Il caso Bramard




Recensione di Antonella Bagorda


Autore: Davide Longo

Editore: Einaudi

Collana: Einaudi. Stile Libero Big

Genere: mystery, thriller

Pagine: 280

Prima pubblicazione: 2014 

Pubblicazione: 2021

Sinossi. Lo ha inseguito per una vita, ma Autunnale è sempre stato un passo davanti a lui. Fino a adesso. Fino all’inizio di questa indagine epica e disperata dove più che mai Bramard avrà bisogno di Vincenzo Arcadipane, l’allievo, l’amico di sempre. Corso Bramard è un uomo silenzioso, riservato. Ha la stessa eleganza contenuta delle montagne di Torino. È stato il commissario più giovane d’Italia, un investigatore di talento. Poi la moglie e la figlia di pochi mesi sono state rapite e uccise dal serial killer cui stava dando la caccia. Da allora, abbandonata la polizia, trascina un’esistenza fatta di giornate solitarie e notti trascorse a scalare senza protezioni, nella speranza di sbagliare un movimento e cadere. A impedirgli di lasciarsi il passato alle spalle ci sono le lettere che Autunnale – così si firma l’assassino – gli scrive da vent’anni. Tra loro è in atto una partita mentale che ha raggiunto una situazione di stallo. Finché Autunnale commette un errore, piccolo: quanto serve a Bramard per ritrovare una parte dell’uomo che era. Arcadipane, che ha ereditato il suo posto, e la spigolosa agente Isa Mancini lo aiuteranno a riaprire il caso. Ma all’appuntamento con la giustizia li attende una verità più sfaccettata e costosa del previsto.

Recensione


Corso Bramard è un ex commissario con la barba e i capelli troppo lunghi per uno della sua età. Scala le montagne senza protezione perché forse è convinto che precipitare da una montagna non farà mai male quanto gli ha fatto male precipitare dalla sua vita. Ha lasciato la polizia vent’anni fa, quando qualcuno gli ha rapito e ammazzato la moglie e la figlia di pochi mesi.

Corso Bramard è un po’ incazzato e un po’ stanco. E forse è anche stanco di essere incazzato. Lo tiene vivo uno strano rapporto ventennale che non si è mai interrotto: svariate lettere che gli vengono spedite a casa direttamente da Autunnale, così è stato soprannominato il serial killer che incideva strane forme sulle schiene delle donne che uccideva, lo stesso serial killer che gli ha strappato via moglie e figlia.

Nell’ultima di queste lettere, però, Autunnale pare commettere un piccolo errore che darà il via a una nuova mano di gioco. Bramard è pronto a riaprire il caso. Il commissario Arcadipane, suo vecchio amico e poi suo sostituto, tenterà di assecondarlo in via ufficiosa e di stare dietro alle sue intuizioni, sapendo ma fingendo di non sapere. E poi c’è IsaMancini, una poliziotta tenuta costantemente d’occhio dal suo superiore a causa del suo carattere un po’ troppo aggressivo impulsivo, che li aiuterà a fare dei passi importanti e fondamentali per raggiungere una svolta assolutamente inaspettata.

Attorno ai protagonisti ruotano personaggi ben caratterizzati che sarebbe scorretto definire minori, di ognuno di loro l’autore è capace di far rimanere impresso ogni tratto distintivo, anche quelli diuna semplice comparsa.

La penna di Davide Longo è una penna che mi è nuova.  E anche il suo personale modo diaffrontare il genere giallo lo rende un giallo che mi è nuovo. Le parole scorrono fluide sulla cartasenza ricorrere mai a trucchi di tensione o di esasperata suspense per tenere il lettore incollato alle pagine.

Longo racconta con spiazzante naturalezza la storia di un uomo come tanti altri, la cui vita è stata però dilaniata da un serial killer che si rifà vivo e minaccioso dopo anni di crudeli giochi psicologici. Dunque nessuna tensione, niente scariche di adrenalina, niente climax forzati, solo una saggia e consapevole padronanza del mezzo.

Ci ho messo un po’ a capire se nell’effettivo questo romanzo mi sia piaciuto oppure no, e forse non mi è ancora ben chiaro.

Troppe volte, ammetto l’ignoranza, ho dovuto affidarmi al dizionario per cercare il significato di parole che mi sono sembrate buttate lì solo per disturbare la lettura: non mi hanno dato nulla oltre ciò che mi avrebbe potuto dare il loro più comune sinonimo.
A volte ho provato confusione nel capire chi dicesse cosa, forse per un tipo di impaginazione a cui non sono abituata, o forse perché Longo ha dato per scontato che fosse tutto comprensibile così com’è.
Ci aggiungo, per concludere, qualche dubbio su un finale un po’ sbrigativo al punto da sembrare incompleto.

Sono, questi, dei difetti che mi hanno fatto titubare sul giudizio finale, ma che sono svaniti in un soffio messi al cospetto di una storia un po’ bizzarra, con delle ambientazioni bizzarre e personaggi altrettanto bizzarri, il tutto gestito con un’invidiabile grande maestria.

Non mi resta nulla da aggiungere. Ansiosa di incontrare ancora il professor Corso Bramard, il commissario Arcadipane e l’agente Isa Mancini, che è sparita a un certo punto della storia senza un degno congedo e che merita un degno sviluppo.

Davide Longo, una piacevole scoperta.

 

 

 

Davide Longo


nasce a Carmagnola nel 1971. Nel 2001 pubblica il suo primo romanzo, Un mattino a Irgalem (Marcos y Marcos 2001, Feltrinelli 2019). Nel 2004 Il mangiatore di pietre (Marcos y Marcos 2004, Feltrinelli 2016). Ha girato documentari, scritto per il teatro, per giornali e riviste e ha realizzato testi per RadioRai. I suoi libri per bambini li ha pubblicati per Corraini Edizioni: La vita a un tratto, E più non dimandare (con il pittore Valerio Berruti), Pirulin senza parole e La montagna pirata (insieme all’artista Fausto Gilberti). Ha curato per Einaudi l’antologia Racconti di montagna (Einaudi 2007). Nel gennaio 2010 è uscito per Fandango il suo terzo romanzo, L’uomo verticale. Poi altri libri come Il signor Mario, Bach e i settanta (Keller Editore 2010) Ballata di un amore italiano (Feltrinelli 2011),Maestro Utrecht (NN editore 2016)Nel 2014 scrive il primo romanzo della serie che ha come protagonisti Arcadipane-Bramard: Il caso Bramard (Feltrinelli 2014, Einaudi 2021), cui segue il secondo Le bestie giovani (Feltrinelli 2018, Einaudi 2021) e il terzo episodio della serie Una rabbia semplice (Einaudi 2021). Nel 2017 scrive la sceneggiatura per il film Il Mangiatore di Pietre, interpretato da Luigi Lo Cascio. Da tempo insegna scrittura presso la Scuola Holden. I suoi libri sono tradotti e pubblicati in molti paesi.

 

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