Il giorno
della giustizia
James Patterson, Maxine Paetro
Longanesi 2023
Annamaria Biavasco (Traduttore)
poliziesco/thriller, pag.336
Sinossi. Tre città: Chicago, San Francisco, Los Angeles. Tre omicidi. Tutti avvenuti alla stessa ora. La mira dei tiratori è precisa quanto la scelta dei bersagli: un uomo che accompagnava il figlio a scuola, un produttore discografico e un giocatore di baseball. L’elemento che li accomuna è una doppia vita legata al narcotraffico. La detective Lindsay Boxer, alla quale vengono affidate le indagini di San Francisco, si rende conto che il tempo non è dalla sua parte, perché la ruota della morte continua a girare e col passare dei giorni l’elenco delle vittime cresce sempre di più. Mentre il caso infiamma l’opinione pubblica, divisa tra chi condanna il letale tiro a segno e chi invece ne condivide la matrice giustizialista, anche le altre donne del Club Omicidi vivono giorni frenetici: l’avvocato Yuki Castellano prova a salvare da una condanna il giovane e ingenuo Clay Warren, stretto fra la morsa della malavita e il carcere. Ma la sfida più grande è forse quella che il medico legale Claire Washburn si ritrova improvvisamente a combattere, contro un nemico invisibile e più subdolo di qualsiasi criminale.
Recensione di Denise Antonietti
Conoscevo di nome le donne del Club Omicidi, ma questo è il primo libro della serie che mi capita di leggere.
La caratteristica che salta immediatamente agli occhi di un nuovo lettore è, secondo me, il format: sembra scritto per la televisione. Tutto, dai dialoghi, alla presentazione del mondo ordinario in cui si muovono le protagoniste, i loro drammi personali, le interazioni tra loro e con la famiglia, tutto quanto ricorda la struttura di un episodio di serie tv (mi vengono in mente Rizzoli&Isles, Crossing Jordan… etc). Inclusa l’abituale riunione del Club Omicidi al solito bar che viene presentata, con struttura circolare, poco dopo l’inizio e in chiusura di narrazione.
La necessità di introdurre il mondo ordinario di così tante protagoniste fa sì che dopo il primo omicidio, presentato subito come teaser, il filo della storia si perda per seguire invece Lindsay Boxer e il marito nella loro vacanza romantica. Tensione narrativa: perduta.
I personaggi, per quanto tridimensionali e molto ben caratterizzati, vengono presentati al loro ingresso in scena con una specie di didascalia esplicativa, che fa risparmiare un sacco di tempo al lettore abituale, nonché allo scrittore (non deve ricorrere a lunghe pagine di show: può tell, raccontare, in poche righe succinte, tutto quello da sapere).
A titolo di esempio:
“Il venerdì mattina il tenente Jackson Brady, capo della polizia facente funzione, […]. Brady aveva lavorato in squadra con entrambi da quando si era trasferito al Dipartimento di San Francisco e più di una volta aveva affrontato con loro situazioni di grave pericolo. Contava su di loro e loro potevano contare su di lui.”
Per il lettore neofita (e un po’ antipatico, come me), questo schema invece odora da lontano di pigrizia narrativa da parte di un autore che, è evidente, sa fare molto di meglio.
Una volta entrati nel vivo la narrazione procede senza inciampi. Lo stile diretto, rapido, coadiuvato da capitoli brevissimi, contribuisce a far proseguire spediti nella lettura.
Il caso principale affronta un tema scottante, per motivi culturali meno sentito in Italia che negli Stati Uniti: quello dei giustizieri e, parallelamente, quello dei veterani. Cosa succede quando i militari tornano in patria e non riescono a reinserirsi nella comunità?
Cosa succede se lo stesso senso del dovere e della giustizia che li ha spinti ad arruolarsi si trasforma, dopo le esperienze sul campo di battaglia, nella necessità impellente di fare qualcosa davanti alle storture della nostra società?
Dove finisce il principio, tutto americano, del “we protect our own” (proteggiamo ciò che ci appartiene) e inizia la criminalità?
Naturalmente, per Lindsay Boxer e le altre donne del Club Omicidi la risposta è chiara: i giustizieri vanno fermati. Non c’è spazio per il chiaroscuro, la zona d’ombra tra giusto e sbagliato. Da una parte c’è il Bene, dall’altra il male.
E anche questo è molto da serie tv, più che da vita reale.
Postilla tecnica: la narrazione, portata avanti alternativamente dai punti di vista delle varie amiche, è generalmente in terza persona. Fa eccezione, per motivi che non sono riuscita a spiegarmi, il personaggio di Lindsay Boxer: in alcuni capitoli narra in prima persona, in altri invece anche lei è presentata in terza persona con focalizzazione interna. Errore? Illuminatemi.
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James Patterson
Maxine Paetro
James Patterson Scrittore statunitense. Dopo gli studi, nel Massachusetts e nel Tennessee, si è trasferito a New York, dove ha lavorato per l’agenzia pubblicitaria J. Walter Thompson, diventando il presidente della filiale americana. Vincitore nel 1977 del prestigioso premio Edgar per il miglior romanzo d’esordio (The Thomas Berryman Number), da allora si è imposto come uno dei migliori e più prolifici autori di thriller. La sua fama è legata soprattutto al personaggio di Alex Cross, lo psicologo cacciatore di serial killer interpretato sul grande schermo da Morgan Freeman in due fortunate trasposizioni (Il collezionista e Nella morsa del ragno), ma anche ai romanzi delle Donne del club Omicidi e alla serie Maximum Ride. I suoi libri, tradotti in tutto il mondo, solo negli Stati Uniti hanno superato le dieci milioni di copie vendute.
Maxine Paetro. Scrittrice statunitense, che ha pubblicato fin dal 1979. Nel 2005, ha iniziato la prima di oltre una dozzina di collaborazioni con l’autore di best seller James Patterson, con cui scrive la serie Le donne del club omicidi.