Recensione di Fiorella Carta
Autore: Fabio Genovesi
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Pagine: 318
Anno: 2018
Sinossi. Fabio ha sei anni, due genitori e una decina di nonni. Sì, perché è l’unico bimbo della famiglia Mancini, e i tanti fratelli del suo vero nonno – uomini impetuosi e pericolosamente eccentrici – se lo contendono per trascinarlo nelle loro mille imprese, tra caccia, pesca e altre attività assai poco fanciullesche. Così Fabio cresce senza frequentare i suoi coetanei, e il primo giorno di scuola sarà per lui un concentrato di sorprese sconvolgenti: è incredibile, ma nel mondo esistono altri bambini della sua età, che hanno tanti amici e pochissimi nonni, e si divertono tra loro con giochi misteriosi dai nomi assurdi – nascondino, rubabandiera, moscacieca. Ma la scoperta più allarmante è che sulla sua famiglia grava una terribile maledizione: tutti i maschi che arrivano a quarant’anni senza sposarsi impazziscono. I suoi tanti nonni strambi sono lì a testimoniarlo. Per fortuna accanto a lui c’è anche un padre affettuoso, che non parla mai ma con le mani sa aggiustare le cose rotte del mondo. E poi la mamma, intenzionata a proteggere Fabio dalle delusioni della vita, una nonna che comanda tutti e una ragazzina molto saggia che va in giro travestita da coccinella. Una famiglia caotica e gigantesca che pare invincibile, finché qualcosa di totalmente inatteso la travolge. Giorno dopo giorno, dalle scuole elementari fino alle medie, il protagonista cerca di crescere nel precario equilibrio tra un mondo privato pieno di avventure e smisurato come l’immaginazione, e il mondo là fuori, stretto da troppe regole e dominato dalla legge del più forte. Tra inciampi clamorosi, amori improvvisi e incontri straordinari, in un percorso di formazione rocambolesco, commovente e stralunato, Fabio capirà che le nostre stranezze sono il tesoro che ci rende unici e intanto scoprirà la propria vocazione di narratore perdutamente innamorato della vita.
Recensione
Nello spettro delle emozioni di un essere umano troviamo risate, lacrime, paura, empatia… Insomma Genovesi con questo libro le tocca tutte.
Il linguaggio semplice e schietto, a tratti selvatico, di Fabio, riporta indietro a un’infanzia genuina, in cui le persone adulte non erano intralcio, ma guida, guardia e insegnamento. Così è stato per me e per le generazioni a me vicine.
Fabio poi è fin troppo addentro alla routine adulta, feticcio di ogni prozio, quando arriva a scuola scopre un mondo nuovo, fatto di coetanei strani, non impacciati come lui. In principio si adatta e poi scuote da dosso l’obbligo e si circonda solo di persone affini, comunque distanti da un’adolescenza normale e stereotipata.
Il mare dove non si tocca è in realtà un oceano, di amore verso la vita, verso gli affetti, verso ciò a cui apparteniamo e che, arrivati a un certo punto della vita rinneghiamo, fino a quando non ci pungono sul vivo e difendiamo il nostro, per quanto strambo, diverso, unico.
Una scrittura semplice e non per questo meno pungente, proprio sul vivo delle sensazioni umane, di quella semplice accezione che chiamiamo anima e che, in questo dolcissimo romanzo, viene fuori senza maschera alcuna.
Fabio Genovesi
Fabio Genovesi (Forte dei Marmi, 1974) ha pubblicato per Mondadori i romanzi Il mare dove non si tocca (2017), Chi manda le onde (2015, premio Strega Giovani), Versilia Rock City (2012) ed Esche vive (2011) e, per Laterza, il saggio cult Morte dei Marmi. Collabora con il “Corriere della Sera” e il suo settimanale “La Lettura”.
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