Il corpo di ghiaccio




Recensione di Chiara Sardelli

Autore: Kjell Ola Dahl

Traduttore: Giovanna Paterniti

Editore: Marsilio

Pagine: 395

Genere: Thriller

Anno Pubblicazione: 2014

Il romanzo si apre con una scena classica per un giallo: l’inseguimento di una donna che cerca di salvare la pelle confondendosi, prima tra la folla, e poi nelle gallerie della metropolitana di Oslo. Già in queste pagine iniziali il patto con il lettore che sente scorrere nelle viscere il surplus di adrenalina si fa saldo.

La trama continua a svilupparsi in modo coeso e convincente. Benché incardinata su un duplice omicidio, i fatti, le indagini, i personaggi tutti hanno un proprio spazio, un loro ruolo, una loro giustificazione.La lettura si rivela avvincente proprio per questa misura che non si perde mai, nonostante l’amore per il dettaglio con cui sono descritte le vicende della squadra investigativa, sia sul lavoro, sia nella vita privata, così come i caratteri dei personaggi anche minori. Ed è questa cura, il rispetto che lo scrittore porta alla propria attività creativa che fa la differenza.

Il lettore in qualche modo vi partecipa e si affeziona, sente che il proprio tempo scorre all’unisono nelle pagine del libro, pregusta e poi finalmente si alimenta del succo narrativo, come se fosse distillato goccia a goccia.Molto nel successo di questo romanzo è dovuto all’inserimento nel pool che segue le indagini della giovane Lena Stigersand, il nuovo ispettore che affianca Gunnarstranda, Un personaggio femminile che non ha niente di eroico. Lei stessa ama definirsi come una maniaca della perfezione. Schiacciata dal senso del dovere, come tutte le brave ragazze, teme ma si lascia dominare da dinamiche avventurose che il buon senso comune basterebbe ad allontanare.

Anzi, quando la trama del romanzo svolta e acquisisce i toni della spy story, si ha proprio la conferma che Lena è attratta in un gioco più grande di lei. La vediamo combattere il male con mezzi modesti, quasi donchisciotteschi.Come noi, si vede costretta a misurarsi, nell’ambiente pubblico e burocratico che fa da culla alla sua attività, con gli umori balzani del superiore, con l’arroganza dei potenti.

È sempre l’ultima a comprendere i rischi del suo modo di operare, quasi tutti ne sanno più di lei. Internet è il suo principale motore di addestramento e aggiornamento professionale. Eppure risulterà vincente, almeno questa volta. I suoi guai non terminano alla stazione di polizia, anzi proseguono e s’infittiscono nelle mura domestiche. Qui le pagine si accalcano, lente e ingentilite da toni quasi elegiaci, complice l’atmosfera natalizia di una città indaffarata intorno ai preparativi delle Feste.

L’autore con perizia s’insinua nella mente della giovane, ripercorrendo insieme con lei lutti recenti, ancora da rielaborare, fantasmi di mali fisici e disagi psicologici che dovranno essere affrontati nell’immediato futuro, ma anche con leggerezza sa mostrarci i suoi amabili vizi, la sua vulnerabilità, le piccole cose che nella vita di tutti i giorni la aiutano a superare le difficoltà e a rendere amabile il presente.

Le ultime pagine del libro terminano appunto con Lena, quasi ad affermare che è lei il perno di tutta la storia. Ce la mostrano di nuovo a tuppertù con l’elemento naturale del ghiaccio, così consono alla storia e alla città.

Kjell Ola Dahl


nasce il 4 febbraio 1958 a Gjøvik; figlio di un giornalista, ha studiato psicologia ed economia. Prima di dedicarsi alla scrittura ha lavorato in una scuola norvegese. Nel 1993 ha pubblicato il suo primo romanzo. Attualmente oltre ad essere uno scrittore è anche sceneggiatore.