Il ciondolo di Alice




FILIPPO NANNI


Editore: Vallecchi Editore

Genere: Thriller

Pagine: 138

Anno edizione: 2025


Sinossi. Una giovane giornalista trovata morta nella sua casa. Un mistero archiviato troppo in fretta. Ma chi era davvero Alice, oltre il lavoro, oltre la fragilità che tutti fingevano di non vedere? Un giornalista in pensione, un uomo d’altri tempi, decide di non accontentarsi. Né di quello che è stato scritto, né di quello che è stato taciuto. Inizia così una lenta, ostinata ricerca tra parole lasciate a metà, ricordi che graffiano, e un piccolo ciondolo che forse nasconde più verità di un’intera redazione. Con lo sguardo disincantato del cronista di razza e una scrittura nitida e sensibile, Filippo Nanni ci accompagna con passo lieve e profondo in una storia che parla di giornalismo, certo. Ma anche di amore per le cose fatte bene, di solitudine, silenzi e di verità dimenticate. E di quel filo sottile che unisce chi resta a chi se ne è andato. E di quella domanda che non smette di bruciare: cosa resta di una vita, quando la notizia svanisce?

 Recensione

di

Giusy Ranzini


Il ciondolo di Alice è un romanzo che colpisce dritto al cuore, ma non lo fa in modo fragoroso, bensì con il sussurro di una storia sottile, malinconica e tenace.

Filippo Nanni, giornalista di lungo corso, costruisce un intreccio che va oltre la mera cronaca nera, trasformandolo in una riflessione profonda sul senso della verità, della memoria e, soprattutto, dell’umanità.

La storia si apre con la morte di Alice, una giovane giornalista trovata senza vita nella sua casa. Un caso che la polizia archivia in fretta, quasi con sollievo, come fosse solo una tragica fatalità o, peggio, una vicenda scomoda da mettere a tacere.

Ma chi era Alice? Cos’è rimasto di lei oltre le parole frettolose dei colleghi, le frasi di circostanza, i post sui social pieni di retorica?

Qui entra in scena il vero protagonista del romanzo: un giornalista in pensione, di quelli che sembrano usciti da un’epoca ormai scomparsa. Un uomo ruvido, forse disilluso, ma ancora capace di sentire il prurito della verità sotto la pelle.

È lui a non accontentarsi, a sentire che dietro quella morte c’è qualcosa che non torna. E allora si mette a scavare: tra appunti lasciati a metà, frammenti di conversazioni, vecchi articoli e, soprattutto, un piccolo ciondolo. Un oggetto apparentemente insignificante, ma che diventa il simbolo di un legame, di un segreto, forse di una verità mai detta.

Nanni ha la capacità rara di intrecciare la suspense del giallo con la delicatezza di un romanzo intimista. Non ci sono inseguimenti mozzafiato né colpi di scena da thriller hollywoodiano: c’è invece un’indagine lenta, ostinata, quasi contemplativa.

Ogni indizio non è solo un pezzo del puzzle, ma diventa l’occasione per riflettere su temi più ampi: il giornalismo che cambia, le pressioni del successo, la solitudine dietro la facciata dei social, la difficoltà di chiedere aiuto quando si è intrappolati in un’immagine di sé che gli altri hanno già deciso.

La figura di Alice emerge piano piano, come un ritratto che si compone a colpi di pennellate leggere ma incisive. Non è un’eroina perfetta, non è nemmeno una vittima senza colpe: è una giovane donna complessa, fragile e forte insieme, segnata da contraddizioni e paure. Il romanzo non la idealizza, ma le restituisce dignità e profondità, liberandola dall’appiattimento delle cronache superficiali.

Il ciondolo, oggetto che dà il titolo al libro, diventa il fulcro simbolico di tutta la vicenda. Non solo un dettaglio materiale, ma una chiave emotiva: rappresenta ciò che resta quando tutto il resto cade, ciò che parla anche quando le voci si spengono.

Lo stile di Nanni è sobrio, preciso, elegante. Si sente la mano del giornalista esperto, capace di scolpire ogni frase senza inutili orpelli, ma anche quella del narratore che sa dare spazio ai silenzi, ai non detti, ai vuoti che fanno male. La scrittura è puntuale, attenta ai dettagli, capace di evocare atmosfere e stati d’animo con pochi tocchi.

Il ciondolo di Alice è un romanzo che parla di verità, ma anche di memoria, di perdita, di quella ostinata umanità che spinge qualcuno contro tutto e tutti a non voltarsi dall’altra parte.

Se cercate un libro che vi faccia riflettere e che lasci un segno, questo romanzo è per voi. Non perché offra tutte le risposte, ma perché ha il coraggio di porre le domande giuste.

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FILIPPO NANNI


Filippo Nanni. Nato a Roma il 2 febbraio 1958, laureato in Giurisprudenza, è vicedirettore di Rainews24. Giornalista professionista dal 1988, ha seguito da inviato grandi avvenimenti in Italia e all’estero.