Sinossi. Germania, 1929. Max, un architetto cresciuto alla scuola del Bauhaus, e Bettina, una bellissima e celebrata artista d’avanguardia allieva prediletta di Kandinskij, si incontrano a una festa. La loro attrazione è reciproca e immediata: innamorati l’uno dell’altro, e dell’arte che creano, approdano, grazie al loro talento, alle luci abbaglianti della Berlino degli anni Trenta. Ma il paese è sulla soglia del baratro e l’inizio delle loro promettenti carriere viene presto offuscato dalla crescente forza del nazismo. Max è ebreo, Bettina tedesca, ma la sua arte viene considerata “degenerata” ora che anche i canoni estetici sono dettati dal partito. Quando Max viene arrestato, e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau, è solo il suo talento nel realizzare le squisite figure di porcellana, tanto amate dai nazisti, a frapporsi tra lui e la morte. Bettina non ha idea di dove sia stato portato, ma quando viene a conoscenza del suo destino, è determinata a salvarlo a qualunque costo. Nel 1993 la figlia di Bettina, Clara, poco dopo la scomparsa della madre, decide di intraprendere un lungo viaggio per scoprire la verità sulla propria identità e su chi veramente fosse suo padre, un segreto che Bettina le ha nascosto per tutta la vita. Sarah Freethy, con un esordio letterario folgorante, ci consegna una storia struggente e toccante, che mette il lettore di fronte alla disarmante crudeltà di cui è capace l’essere umano, ma anche alla bellezza e all’amore che possono nascere persino nelle situazioni più terribili.
IL FABBRICANTE DI PORCELLANE
di Sarah Freethy
La Nave di Teseo 2023
Mara Donati ( Traduttore )
Storico del xx sec., pag.416
Recensione di Silvana Meloni
Il romanzo racconta una storia che si svolge su due piani temporali.
Una donna, Clara, di origine tedesca ma di fatto inglese, affronta nel 1993 una ricerca storica sulle sue origini e sulla pittrice famosa che era sua madre, ormai deceduta; nel contempo, a capitoli alternati, l’autrice ci accompagna negli anni Trenta, in Germania, negli ambienti delle scuole d’arte di quel periodo, presentandoci una coppia di artisti alternativi, perseguitata dal Nazismo, sia per motivi razziali che etici, in relazione al loro stile di vita e alla scuola d’arte moderna di cui, come autori, facevano parte.
È un romanzo lungo, l’ambientazione storica è curata e riguarda, almeno per una gran parte della narrazione, una finestra sul mondo dell’arte: l’impostazione artistica di tipo eroico durante il Nazismo, contro la cosiddetta Arte Degenerata, impressionistica e astratta, di grandi artisti del periodo. È dunque un motivo di pregio da parte dell’autrice l’aver curato in un romanzo un aspetto che, di solito, nella narrazione storica mainstream degli anni Trenta in Germania, non trova spazio; infatti, si preferisce porre l’accento su altri elementi, di costume o politici, della dittatura.
Invece, a mio avviso, uno sguardo sul mondo dell’arte, su come il regime ha condizionato, perseguitato o, al contrario, esaltato alcune manifestazioni artistiche, è un’ottima cartina di tornasole per leggere il profondo livello della compressione della libertà e dei diritti individuali durante il Nazismo.
Ma vi è di più. La ricerca storica dell’autrice non si limita a questo e non dimentica la persecuzione razziale, omofoba e sessista, i lager e quant’altro si possa ricordare di quell’oscuro periodo storico.
Molto buono, dunque, questo esordio di Sarah Freethy, e il mio riscontro di lettrice non può essere che positivo in ordine al contenuto, che, come detto, è storicamente accurato e coinvolgente. Qualche riserva mi è rimasta sull’aspetto stilistico. Talvolta i dialoghi non mi sono parsi all’altezza, così come alcune parti in cui viene dato troppo spazio a una prolissità descrittiva.
Nel complesso però non posso che consigliarne la lettura, certamente interessante, piacevole e, a tratti, commovente.
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Sarah Freethy
ha lavorato in televisione come sceneggiatrice, consulente di sceneggiatura, produttrice e montatrice per lo sviluppo, prima di dedicarsi alla narrativa. Il fabbricante di porcellane è il suo primo romanzo. Vive in Inghilterra con la sua famiglia.
A cura di Silvana Meloni