Recensione di Laura Salvadori
Autore: Jo Nesbo
Editore: Einaudi
Traduzione: Eva Kampmann
Genere: thriller
Pagine: 623
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Harry Hole è di nuovo a terra. Ha ricominciato a bere, e da quando Rakel lo ha cacciato di casa abita in un buco a Sofies gate. Nell’appartamento ci sono soltanto un divano letto e bottiglie di whisky sparse ovunque. Ma Harry non è mai abbastanza sobrio da curarsene. La maledetta domenica in cui si sveglia da una sbornia colossale, non ha il minimo ricordo di cosa sia successo la notte precedente. Quel che è certo, però, è che ha le mani e i vestiti coperti di sangue. Forse, si convince, è diventato davvero un mostro. La piú grande maledizione di Harry Hole è non riuscire mai a mollare, neanche quando è completamente alla deriva. L’unico motivo per cui si alza al mattino è la caccia forsennata. Il bisogno implacabile di stanare un nemico mortale. Fuori e dentro di sé. Adesso c’è un caso bomba. Il piú devastante della sua carriera.
Recensione
Farther along we’ll know more about it, farther along we’ll undestand why; cheer up, my brother, live in the sunshine, we’ll understand it all by and by.
Harry aveva ascoltato quella canzone parecchie volte. Non diceva soltanto che la verità sarebbe venuta fuori. Ma anche che i traditori vivevano felici, mentre quelli che avevano piantato in asso soffrivano.
Il richiamo di Harry Hole è ipnotico e irrinunciabile. Una volta che l’hai conosciuto, che sei sceso con lui nel suo inferno privato ma anche nella sua estasi, una volta che la sua mente ti ha aperto la chiave della verità, che hai ascoltato la sua voce, a tratti roca e incerta, a tratti secca e tagliente, ecco, allora saprai immediatamente che non potrai più staccartene, non potrai più evitare di leggere e leggere e leggere ancora, perché della sua vita avrai una brama incontenibile, e della sua testa e dei suoi pensieri una dipendenza. Una volta che hai conosciuto Harry Hole non potrai che desiderare di incontrarlo ancora e ancora e ancora.
Inutile dire che ho trovato quest’ultimo romanzo di Jo Nesbø strepitoso!
Superfluo, forse, affermare che la lettura è un’esperienza illuminante, che il talento di Jo Nesbø si conferma ad altissimi livelli, che la trama è un incastro geniale, che pagina dopo pagina la sete di leggere non si placa, ti tiene in pugno, ti intrappola in insonni nottate con la luce accesa a leggere, leggere e leggere.
L’Harry Hole che incontriamo ne “Il Coltello” è stanco, distrutto per la separazione da Rakel ed è nuovamente precipitato nelle spire dell’alcol, un compagno che non si è mai tirato indietro, mai gli ha negato un supporto, una spalla cui appoggiarsi nelle difficoltà.
Harry conosce questo suadente palliativo e sa come governarlo. Sa come indugiare nelle sue braccia e come riemergerne. Harry è l’unico alcolista che riesce a non farsi sfaldare dall’alcol e a mantenere una sua dignità e una sua autorevolezza nonostante questa sua dipendenza.
Chi lo conosce sa che l’alcol non gli chiede mai di ricordare che ha ucciso, più volte nella sua vita, per vari motivi. Per difendersi, per difendere chi ama e per un insopprimibile bisogno di giustizia, per la smania di ristabilire degli equilibri che sono andati perduti. Uccidere è un gesto difficile da concludere; ma una volta che hai ucciso sai che uccidere può essere davvero liberatorio; sai che una volta fatto, sentirai il desiderio irrefrenabile di farlo ancora.
Ma di fronte a certe morti anche la vendetta, questo truce e potente desiderio, tace. Tace ma vorrebbe parlare, vorrebbe urlare al vento i suoi moventi, ma non può, perché parlare sarebbe troppo doloroso. Perché parlarne scoprirebbe scenari dai quali non si può tornare indietro. E tornare indietro è impensabile, perché la paura di perdere ciò che si è conquistato, forse anche senza un valido motivo e senza un apparente merito, è troppo forte, più forte di infrangere un limite che è invalicabile.
Ma niente è irrealizzabile e questo Harry dovrà impararlo a proprie spese. Anche accettare la verità sembrerà impossibile. Harry avrà la possibilità, tuttavia, di far quadrare il bilancio, riequilibrando, come solo lui sa fare, le sorti della vicenda con il suo inossidabile senso di giustizia, tanto saldo da fargli mettere da parte la sua personale vendetta e il suo cocente dolore.
Mi è davvero impossibile addentrarmi nella trama senza anticipare gli eventi del romanzo.Parlandone rischierei di svelare troppo.
Quello che accade è inaspettato e impensabile, a tutti i livelli. Impensabile il delitto perpetrato, impensabile il movente e l’assassino. Eppure, durante la lettura del romanzo, si sono affacciati alla mia mente diversi possibili scenari, che si sono rivelati, tuttavia, tutti errati. Perché, seppure Nesbødissemini qua e là qualche microscopica allusione, è pressoché impossibile capire chi e perché.
