Il gioco delle tre carte




Recensione di Celeste Degl’Innocenti

Autore: Marco Malvaldi

Editore: Sellerio

Pagine: 216

Genere: Thriller

Anno Pubblicazione: 2008

Ritroviamo l’esilarante e caratteristico quartetto dei vecchietti di Pineta dove e come l’abbiamo lasciato: al BarLume ad invocare a gran voce caffè. Per chi non fosse familiare con i romanzi di Marco Malvaldi – dal 2007 pubblicati dalla casa editrice Sellerio -, si tratta di una serie gialla oramai chiamata con simpatia dagli affezionati “serie dei vecchietti del BarLume”.
Sono infatti questi quattro nullafacenti e pettegoli pensionati, con il nipote di uno della cricca, barista – o meglio, barrista – del sopracitato BarLume, i peculiari figuri che costellano i gialli tutti toscani di Malvaldi.
Con il secondo romanzo della serie, “Il gioco delle tre carte”, Malvaldi ci trasporta nel Maggio dell’anno successivo rispetto agli avvenimenti del primo libro, “La briscola in cinque”.Stavolta il misfatto si svolge durante una conferenza internazionale riguardante la Biochimica: un anziano professore giapponese muore infatti in circostanze incongruenti che porteranno ad un coinvolgimento immediato non solo del già conosciuto Dottor Commissario Fusco, ma dell’apatico barrista Massimo, nell’inedito ruolo di interprete e traduttore per i vari professori universitari da interrogare.
Tuttavia anche in questo romanzo, come nel primo, la vera forza della storia non sta nella trama o nel mistero, ma nei personaggi stessi e nella prosa scorrevole ma mai disattenta dell’autore. Il tono ironico prettamente toscano di Malvaldi è come un marchio di fabbrica, si fa riconoscere con uno sguardo solo.“Va a finire che si diventerà come il paese della Signora in Giallo. Sì, quella che vive in un paesucolo da tremila persone dove ogni giorno ne ammazzano una, poi ogni tanto la invitano da qualche parte a passare il week-end e tonfa! Ammazzano qualcuno anche lì. Ma possibile che non si siano ancora accorti che la vecchia signora porta merda? Cosa la invitano a fare in campagna?”L’enigma potrebbe stavolta nascondersi in un laptop, emblema di un sottile filo che attraversa tutto il romanzo: il rapporto odierno con Internet o, come direbbe Ampelio, Internè.
La prima scena si apre infatti con l’ormai caratteristica area esterna del BarLume mentre, con risultati deludenti, Massimo tenta di capire sin dove arriva la Wi-Fi che ha appena installato.
Il barista infatti, con un’anima decisamente geriatrica, è laureato in Matematica, ed è, in gergo, uno smanettone. Dall’altra parte, la scarsa conoscenza da parte dell’ “asilo senile” – qui copio un colpo di genio di Malvaldi che meglio non avrebbe potuto descrivere i quattro pensionati – di tutto ciò che è tecnologico, crea un binomio con inevitabili sfoci molto comici.

L’autore usa inoltre sapientemente questa seconda parte della serie per aggiungere un tassello alla caratterizzazione di Massimo, con una finestra sulla sua carriera universitaria incorniciata da un paio di riflessioni degne di nota; per i prossimi volumi potremmo aspettarci una disamina della rovina della sua vita coniugale, per ora sempre imputata con rancore da Massimo all’adulterio della moglie in un paio di righe.
In sostanza, con Malvaldi non si può sbagliare e non si sbaglia. Certo, non consiglierei le sue opere a chi è alla ricerca di un giallo puro, tetro o dalle sfumature inquietanti; ma lo consiglierei invece a chi vuole passare del tempo sorridendo, con una lettura leggera ma allo stesso tempo dall’ironia mai troppo facilona e scontata.
Malvaldi è una lettura più che piacevole, scritta con lo scopo di divertire ed intrattenere il lettore; e ci riesce egregiamente.

Marco Malvaldi


Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con Sellerio, la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume 2016, salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013) e Buchi nella sabbia (2015).

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