Il dilemma del carnefice




Massimo Tivoli


Editore: Giunti

Genere: Thriller

Pagine: 324

Anno edizione: 2025


Sinossi. L’ Aquila, 2022. Laura Scimia sta rincasando insieme ai due figli, senza sapere che tutto sta per precipitare. Appena apre la porta, infatti, uno sconosciuto mascherato la aggredisce e, dopo una rapida e vana lotta, seda sia lei sia i bambini. Quando si risveglia, capisce di essere scivolata all’inferno. Di fronte a lei ci sono i suoi figli, e il killer senza volto la pone di fronte a una scelta impossibile: salvare solo uno dei due. Il fatto sconvolge la città, ancora lacerata dalle cicatrici del terremoto del 2009. Anche perché il mostro, subito battezzato dalla stampa Dilemma, torna a colpire: stesso modus operandi, stessa volontà di costringere le vittime a prendere una decisione straziante. A indagare è chiamato l’ispettore Gianni Lovita, che a sua volta si trova in una situazione difficile. La madre è morta all’improvviso e ora lui deve gestire la sorella Pia, autistica, con la quale ha perso da anni ogni contatto. Pia vive alienata nel suo mondo fatto di silenzi e serie tv poliziesche, che guarda compulsivamente registrando ogni minuzia. Ma quando inizia a riferire al fratello astruse frasi che sembrano tratte dai suoi telefilm, Gianni intuisce una verità sconcertante: con la sua memoria prodigiosa e l’attenzione ai dettagli, Pia sta raccogliendo indizi per ricostruire il folle piano di Dilemma…

 Recensione

di

Claudia Cocuzza


Chi di noi non si è mai trovato di fronte a un bivio?

È la vita che, per sua stessa natura, ogni giorno ci mette davanti a scelte da compiere ma, per fortuna, nel quotidiano si tratta di risolvere questioni che, sebbene possano risultare fastidiose e metterci in difficoltà, non sono quasi mai, come si suol dire, “di vita o di morte”.

Quando Laura Scimia fa ritorno a casa, un uomo – o donna? – le pone invece proprio quel tipo di quesito, il più terribile e disumano: scegliere chi mantenere in vita tra uno dei suoi due figli.

E lei lo fa, per poi scivolare nella pazzia, come facilmente immaginabile.

Il killer viene subito ribattezzato “Dilemma” dalla stampa e in effetti è questo quello che fa: porre le proprie vittime davanti a un dilemma esistenziale, una scelta impossibile da compiere.

Al primo agguato ne segue un secondo.

Il killer diventa seriale e il terrore diventa panico puro.

Gli aquilani precipitano in un incubo.

Non parlerò dell’indagine, ché il confine tra ciò che si può raccontare e ciò che ammazza la sorpresa del lettore nei gialli/thriller è labilissimo: dico solo che la scacchiera deduttiva è costruita senza sbavature e io l’ho vista tutta, pezzo dopo pezzo, in filigrana. Se poi Pia cita le regole di Knox, di che stiamo parlando? Da Massimo non mi aspettavo niente di meno, e proprio perché conosco la qualità della sua scrittura, per questo suo esordio in Giunti le aspettative erano altissime.

Sono state mantenute?

Andiamo con ordine – il mio ordine, ma qui le regole le detto io; abbiate pazienza.

Quindi, trama gialla okay.

Poi, personaggi. La coppia investigativa è formata da due fratelli, l’ispettore Gianni Lovita e Pia, affetta da autismo. Funzionano benissimo sia sul piano dell’indagine che nella relazione tra loro: l’arco di Gianni vede la sua evoluzione da quasi assente nella vita della sorella, cresciuto come se fosse stato figlio unico, a partecipe, tenero, fino a rammaricato e colpevole, quando si rende conto di quanta vita insieme a lei si è perso. Stesso tipo di rammarico che ha in relazione al suo rapporto con il padre, che non c’è più.

Anche Daniela, la PM con cui Gianni ha una relazione – o, per amor del vero, prova ad averla – ha una backstory complessa e interessante, che scoprirete pian piano, così come Anna, la vicina di casa di Gianni e Pia.

Tra i personaggi, non posso non considerare Dilemma: quando verrà svelata la sua identità e spiegata la motivazione che lo ha spinto a trasformarsi in un mostro, capirete che è tutto troppo logico e vi chiederete, con un filo di ansia, se anche voi, nelle stesse condizioni, potreste arrivare a tanto.

Perché quando il dolore è troppo, è facile che la ragione vacilli, si offuschi, precipiti.

Infine, L’Aquila, la città martoriata dal terremoto del 6 aprile 2022 – e chi meglio di me, che vivo sotto l’Etna e sono sopravvissuta al terremoto del 1990, lo ha presente –  che diventa contenitore della vicenda ma anche specchio dei suoi protagonisti, con le sue ferite, le cicatrici ma anche l’orgoglio e la voglia di rinascita.

Dunque, le aspettative che avevo sono state mantenute?

La risposta è sì, pienamente.

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Massimo Tivoli


classe 1975, è un professore universitario con la passione per la narrativa thriller. Ha vinto il premio Writers Magazine Italia e il premio Termini Book Festival. Ha pubblicato racconti polizieschi per varie riviste, collane e antologie. Il dilemma del carnefice (Giunti), il suo romanzo d’esordio in libreria, nel 2024 è stato finalista al premio Alberto Tedeschi per il miglior giallo inedito.