L’autore, con una mano lascia invisibili briciole sul cammino, con l’altra dispensa geniali diversivi che creano delle false piste. Tutti i personaggi ruotano in una giostra ipnotica, volta a confondere il lettore e ognuno è una pedina necessaria, ognuno con il suo copione, ognuno con il compito di sviare o di agevolare la soluzione nella nostra mente.
Inutile, forse, descrivere il sottile piacere di ritrovare Katrine Bratt, implacabile alleata di Harry che la recente maternità non ha scalfito, Bjorn Holm, oggi un padre in congedo parentale che non cessatuttavia di essere una spalla e un paravento per Harry, Kaja Solness con i suoi denti aguzzi, reduce da una terribile esperienza in Afghanistan e che non vuole rinunciare ad avere Harry al suo fianco. Sentirli parlare, far parte della loro vita, è stata una ventata di ossigeno!
Ritrovare le inseparabili Dr Martins di Harry, la sua scassatissima Fiesta, i suoi peli sulla nuca che sanno anticipare gli eventi critici. Tornare ad annusare gli odori e i fumi alcolici del RestaurantSchroeder, incontrare di nuovo Tresko, Oystein e Stale Aune, è stata un’esperienza inebriante! Come quando si ritrova una amico che non sentiamo da un po’!
Superfluo forse anche descrivere Oslo, tenuta in scacco da un Marzo capriccioso, che tenta gli animi con il miraggio di una anelata primavera ma che cela in sé gli ultimi gelidi colpi di coda dell’inverno norvegese. Oslo, con le sue strade e i suoi quartieri, con l’opulenza di alcuni e il disagio e la disperazione di altri. Nomi, vie, palazzi: sembra davvero di essere là e di camminare nei suoi viali; una sorta di cartografia intima di una delle città più ricche del mondo che cela, tuttavia,la semplicità, il candore e la scontrosità di un’anima proletaria.
Nesbø, peraltro, non ha timore nel dare voce ai derelitti di Oslo, una voce fuori dal coro che fa da contraltare all’immagine che tutti noi abbiamo della Norvegia, ricca, politicamente corretta, efficiente e lontana dalle nostre anime latine.
Tutto in questo romanzo è indimenticabile. Ed è estasiante scoprire, ancora una volta, che tutte le tessere del puzzle andranno al loro posto, con una logica inattaccabile. Quando finalmente tutto quadrerà, solo allora nella nostra mente si affaccerà una spiegazione di ciò che fino a poco prima ci è apparso insondabile. E’ questa genialità che amo in Jo Nesbø! Questa sua capacità di far sembrare tutto semplice e ovvio, nonostante l’impossibilità di riuscire a trovare, da soli, il bandolo della matassa.
“Il coltello” è un romanzo sulla vendetta, in tutte le sue forme. E’ un romanzo sull’orgoglio ferito, che diventa umiliazione inaccettabile. Sulle conseguenze inevitabili che cambiano il nostro destino, sul desiderio di proteggere e di essere protetti, sulla menzogna che è destinata, tuttavia, a venire a patti con la verità. Jo Nesbø si conferma grande conoscitore dell’animo umano e delle sue pulsioni.I suoi romanzi non sono solo thriller geniali; sono anche viaggi dentro la psiche dei suoi personaggi, con le loro vulnerabilità e debolezze, nascoste dietro una facciata inattaccabile.
Un’ultima raccomandazione!
Cercate di leggere i precedenti romanzi con protagonista Harry Hole.
Gli eventi sono concatenati; alcune dei temi che animano “Il coltello” sono inafferrabili se non si conoscono certi retroscena. Leggere le storie di Harry Hole senza tenere in debito conto l’importanza della cronologia rischierebbe di togliere gusto alla storia. Ve lo dice una lettrice disordinata, che tuttavia ha letto Harry Hole con scrupoloso ordine!
E se questo significa leggere ben 11 romanzi prima di quest’ultimo, non disperate! La lettura sarà veloce, piacevole, appassionante e meravigliosa! Non vi peserà affatto aspettare!
Buona lettura a tutti!
E chissà quei dadi dove porteranno il nostro amatissimo Harry….
Jo Nesbø
Jo Nesbø è uno dei piú grandi autori di crime al mondo. I suoi libri hanno venduto oltre 40 milioni di copie. È nato a Oslo nel 1960. Ha giocato a calcio nella serie A del suo Paese, ha lavorato come giornalista free lance, ha fatto il broker in borsa. Tutt’oggi suona regolarmente con la band norvegese dei Di Derre. Della serie con protagonista l’ispettore Harry Hole, presso Einaudi ha pubblicato: Il leopardo, Lo spettro, Polizia, Il pipistrello, Scarafaggi, Nemesi, Il pettirosso, La stella del diavolo, Sete, L’uomo di neve e Il coltello. Presso Einaudi sono usciti anche i thriller Il cacciatore di teste, Il confessore, Sangue e neve e Sole di mezzanotte. Nella uniform edition in Super ET, con le copertine di Peter Mendelsund, sono finora usciti: Il pipistrello,Lo spettro, Scarafaggi, Il leopardo, Nemesi, La stella del diavolo, La ragazza senza volto, Sole di mezzanotte, Il confessore, Polizia, Il pettirosso, Sete e L’uomo di neve.
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