Il curioso caso di Benjamin Button
Recensione di Fiorella Carta
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Traduttore: Laura Elizabeth Miller
Genere: Narrativa
Pagine: 103
Editore: Leone Editore
Anno: 2015
Sinossi. Nel 1860, a Baltimora, Benjamin nasce con le sembianze di un anziano. Ma la cosa ancor più curiosa è che con il passare del tempo Benjamin ringiovanisce, vivendo una vita in senso esattamente opposto a quella dei comuni mortali. Da questo racconto sull’incapacità degli uomini di comprendere e accettare qualcosa di diverso e a prima vista inspiegabile, è stato tratto l’omonimo film con Brad Pitt e Cate Blanchett, diretto da David Fincher.
Recensione
Breve, intenso e surreale, questo racconto di Fitzgerald scardina il tempo, lo rende vacuo, dubbioso.
Il protagonista viaggia su un binario parallelo a quello della normale vita, andando in senso contrario.
Quando il signor Button conosce Benjamin, suo figlio, pensa inizialmente a uno scherzo.
Ritrovare nella culla un anziano dotato di favella, anziché un neonato indifeso, è qualcosa che spiazzerebbe qualsiasi persona, anche qualcuno dotato di estrema fantasia.
Così il rapporto fra loro nasce contrastato e contrastante, ma qualsiasi orologio fermo e sballato segna l’ora giusta due volte al giorno.
Così Benjamin, durante la sua evoluzione (perché non si può parlare di crescita) trova, in suo nonno prima e in suo padre poi, amici e alleati. Questo fino a quando la sua età diventa scomoda da dimostrare, un divario troppo grande da accettare.
Le morali nascoste ognuno le vede attraverso i propri occhi.
Certo è che il tempo, in questa storia prêt-à-porter, resta l’unico comandante del destino, beffardo a volte, dispettoso e anche sentimentale.
Perché la vita e la morte qui stravolgono le loro sorti e il loro metodo, per lasciarti basito dall’inizio alla fine.
A cura di Fiorella Carta
Francis Scott Fitzgerald
(1896-1940) è stato uno degli scrittori americani più popolari della Lost Generation. Conquistata la notorietà col romanzo Di qua dal Paradiso (1920), cominciò a condurre una vita leggendaria e dispendiosa tra New York e l’Europa, insieme ad altri talenti dell’epoca e alla moglie Zelda, con la quale formò la coppia più celebre dell’Età del jazz. Nel 1922 pubblicò il secondo romanzo, Belli e dannati, e nel 1925 il suo capolavoro, Il grande Gatsby. Negli anni trenta, in coincidenza con la malattia mentale di Zelda, iniziò per lo scrittore un inesorabile declino. Il suo romanzo Tenera è la notte fu un insuccesso; ormai preda dell’alcol, Fitzgerald morì nel 1940.
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