Recensione di Sabrina De Bastiani
Autore: Maria Teresa Valle
Editore: Frilli
Collana: Supernoir
Genere: noir
Pagine: 224 p.
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Genova, 1950. La guerra è finita da pochi anni e Genova ne mostra ancora le ferite. In questa città, che con fatica e coraggio sta cercando di ritrovare la sua normalità, torna, in qualità di commissario capo, Damiano Flexi Gerardi. Durante il regime fascista e per tutto il periodo del conflitto ha esercitato il suo ufficio in Sardegna, confinato a Oristano per aver urtato i poteri forti con la sua ostinazione durante un’indagine. Al commissariato di Prè, dove è stato destinato, lo aspetta un collega, il vice commissario Alfiero Bonvicini, con cui c’è una ruggine di vecchia data, e un giovane ispettore, Silvio Marceddu, con cui simpatizza subito, nonostante il proprio carattere restio alle amicizie. Fa appena in tempo a sistemarsi a casa del fratello e della cognata che viene chiamato in causa per un delitto: un modesto sarto di abiti ecclesiastici, Ermete Cicala, viene trovato ucciso nel suo laboratorio situato nel cuore del centro storico. Nessun testimone, nessun indizio aiutano il commissario nelle indagini, che si rivelano subito molto difficili. La vittima è un uomo di specchiata onestà, apparentemente senza nemici. Non un solo movente per il suo omicidio. Ma è davvero così? Un secondo delitto, vittima la tenutaria di una casa chiusa, Margherita Papi, detta Margò, seguito dalla scomparsa di un giovane confidente della polizia e, successivamente, di quella del fratello di Damiano, Vincenzo, complicano ulteriormente le indagini. Il commissario si imbatte inoltre in Else alias Gerda e Gustav alias Stefan, due fratelli giunti a Genova dalla Germania. Cosa li ha portati nella città del porto? Perché hanno cambiato i loro nomi? Come si collega la loro vicenda con i delitti su cui sta indagando Damiano Flexi Gerardi? Il commissario, oppresso dalla rupofobia e dalla afefobia, tormentato da un amore impossibile, ostacolato dal questore, arriverà alla fine a scoprire un’amara verità. A suo modo di vedere solo una sarà la soluzione possibile.
Recensione
Il Becchino. Meritava davvero questo soprannome. Se ne convinceva ogni giorno di più. Guardiano dei morti. Guardiano delle sue passioni morte.
Maria Teresa Valle, autrice elegante, sopraffina e tagliente di penna, non sia mai che un fioretto possa affondare meno di una sciabola, che i lettori conoscono e già amano per la fortunata serie che vede protagonista di intriganti indagini la biologa Maria Viani, spiazza coraggiosamente e fa centro pieno con un nuovo protagonista in una Genova del 1950 descritta talmente bene nello spirito e nei luoghi da garantire un vero viaggio spazio temporale.
Ma partiamo da lui.
Il commissario capo Damiano Flexi Gerardi. Un nomeazzeccatissimo e cucito addosso al personaggio, altisonante ma non altezzoso, musicale ma di onomatopee secche, nomen omen in queste ambivalenze, un carattere portato al sentimento ma da questo in perenne e costante fuga.
Lo capiremo più avanti forse, speranzosi e abbastanza certi, vista l’ottima accoglienza del romanzo, in episodi successivi, quanto davvero sia patologica questa corazza – si parla di fobie a giustificare la sua avversione al contatto fisico e umano e l’ossessiva pulizia – e quali ne siano le cause scatenanti.
Per ora limitiamoci a considerare come, nel frequente lavaggio delle mani ad esempio, ci sia anche la volontà di smacchiare coscienze, e come, nel rifuggire i contatti umani, i rari che ci sono, siano desiderati e scatenino sconquassi da Scala Mercalli nel Gerardi.
Non è, qui, la mente che rifiuta, ma altre circostanze che nulla hanno a spartire con più o meno conclamate fobie.
E arriviamo a lei.
Genova, 1950.
Crocevia di interessi e di intenzioni. Il porto, i traffici, di ogni genere. Il dopoguerra e i suoi strascichi.
Genova occulta e che occulta, nell’equilibrismo da funamboli del tutti sanno nessuno vede.
Valle mette in campo una robusta, solida, accurata e precisa preparazione storica e grazie al suo talento la veicola al servizio della fiction narrativa, creando quella magia che si celebra nelle pagine quando un passato viene descritto non rianimandolo ma restituendolo vivo, quando non è contesto a sé ma perfetto amalgama con le vicende raccontate.
Suggestivo e appassionante, Il mandante, una trama che si svela e rivela capitolo dopo capitolo, un cuore noir già insito nel soprannome del protagonista, il Becchino.
Ma Genova, città di mare e di vento ce lo insegna, che non c’è nero che tramontana non riesca a stemperare …
“Ormai aveva preso la sua decisione. Si sentiva leggero. Il soprabito nero svolazzava nel vento.“
Maria Teresa Valle
Maria Teresa Valle è nata a Varazze (SV), ma risiede a Genova. Laureata in Scienze Biologiche e specializzata in Patologia Generale, ha lavorato in qualità di Dirigente Biologa all’Ospedale San Martino di Genova. Ha pubblicato per Fratelli Frilli Editore i romanzi La morte torna a settembre, Le tracce del lupo, Le trame della seta, L’eredità di zia Evelina, Il conto da pagare, La guaritrice, Burrasca, Maria Viani e le ombre del ’68, I ragazzi di Ponte Carrega, Delitto a Capo Santa Chiara e Il segreto di Forte Diamante.
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