Il lungo ritorno




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Elizabeth George

Traduzione: Mariapaola Dettore

Editore: Longanesi

Genere: Giallo

Pagine: 242

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Sir Thomas Lynley, ottavo conte di Asherton, è uno dei più stimati ispettori di Scotland Yard grazie alla sua abilità investigativa davvero fuori dal comune e a un fascino irresistibile. Finalmente Lynley ha deciso di prendersi un po’ di vacanza per far conoscere la fidanzata Deborah alla madre che vive ad Howenstow, in Cornovaglia. Ma l’efferato omicidio di un giornalista scuote l’apparente tranquillità del villaggio e costringe l’innato senso di Lynley per la giustizia a mettersi sulle tracce della verità. Un giallo, il cui esito finale cambierà per sempre la vita dell’ispettore.

Recensione

Il lungo ritorno è cronologicamente il quarto libro scritto da Elizabeth George nell’ambito della serie dedicata all’ispettore Thomas Lynley ma è un prequel in quanto ambientato prima del romanzo d’esordio, E liberaci dal padredel 1988, per cui può essere l’occasione migliore per fare la conoscenza di questa saga per ora formata da venti gialli.

Elizabeth George è nata negli Stati Uniti ma ha scelto l’Inghilterra come contesto delle sue opere perché le offriva un retroterra storico e psicologico ideale per le sue trame che non si limitano al resoconto di unindagine criminale ma scavano a fondo nella mentalità dei personaggi per metterne a nudo l’ intima personalità donando loro una profondità insolita per il genere poliziesco.

L’autrice non si limita al lavoro sui protagonisti principali ma costruisce un profilo approfondito anche sulle comparse in modo da creare un universo narrativo coerente e molto affascinante.

Il campo d’indagine di Elizabeth George è solitamente concentrato sulle dinamiche che si instaurano nell’ambito familiare, esplorando con attenzione ogni combinazione possibile, senza aver paura di toccare tabù o argomenti scomodi e se questa scelta talvolta rallenta il ritmo interno del giallo permette di avere una densità qualitativa ed un valore nettamente superiore alla media.

In questo romanzo del 1991 che è concepito come primo atto di una lunga serie vediamo lo svolgersi di un’indagine privata in quanto il primo omicidio avviene in una pittoresca località della Cornovaglia dove Thomas Lynley, ispettore del CID di Londra e ottavo conte di Asherton ha i suoi possedimenti.

Affiancano Lynley nel ritorno alla casa avita dopo tanto tempo la fidanzata e promessa sposa Deborah e gli amici Simon St. James e Lady Helen, consulenti scientifici della polizia londinese.

Il brutale omicidio di un giornalista locale provoca una catena di avvenimenti che porterà a sconvolgere l’esistenza di tante persone e soprattutto la vita sentimentale dei quattro amici.

Il vero protagonista di questo giallo è Simon St. James che solitamente si occupa dell’aspetto scientifico delle prove ma in questo caso, essendo Lynley troppo coinvolto emotivamente, riesce con abilità a capire tutti i complicati intrighi che stanno dietro ai delitti che si susseguono.

Elizabeth George però non si limita a creare un intreccio valido e intrigante ma, parallelamente, sviluppa un approfondito studio psicologico sull’ambiente umano che interagisce con la vicenda poliziesca.

L’uomo non può rimanere sempre bambino, deve alla fine avventurarsi nella vita ostile.

scrisse Sigmund Freud ed è proprio questa ferita aperta del rifiuto della responsabilità il tema sotteso del romanzo.

Tutti i personaggi hanno dei sensi di colpa per non essere riusciti, per un motivo o per l’altro, ad affrontare la vita ostile, come St. James che, per paura di una risposta negativa, non ha mai confessato a Deborah il suo folle amore, oppure Thomas Lynley che è andato via da casa tanti anni prima non riuscendo a provare amore ed empatia per sua madre e per suo fratello che stava andando alla deriva.

Queste traiettorie esistenziali si intrecciano e si scontrano in un romanzo che supera i confini del genere poliziesco e che costituisce uno dei migliori  libri della George,

Il lungo ritornovede in campo tutti i protagonisti canonici della serie compresa la tostissima Barbara Havers in un breve cameo che però fa ben capire la determinazione e la forza di questo personaggio che nei libri successivi diventerà tanto potente da rivaleggiare con Lynley in una contrapposizione tanto netta quanto coinvolgente.

  

 

Elizabeth George


è nata il 26 febbraio del 1949 a Warren, una città dellOhio, negli Stati Uniti. Sua madre era uninfermiera e suo padre faceva il manager presso unazienda di trasporti. Un anno e mezzo dopo la nascita di Elizabeth, la famiglia George si trasferì a San Francisco, in quanto il padre non riusciva a sopportare il clima del Midwest. Elizabeth ha studiato Inglese presso la Riverside University of California. Dopo la laurea, ha iniziato a lavorare come insegnante di inglese nella scuola pubblica e, contemporaneamente, ha frequentato un corso di specializzazione in Psicologia. Da un punto di vista accademico, inoltre, nel 2004 ha ricevuto una laurea honoris causa in lettere presso la Cal State University Fullerton e nel 2010 ha ricevuto un altro riconoscimento dal Northwest Institute of Literary Arts. Nel 1971 si è sposata con Ira Jay Toibin, ma i due hanno divorziato nel 1995. Especializzata nel romanzo giallo. Il suo romanzo desordio, A Great Deliverance, fu pubblicato nel 1988 ed è il romanzo che ha dato vita alla sua serie più fortunata, quella relativa allispettore Lynley, detective di Scotland Yard. Alcuni libri della serie sono stati trasposti per la televisione in una fortunata serie TV andata in onda sulla BBC. Oltre alla serie relativa allispettore Lynley, ha scritto altri romanzi, meno famosi. Nel 1988 ha ottenuto il premio letterario Agatha Award come migliore opera prima. Lanno successivo, per la stessa categoria, ha vinto anche lAnthony Award. Attualmente vive fra la California e South Kensington (Inghilterra).

 

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