IL DOLORE CREA L’INVERNO
di Matteo Porru
Garzanti 2023
Narrativa, pag.160
Sinossi. Intorno c’è solo neve. E bianco. La neve copre le cose, le case, le persone. Anzi, alle persone la neve cade dentro e il freddo le circonda ma, soprattutto, si diffonde nelle ossa, negli occhi e nei pensieri. Elia Legasov è nato in un paese circondato dal bianco, e da lì non è mai andato via. Il suo lavoro è spalare la neve, liberare strade su cui nessuno camminerà. La neve è sua amica, fino a quando non lo tradisce. Finché non fa emergere qualcosa dalle sue profondità. Qualcosa che ha a che fare con la sua famiglia e che doveva restare sepolto. Da quel momento, nella mente di Elia si affollano ricordi che aveva soffocato. Parlano di un padre, scomparso tanti anni prima, e di una madre, partita per sempre. Sono parole dolci, gesti delicati, sorrisi sinceri. Ma anche duri come il ghiaccio. E dolorosi. Elia capisce allora che quello che si dice dei membri della sua famiglia è vero: la neve non li protegge, ma li tenta, li provoca, per vedere se sono capaci di dimenticare, perché tutti dimenticano, ma i Legasov ricordano, sempre. Ora è venuto il suo turno di ricordare. Qualunque sia il prezzo. Qualunque cosa venga a galla. Perché è nelle case che il passato nidifica. È nelle famiglie che si riproduce, nei giorni bianchi e nei giorni neri. Perché il dolore crea l’inverno. Ma ogni inverno è diverso da quello precedente e da quello successivo. Matteo Porru arriva in libreria con un romanzo sospeso nel tempo e nello spazio che parla di legami familiari, rimpianti e vissuti indelebili. Un romanzo che ci ricorda che siamo tutti fatti di carne e neve.
Recensione di Fiorella Carta
Dopo la mia più grande tragedia, la neve è una delle poche cose che mi rende davvero felice. In realtà lo è sempre stata. Cambia la luce, scende il silenzio che tanto amo e non distingui l’orizzonte. Qui da me nevica, non più come prima e di questo mi rammarico, così la ricerco fra le pagine, in vesti differenti, a volte diventa fango.
C’è una cosa che qui si dice quando un bambino si esprime e si muove come se fosse un adulto. Diciamo che la sua anima è vecchia. Lo dicevano di mia figlia nei suoi primi anni e credo calzi perfettamente anche su Matteo.
Un corpo giovane con un’anima vecchia e chissà cosa ha visto per raccontare, attraverso questa vita, storie che sanno di spiriti antichi.
La storia di Elia è una storia nordica, non solo per l’ambientazione, ma anche per il suo ritmo, forse scandito dai fiocchi, a tratti dalla tempesta e mi ricorda tanto i modi pacati e profondi di Indriðason che cammina nella mente del lettore e fa lo stesso rumore delle scarpe su un manto bianco, smorzato, attutito, ma che lascia il segno.
La neve copre un paesino lontano dalla luce e Elia lo libera. La neve cancella le impronte, i ricordi, la vita.
E quando quest’ultima arriva nelle vesti dello straniero, non può che esserci uno sconvolgimento.
Matteo Porru attinge dal suo sapere, da ispirazioni lontane e poeticamente racconta di esistenze disperse in se stesse, nei loro rimpianti, nelle mancate fughe da un luogo che annienta, che uccide.
Leggere “Il dolore crea l’inverno” è decidere di stringere la mano a tante storie che si intrecciano nei confini di mille tragedie, dei singoli e di tutti, di un paese dimenticato e di una nazione. Nel destino di Elia che trattiene in sé mancanze e promesse c’è un fuori che non ha mai visto.
Come tutti, in questo cammino quotidiano che incanutisce e ingobbisce, porta il suo fardello e nello scrollarsi di dosso le colpe, troveranno posto anche le lacrime, che cadono silenziose come la neve e il loro sapore sarà differente da tutte le altre.
Acquista su Amazon.it:
Matteo Porru
Matteo Porru è nato a Roma nel febbraio del 2001. Editorialista, autore per il cinema e il teatro, ha vinto il premio Campiello Giovani nel 2019 con il racconto Talismani. Il dolore crea l’inverno è il suo primo romanzo per Garzanti.