IL CASO AGATHA CHRISTIE
Autore: Nina de Gramont
Traduttore: Massimo Ortelio
Editore: Neri Pozza
Genere: giallo storico
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. «Nel 1926 Agatha Christie sparì per undici giorni. Sono l’unica a conoscere la verità su questa scomparsa. Non sono Hercule Poirot. Sono l’amante di suo marito».
Un giorno di dicembre del 1926, dopo aver comunicato alla moglie Agatha la sua intenzione di divorziare per sposare la sua amante, il colonnello Archibald Christie parte per un weekend presso amici. Quella sera stessa dalla dimora di campagna, ribattezzata Styles dal primo caso di Hercule Poirot, la scrittrice svanisce nel nulla. La sua Morris Cowley viene ritrovata alle prime luci del mattino sul bordo di un dirupo. Sul sedile posteriore, la pelliccia, una valigia piena di abiti e la patente. L’ipotesi più plausibile è un gesto disperato, la signora aveva un forte esaurimento nervoso, si sussurra. Migliaia di uomini, tra poliziotti e volontari, cani, persino aeroplani: tutta l’Inghilterra si mobilita per cercarla, come se l’angoscia che l’ha spinta a fuggire avesse fatto di lei la persona più importante della terra. Persino Nan O’Dea, l’Amante, è in ansia. Nonostante abbia tramato per insinuarsi nella lussuosa residenza dei Christie, per entrare in confidenza con Agatha, che è elegante e raffinata come lei non sarà mai. Nonostante, soprattutto, si sia impegnata a fondo per attirare l’attenzione dell’arrogante colonnello e farlo innamorare. Ora però che lui è caduto nella rete, con il suo obiettivo che può dirsi a portata di mano, Nan ha un altro disegno in mente. Agatha ha qualcos’altro che lei vuole, oltre a suo marito. Perché ciò che le è accaduto tanti anni prima, in Irlanda, le ombre scure, i gravi segreti, i colpi bassi del fato che popolano il suo passato, non possono trovare riparazione, se non in qualcosa di molto più efferato e definitivo. In questa appassionante ricostruzione possibile degli undici giorni in cui la scrittrice scomparve per il mondo, Nina de Gramont crea una trama fitta di mistero e colpi di scena, in cui nulla è come appare, nessuno dice la verità e soprattutto la soluzione potrebbe essere lì in piena vista, alla luce del sole, in perfetto stile Agatha Christie.
Recensione di Silvana Meloni
La vicenda narrata parte da alcuni assunti storici realmente esistiti, la scomparsa della Christie per undici giorni nel 1926 all’età di 36 anni, l’incidente scatenante della richiesta del divorzio da parte del marito, il suo ritrovamento nell’albergo di una stazione termale nello Yorkshire dove si era registrata con il nome di Nan O’Dea, l’amante del marito.
Di ciò che accadde in quei giorni la scrittrice non volle mai parlarne, si chiuse nel più stretto riserbo dichiarando che era vittima di un’amnesia. Numerosi sono stati gli scrittori che hanno tentato di ricostruire quei giorni, ma la verità ancor oggi è ignota.
L’autrice di questo romanzo costruisce una fiction basandosi, sui pochi dati reali a sua disposizione, in quasi perfetto stile Agatha Christie. Perché quasi?
Nonostante il taglio misterioso, il procedere per piccole anticipazioni stimolando il gusto per la suspense del lettore, gli immancabili morti assassinati, di fatto è un’opera che affonda le radici ben più in profondità di quanto mai la Christie abbia fatto con i suoi romanzi, che, seppur mirabilmente, ruotano attorno all’indagine rigorosamente deduttiva fino all’immancabile scoperta del colpevole.
È Nan, l’amante del colonnello Christie, che racconta la storia e svela agli occhi del lettore un’Agatha, figlia dell’aristocrazia inglese, che finalmente riesce a scrollarsi di dosso gli orpelli della rigida e puritana educazione materna.
Ma vi è di più, Nan, raccontandosi, ci parla della sua tragica esperienza di ragazza del popolo che a soli vent’anni, perché incinta e non sposata, viene considerata una donna perduta e quindi abortita dalla società.
Risale infatti a quel periodo il sorgere delle Case Magdalene, gestite delle suore per l’accoglienza di ragazze in difficoltà, allontanate dalle famiglie per disonore. In queste strutture segreganti, nelle quali venivano trattenute spesso contro la loro volontà, subivano abusi e vessazioni di ogni genere edopo il parto venivano private dei figli, dati in adozione a prescindere dalla volontà delle madri. Neonati perfetti per essere venduti alle ricche famiglie inglesi che ne facevano richiesta.
L’autrice ci propone una vicenda dove il filo sottile degli eventi intreccia la vita delle due protagoniste, Agatha e Nan,
che, superando la rivalità del ruolo sociale ricoperto, in quei fatidici undici giorni scoprono il valore di una sorellanza che si fa complice nell’autenticità dell’amore.
È un messaggio molto potente che ha dato una insospettabile profondità a una lettura che si annunciava soltanto intrigante e divertente.
Consigliatissimo.
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Nina de Gramont
Nina de Gramont è docente di scrittura creativa alla University of North Carolina Wilmington. Vive sulla costa del North Carolina, insieme al marito, lo scrittore David Gessner. Il caso Agatha Christie, sulla lista dei libri più venduti del Times in Gran Bretagna e del New York Times negli Stati Uniti, è il suo sesto romanzo.
A cura di Silvana Meloni