Sinossi. Studente calabrese fuorisede a Pisa, Livio Maiorano deve laurearsi in Giurisprudenza: manca poco, rassicura il giovane, il tempo di dare gli ultimi esami e discutere la tesi. Ma le cose non stanno così, di esami non ne ha sostenuti che un paio, tutto il resto è finzione, un abile racconto che ha costruito per chiunque: per il padre e la madre che lo hanno già designato come erede dello studio notarile di famiglia a Crotone, e pure per Alessia, amica di una vita con cui condivide l’appartamento con vista sull’Arno. Nei mesi in cui, come un equilibrista, cammina sul filo delle bugie e diserta la strada prestabilita, Livio va alla ricerca dello spiraglio in cui si nasconde la salvezza. Indaga sé stesso, le sue relazioni, tra promesse e inganni, chiedendosi se potrà sopravvivere quando la verità sarà venuta a galla, e se tra le persone che ha intorno – famiglia, amici, un amore inaspettato – ci sia qualcuno disposto ad ascoltarla e accettarla, quella verità difficile da dire e da vivere. Al suo esordio letterario, Maurizio Amendola ci consegna una storia potente sul peso delle ambizioni familiari, sulla solitudine, sulle seconde possibilità e sul disorientamento dell’essere giovani.
IL LAUREANDO
di Maurizio Amendola
66thand2nd 2023
narrativa, pag.144
Recensione di Laura Bambini
Sono figlia della generazione dell’eccellenza. Ci veniva imposta già alle elementari, se qualcuno di noi era “nella media” era stupido, se aveva bisogno di più tempo era “da sostegno”. Non c’è stato concesso essere nella media, figuriamoci ancor meno.
Siamo arrivati agli anni dell’università sovraccaricati di aspettative, sempre altrui e quasi mai nostre. Abbiamo iniziato le lezioni già sentendoci “in colpa” verso i nostri genitori che ci pagavano la retta e abbiamo studiato con l’ansia perenne di fallire, fallendo già in partenza.
La maggior parte di noi ha vissuto la seduta di laurea come una liberazione, non come una conquista.
Maurizio Amendola mette in scena Livio, studente di Giurisprudenza figlio di un notaio calabrese e di una madre che gestisce lo studio del marito. Come da copione, Livio è già predestinato a ereditare lo studio di famiglia e i suoi obiettivi e interessi sono irrilevanti, contano solo le aspettative dei genitori.
A Livio non piace studiare Legge, ma ai genitori dichiara che gli esami vanno bene, anche se per loro mai abbastanza, e che tra poco discuterà la tesi.
Livio passa invece le sue giornate a interrogarsi e a coltivare le sue passioni senza mai dire la verità, nemmeno ad Alessia, l’amica/sorella con cui condivide l’appartamento a Pisa, e si trascina in una spirale di bugie fino al giorno della laurea.
Non spenderò altre parole sulla cecità di molti genitori o su quanto si fossilizzano su sé stessi e sul proprio vissuto, preferisco concentrarmi sul racconto accurato e non melenso del disagio vissuto dalla mia generazione. Qualcuno tempo fa qualcuno ha scritto che siamo la generazione del senso di colpa, quella che andrà in terapia al posto dei nostri genitori. Non posso che essere più d’accordo.
Ci portiamo dentro delle domande a cui a nessun adulto si è preso la briga di rispondere, ci siamo sentiti in obbligo di laurearci e di ottenere un benedetto posto fisso per esaudire i desideri di qualcun altro, ormai talmente internalizzati che abbiamo creduto fossero i nostri.
I genitori di Livio non hanno sospetti e, come leggiamo su molte testate, “nessuno si è accorto di niente”.
Certo, quando si è presi a vivere la propria vita e a pretendere di vivere quella dei propri figli, è difficile accorgersi che è quella di un’altra persona.
(Leggetelo.)
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Maurizio Amendola
Maurizio Amendola è nato nel 1985 a Lamezia Terme ed è cresciuto a Crotone. Sceneggiatore, si occupa dello sviluppo di film e serie tv per produzioni italiane e straniere. Per 66thand2nd ha contribuito all’antologia di racconti Per rabbia o per amore (2020). Il laureando è il suo primo romanzo.
A cura di Laura Bambini