Recensione di Elsa Flacco
Autore: Massimo Lugli
Editore: Newton Compton
Genere: giallo
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. La mattina del 2 novembre 1975 il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini viene ritrovato vicino alle baracche dell’idroscalo di Ostia. Marco Corvino, giovane praticante di «Paese Sera», grande ammiratore dello scrittore, è sconvolto dalla notizia. Vorrebbe occuparsene per il giornale, ma è ancora alle prime armi e nessuno gli dà credito. Ma il cronista non si dà per vinto: decide di lanciarsi in un’inchiesta solitaria e non autorizzata che lo porterà a scoprire i tanti lati oscuri della vicenda e le incongruenze della versione ufficiale. Verrà a contatto con ambienti e personaggi equivoci e pericolosi e rischierà in prima persona, inoltrandosi in una fitta rete in cui niente è quello che sembra. Dietro le ombre di ogni vicolo, infatti, si nascondono fosche verità. Una storia mozzafiato e piena di colpi di scena, che si ispira a un caso ancora da chiarire.
Recensione
Torna Marco Corvino, il giovane giornalista di nera già protagonista de Il Carezzevole e altri romanzi di Massimo Lugli, qui alle prese con il periodo di prova al quotidiano romano “Paese Sera”, storica testata di sinistra degli anni Settanta, e il delitto irrisolto per eccellenza della storia italiana, l’omicidio feroce e torbido di Pier Paolo Pasolini.
Una vittima illustre, un movente mai chiarito, esecutori e mandanti rimasti nell’ombra, un ragazzotto balordo come capro espiatorio, fiumi d’inchiostro, articoli, libri, film, ricostruzioni, inchieste giornalistiche e televisive che hanno sviscerato il caso in ogni suo risvolto, ora con morbosità, ora in una sincera e appassionata ricerca della verità, per dare giustizia a uno degli intellettuali più acuti e lucidi del secondo ‘900 italiano: questo è stato ed è ancora il “caso Pasolini”. Cosa è ancora possibile scriverne di nuovo e di intrigante?
Leggere questo romanzo di Lugli dà la risposta. L’autore ha una scrittura ironica e tagliente, dotata di una naturalezza che conquista. I lettori maturi ci ritroveranno l’atmosfera inconfondibile dei turbolenti anni Settanta, con tutta la loro violenza, la passione politica, le contrapposizioni frontali, i capelli lunghi, l’eschimo e i camperos, le redazioni fumose dei giornali e gli scontri di piazza, la malavita delle borgate e la dolce vita dei quartieri alti.
Il caso Pasolini si intreccia indissolubilmente con la vita quotidiana, le speranze, i timori, le incertezze, la tenera spavalderia del giovane Corvino, personaggio di una freschezza e di una autenticità incantevoli, attorniato da figure assolutamente tipiche e al tempo stesso vere e vive: i colleghi giornalisti, in una varietà di caratteri che conferisce colore e verità all’ambiente, la donna fatale che si rivela vulnerabile e corazzata insieme, delinquenti di borgata e poliziotti coriacei, il maestro di karate e la gatta Emma che alla fine sentiamo anche un po’ nostra, amore e amicizia descritti attraverso la prospettiva di un ventenne risoluto e ingenuo, emblema di una generazione che ci è rimasta dentro e rappresenta forse, quando non si è persa per strada, il nocciolo duro dell’Italia migliore, unico baluardo civile contro il baratro che ci minaccia.
E tra tanti personaggi inventati, anche se animati da un realismo vigoroso, incontriamo figure note alle cronache non solo dell’epoca, dall’avvocato Nino Marazzita al famigerato Johnny lo Zingaroalla grande Oriana Fallaci, che restano scolpiti nell’immaginario del lettore più vivi del vero; ed è bello riconoscerli tra le pagine.
Marco Corvino, “come un corvo piccolo”, vincerà e perderà nello stesso tempo: attraverso l’alternarsi di giornate lente e frenetiche, notti insonni e incontri ardenti o violenti, tra interni ed esterni rappresentati con la stessa disinvolta icasticità, attraversiamo mesi intensi nel freddo autunnale e poi invernale di Roma, al suo fianco, attendendo con impazienza l’esito dell’inchiesta e del periodo di prova al giornale.
Una vittoria e una sconfitta, alla fine, che però non è poi così amara e lascia aperto uno spiraglio alla speranza. La nostra, di lettori, è di incontrare presto di nuovo il “nerista” Corvino, con la sua baldanzosa tenacia e la sua ironica tenerezza, alle prese con una nuova trascinante inchiesta e con i fantasmi che si porta dentro, come ciascuno di noi.
Massimo Lugli
Dopo aver lavorato per anni a «Paese sera», è inviato speciale de «La Repubblica». Dal 1975 si occupa di cronaca nera e alterna la passione per il giornalismo e per la scrittura con quella per le arti marziali, che pratica fin da bambino e che appaiono sempre nei suoi romanzi. Ha pubblicato Roma maledetta (Donzelli, 1998) e, con la Newton Compton, La legge di Lupo solitario (2007), L’Istinto del Lupo (terzo classificato al Premio Strega 2009 e vincitore del “Controstregati”), Il Carezzevole (2010), L’adepto (2011), Il guardiano (2012), Gioco perverso (2012), Crimini imperfetti(raccolta di tutte le indagini di Marco Corvino, 2013), Ossessione proibita (2013), La strada dei delitti (2014). Nello stesso anno il suo racconto Spari di mezzanotte appare nell’antologia Delitti di Capodanno, sempre per Newton Compton. Nel 2015 esce Nel mondo di mezzo. Il romanzo di mafia capitale (Newton Compton).
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