Recensione di Cristina Bruno
Autore: Peter Heller
Editore: Solferino
Traduzione: Francesco Graziosi
Genere: thriller
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Una stretta amicizia lega Jack e Wynn. Si incontrano al college, il primo laureando in ingegneria, il secondo in lettere, e scoprono di avere caratteri diversissimi, ma una magica sintonia. Amano entrambi le avventure e il contatto con la natura, e durante le escursioni non fanno altro che parlare di letteratura. I classici, certo, ma anche quei romanzi che scorrono via senza pretese, come gli onesti western a tinte fosche da leggere accanto al fuoco, la sera, mentre arrostiscono le trote. Quando partono per risalire in canoa il fiume Maskwa, nel nord del Canada, pregustano giornate all’aperto, pagaiando, pescando, e nottate sotto le stelle, accampati sulla riva a leggere e a dimenticare le delusioni d’amore. Ma il diavolo ci mette la coda, e le cose prendono una piega del tutto diversa. Preannunciato da un inquietante odore di fumo, un incendio si avvicina minacciosamente costringendoli a una fuga precipitosa punteggiata da sinistri incontri: due texani, JD e Brent, pescatori ubriaconi dal grilletto facile, e Pierre e Maia, una coppia che evidentemente ha molto da nascondere. Costretti a circostanze estreme, Jack e Wynn possono contare solo su se stessi e sull’amicizia che li unisce per far fronte alla violenza di una natura improvvisamente ostile e alle imprevedibili reazioni degli uomini. Una storia appassionante tra avventura e thriller, in cui i protagonisti scopriranno tragicamente come un’esitazione, una scelta sbagliata, un errore di valutazione possano fare la differenza tra la vita e la morte.
Recensione
Nord del Canada, natura selvaggia. Cosa potrebbe esserci di più avventuroso che risalire un fiume tra boschi e rapide, orsi e strolaghe? Per Jack e Wynn, due giovani studenti universitari legati da una grande amicizia, non c’è niente di meglio che immergersi nella natura per vivere una vacanza indimenticabile prima di riprendere gli studi. Entrambi vengono da zone rurali, Jack è abituato a stare tra cavalli e bestiame, Wynn tra laghi e montagne.
Sono pronti a tutto, non è la loro prima esperienza di accampamento. La loro canoa è attrezzata per ogni evenienza: mute termiche, sacchi a pelo, tenda, impermeabili, stivali, canne da pesca, razioni di sopravvivenza e quant’altro possa servire per una immersione totale nel profondo Nord. L’unica cosa a cui hanno volutamente rinunciato è stato il telefono satellitare per evitare i contatti con il resto del mondo e vivere in pace assoluta le settimane del viaggio.
Tutto sembra procedere come previsto fino a che non avvistano un incendio, un grosso incendio che si sta facendo largo tra i pecci e gli abeti, facendo fuggire gli animali in cerca di salvezza. Gli eventi a poco a poco precipitano mentre nel silenzio irreale avvistano prima una coppia di texani con la passione per l’alcol e la carabina e poi una coppia di ricercatori, Pierre e Maia, marito e moglie che litigano nella nebbia. Quel che succederà trasformerà l’avventura in incubo e nulla sarà come prima.
Il libro che sembra iniziare come un semplice, ma comunque appassionante, racconto di avventura, pagina dopo pagina prende la china del thriller. Tra prima e dopo l’incendio cambia il registro e tutto quello che appariva natura selvaggia ma tranquilla, diventa indomabile, imprevedibile, crudele. Le sole due coppie di viaggiatori che incontrano, JD e Brent e Pierre e Maia, portano confusione e stravolgono la quiete della narrazione introducendo ansia e paura di quel che può accadere.
Tra gli alberi, le rapide, i sentieri devastati dall’incendio i sentimenti prendono il sopravvento e non sono tutti positivi. Se la coppia di ragazzi cerca di fare leva sulla loro solida amicizia per sopravvivere, gli altri sembrano invece dare libero sfogo ai lati più oscuri delle loro personalità. Una Natura tranquilla e paradisiaca da un momento all’altro diviene matrigna e ostile, quasi una metafora del mondo di oggi e di un ambiente che un po’ alla volta prende le sembianze orribili di chi l’ha progressivamente deturpato.
Un bel libro da leggere ascoltando i suoni e i silenzi della foresta del Nord, immergendosi nel ritmo del pagaiare, prima lento e poi sempre più esasperato, della canoa di Jack e Wynn.
A cura di Cristina Bruno
http://fabulaeintreccio.blogspot.com
Peter Heller
Peter Heller: Peter Heller lavora da tempo per NPR – National Public Radio e scrive per «Outside Magazine», «Men’s Journal», «National Geographic Adventure», «Bloomberg Businessweek». Il fiume è il suo quarto romanzo, dopo The Painter (finalista del Los Angeles Times Book Prize e vincitore del prestigioso Reading the West Book Award), Celine e Le stelle del cane, bestseller internazionale con traduzioni in più di venti lingue (in Italia, Rizzoli 2013). Ha pubblicato diversi memoir, fra cui Kook: What Surfing Taught Me About Love, Life, and Catching the Perfect Wave (2010), con cui ha vinto il National Outdoor Book Award for Literature. Ha conseguito il Master of Fine Arts dell’Iowa Writers’ Workshop in Poetry and Fiction e vive a Denver, Colorado.