Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: John Connolly
Editore: Fanucci editore – Time crime
Pagine: 365
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2016
Cittadina modello, abitanti felici che vivono e lavorano per il bene della loro comunità, il fulcro una chiesa le cui fondamenta arrivano direttamente dal nord-est dell’Inghilterra, e non stiamo parlando solo di fondamenta spirituali ma di mattoni e pietre che hanno attraversato l’oceano assieme ai loro fedeli: questa è Prosperous.
Ma Prosperous è per pochi, per coloro che già la abitano da generazioni e che sono “invitati” a non abbandonarla, diffidente nei confronti delle novità e degli stranieri, custode unica dei propri segreti, agli occhi dei più, un’oasi felice che vive a porte chiuse.
Ma se tutto è così perfetto perché due fatti non particolarmente piacevoli vengono, in qualche modo, collegati alla ridente cittadina del Maine?
A Portland, un senzatetto, Jude, viene rinvenuto impiccato nel seminterrato dove aveva trovato temporaneamente rifugio.
Peccato Jude non sia un senzatetto qualunque ma un punto di riferimento per gli altri abitanti della strada, per le forze dell’ordine, per gli operatori sociali e soprattutto un uomo di cultura con ancora un sogno nel cassetto.
Molte miglia più a sud, una ragazza scompare dopo aver ricevuto una proposta di lavoro. Peccato non sia una ragazza qualunque, ma la figlia di Jude, e il probabile luogo di lavoro non sia un luogo qualunque ma Prosperous.
Charlie Parker, investigatore privato ben noto per i suoi precedenti, viene assoldato in modo inconsueto per fare chiarezza sui lati oscuri di questa doppia vicenda.
Per Charlie non è un problema, non gli mancano certo testa, carattere e amicizie, è abituato a qualunque richiesta e si mette al lavoro. Ma il nostro investigatore commette un errore: si infiltra troppo non solo nel presente ma anche nel passato di Prosperous e questo non è affatto gradito ai primi cittadini, tra i quali si insinua malcontento, disaccordo e odio, spezzando definitivamente un equilibrio già precario.
La conseguenza più grave di quest’errore è l’involontaria uscita di scena proprio di colui che l’ha commesso: Charlie Parker. Con un effetto domino, gli equilibri vengono meno anche fuori Prosperous: si scatena una sorta di meccanismo a catena per cui tutto è concesso, inizia una nuova partita, nasce una nuova squadra costituita da alleati e nemici, prede e predatori, ricattati e ricattatori, ricchi e poveri, vecchie conoscenze e nuove, si stringono momentanee alleanze che nemmeno la mente più fervida avrebbe potuto immaginare. Tutto ciò sarà sufficiente a fare giustizia e ristabilire una quiete apparente?
E comunque di fronte ad un bivio è sempre necessario fare una scelta.
Da leggere perché l’atmosfera che si respira in questo romanzo ha il profumo delle biblioteche di una volta (spettrali ma bellissime le descrizioni delle decorazioni in chiesa, inquietanti le discussioni sulle congregazioni religiose.)
Da leggere perché immedesimarsi nei personaggi è sorprendentemente facile: i pensieri, i sentimenti, le emozioni di ciascuno li ho vissuti sulla mia pelle (mi sono ritrovata a spiare una chiesa dal bosco con il cuore in gola, mi sono sentita tradita da un’amica che non mi ha scritto…)
Da leggere perché l’analisi psicologica dei senzatetto non si ferma alle apparenze, ma fornisce diversi spunti di riflessione e studio.
Da leggere perché è un thriller ma condito con le giuste dosi di psicologia, soprannaturale, storia, atrocità e tenerezza che lo rendono intenso, profondo e mai monotono… come Charlie Parker, del resto.
John Connolly
Nasce a Dublino il 31 maggio 1968. Dopo una serie di lavori occasionali, intraprende la carriera di giornalista, che lo aiuterà a diventare uno scrittore di successo. E’ conosciuto ai più come padre del detective privato Charlie Parker, ex poliziotto protagonista di una serie di romanzi, la maggior parte ambientati nel Maine, USA.