Spagna, Fernando Aramburu torna nei luoghi e fra la gente di “Patria” e mescola finzione e realtà per raccontare la storia di una famiglia che deve affrontare la più dolorosa delle perdite. Ognuno dei protagonisti reagirà a modo suo, e dovrà trovare in sé la forza per andare avanti. Indimenticabile la figura del nonno con la sua lucida follia; ammirevole quella della madre Mariaje, che cerca con ostinazione di ricominciare a vivere ma per farlo non può continuare a nascondere i segreti su cui ha costruito il suo matrimonio; tenera e dolorosa quella del padre José Miguel, uomo semplice e goffo, che si aggrappa alla moglie nell’illusione di riuscire a salvare qualcosa. Aramburu accompagna il lettore in un’esplorazione psicologica e letteraria. Il suo nuovo romanzo è carico di emozioni profonde e contrastanti, ma soprattutto pieno di amore, l’amore infinito per i figli che unisce e divide, che fa nascere e può spezzare le famiglie.
Recensione di Giulia Manna
Vi chiedo scusa in anticipo, perché nessuna recensione sarà mai profonda come il libro. La morte è e rimarrà uno dei grandi misteri della vita. La morte fa parte della vita.
Il problema è trovare il modo di andare avanti nonostante un lutto terribile come quello che ha colpito la famiglia del piccolo Nuco.
Vi dico solo che ho letto questo libro in un pomeriggio, buona parte di esso durante un ritardo di un volo di quasi tre ore che mi stava provocando non pochi disagi, ma non avevo la forza di lamentarmi.
Ero come paralizzata dal dolore di Mariaje, una madre che in un batter di ciglia perde il suo unico figlio. Nuco era venuto al mondo dopo tanti sacrifici e teneva unita la famiglia.
La donna è divisa tra José Miguel, il padre del ragazzo che cerca di soffocare il suo dolore affrontando la perdita del piccolo cercando di andare avanti alla svelta, e suo padre Nicasio che invece di andare avanti non ne vuole proprio sapere.
Lui vuole fermare il tempo a poco prima della tragedia. Rivuole Nuco e solo Nuco. Questo personaggio vi strapperà il cuore.
A rendere il tutto ancora più intenso è il fatto che la storia è tratta da una tragedia realmente accaduta nel lontano 1980.
Capite che è difficile parlare di un tema del genere e immagino che scriverci un romanzo sia stato ancora più complicato, per non parlare del particolare tocco che è riuscito a dare l’autore.
Aramburu ha già dimostrato le sue capacità di scrittore con “Patria” che è un libro che continuo a consigliare, ma con questo scende più a fondo nel dolore e nella fragilità degli uomini.
Ho letto che ne faranno un film per Netflix. Da un lato sono curiosa di come verrà realizzato, soprattutto dell’interpretazione del nonno, ma dall’altro so che dovrò scegliere il momento giusto per guardarlo come ho fatto per il libro.
Bisogna essere pronti quando si prende in mano “Il bambino”, ma è un libro che va assolutamente letto.
Buona lettura.
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Fernando Aramburu
è nato a San Sebastián nel 1959, ha studiato Filologia ispanica all’Università di Saragozza e negli anni Novanta si è trasferito in Germania per insegnare spagnolo. Dal 2009 ha abbandonato la docenza per dedicarsi alla scrittura e alle collaborazioni giornalistiche. Patria, grande successo di critica e di pubblico in Spagna, vincitore del Premio de la Crítica, tradotto in 34 lingue, è stato pubblicato nel 2017 da Guanda e ha avuto anche in Italia una straordinaria accoglienza, vincendo il Premio Strega Europeo e il Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Nel 2020 Guanda ha pubblicato un graphic novel ispirato al romanzo. Sempre per Guanda sono usciti gli altri suoi libri: Anni lenti, Dopo le fiamme, Mariluz e le sue strane avventure, Il rumore di quest’epoca, I rondoni e Figli della favola. Il suo ultimo romanzo è Il bambino, da cui verrà tratto un film, scritto e diretto da Mariano Barroso, in uscita su Netflix.