IL CASTELLO DI BARBABLÙ
Autore: Javier Cercas
Editore: Guanda
Traduzione: Bruno Arpaia
Genere: Giallo
Pagine: 420
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Melchor Marín, il poliziotto appassionato di libri con un passato da galeotto, dopo la morte della moglie Olga ha lasciato la divisa e lavora come bibliotecario a Gandesa, in Terra Alta. Con lui vivela figlia Cosette, ora adolescente, che non perdona al padre di averle nascosto per quattordici anni il vero motivo della morte di sua madre, causata dall’ostinazione di Melchor nel perseguire i colpevoli durante la sua prima indagine. Amareggiata e confusa, incerta anche se proseguire glistudi, Cosette attraversa una fase di ribellione e parte per una vacanza a Maiorca con un’amica, facendo perdere le proprie tracce. L’istinto di padre e di poliziotto suggerisce a Melchor che la scomparsa della ragazza non è un semplice capriccio; dopo aver allertato tutti i suoi ex colleghi, raggiunge precipitosamente l’isola per vederci chiaro. A Maiorca trova però un muro di indifferenza, finché una mail anonima lo indirizza verso la villa di un finanziere ricco e potente, stimato da tutti come benefattore per il suo impegno umanitario; ma nel messaggio viene descrittocome un predatore sessuale, che organizza feste con personaggi di spicco della politica e dell’imprenditoria per poterli ricattare. Cosette sarebbe stata invitata proprio a una di queste feste. Per Melchor comincia l’indagine più difficile della sua vita, in cui lo seguiranno solo pochi, fidatiamici. Violenza, vigliaccheria, abusi di potere sono i tratti oscuri di un nemico dall’apparenzairreprensibile, ma il senso di giustizia di un padre non può arretrare di fronte alla paura.
Recensione di Michela Bellini
Finalmente un libro che mi piace!
Una storia che si sviluppa lentamente per poi partire di corsa e non fermarsi più. Una narrazione tesa giocata su uno stile asciutto al tempo presente, a parte i prologhi in corsivo all’inizio di ciascuna delle quattro parti in cui è diviso il libro, che anticipano gli eventi successivi e chiariscono gli elementi tralasciati nel racconto al presente.
La vicenda risulta appassionante anche per i risvolti umani che l’autore presta ai personaggi, soprattutto al protagonista, Melchor Marin, ma anche agli altri.
La figura della figlia di Melchor, Cosette, è ben tratteggiata, con i chiaroscuri e gli spigoli tipici dell’adolescenza e risulta veramenterealistica. E’ così, nel bel mezzo di una crisi nel rapporto tra Cosette e il padre, che alla ragazza accade qualcosa. Da questo momento partirà la vera storia, complessa e sfaccettata, senza risparmio di colpi di scena, che mi ha tenuta in ansia fino alla fine del libro. Più di quattrocento pagine che si divorano con gusto!
Una vicenda che si svolge tra Barcellona e l’Isola di Maiorca, travolgendo il lettore col ritmo appassionante del giallo con un finale sostanzialmente classico che contiene però qualche sorpresa.
Un protagonista, Melchor Marin, col quale simpatizziamo, soffriamo diventiamo amici dei suoi amici e ci identifichiamo per forza, un mondo, il suo, che ci manca subito appena chiuso il libro.
Questo è il terzo libro della serie del poliziotto Melchor Marin, dopo Terra Alta e Indipendenza, ma si legge bene anche senza conoscere i precedenti, perché gli antefatti sono sufficientemente descritti.
Contrariamente a quelli di altri autori spagnoli, specialmente della zona catalana, è un poliziesco che sfugge alla durezza cruda dell’hard boiled vero e proprio: la lettura è stata quindi decisamente più piacevole per me che non amo troppo il genere e l’avevo intrapresa con qualche timore.
Ci si cala subito nell’atmosfera della Catalogna, con l’eroismo dei famosi Mossos de Esquadra econ la contrapposizione tra Barcellona e Maiorca. Infatti i corrotti stanno a Maiorca e sono della Guardia Civil, corpo militare dello stato con funzioni di polizia, degni esemplari di una società dove la corruzione è la norma: “…il tratto che meglio definisce la società maiorchina…la corruzione…la corruzione qui non è una cosa eccezionale, è la forma naturale di vita, con cui i maiorchini convivono da sempre.”
Restano invece appena accennate sullo sfondo le ragioni dell’indipendentismo catalano sulle quali Cercas ha una posizione articolata. Lo scrittore infatti pur avendo vissuto a lungo a Barcellona, è nato in Estremadura ed è considerato uomo tendenzialmente di sinistra ma molto critico verso la sinistra attuale del suo paese, è contrario ai nazionalismi, ma ha qualche simpatia indipendentista.
Uno scrittore interessante, di notevoli capacità, anche se talvolta un po’ autoreferenziale, ad esempio quando si autocita, se pur con ironia:
“I romanzi di Cercas… non sono male. Almeno sono divertenti, non come altri mattoni che ho dovuto mandare giù… Però è vero che quel tizio s’inventa tutto. Insomma, quasi tutto…”
dice, ad esempio, l’ex sergente Vazquez, parlando con Melchor.
Un libro da leggere senz’altro con entusiasmo e che induce ad approfondire la conoscenza con Javier Cercas e con le sue opere.
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Javier Cercas
Javier Cercas è nato nel 1962 a Ibahernando, Cáceres. La sua opera, tradotta in più di trenta lingue, è pubblicata in Italia da Guanda: Soldati di Salamina (Premio Grinzane Cavour 2003), Il movente, La velocità della luce, La donna del ritratto, Anatomia di un istante, Il nuovo inquilino, La verità di Agamennone, Le leggi della frontiera, L’avventura di scrivere romanzi (con Bruno Arpaia), L’impostore, Il punto cieco, Il sovrano delle ombre, Terra Alta e Indipendenza. Anatomia di un istante nel 2010 si è aggiudicato il Premio Nacional de Narrativa, nel 2011 il Premio Salone Internazionale del Libro di Torino e il Premio Letterario Internazionale Mondello. L’impostore è stato finalista al Man Booker International Prize2018. Terra Alta ha vinto nel 2019 il Premio Planeta.