Il mio romanzo viola profumato




 Recensione di Carola Di Giovanni


AutoreIan McEwan

TraduzioneSusanna Basso

Editore: Einaudi 

Genere: Narrativa

Pagine: 64 

Anno di pubblicazione: 2018

Recensione. Il mio romanzo viola profumato, nuovo racconto o romanzo breve di Ian McEwan, nonostante il titolo romantico e rassicurante, ha le carte per essere un thriller in piena regola. Come uno dei più bei racconti di Edgar Allan Poe, Il cuore rivelatore, si configura come la confessione di un crimine, non di un omicidio, bensì di un plagio.

Parker Sparrow e Jocelyn Tarbet crescono, studiano e scrivono insieme. Entrambi sognano di diventare scrittori di successo, ma solo Jocelyn raggiunge lo scopo, e a Parker restano un lavoro da insegnante, una casa in periferia, una famiglia numerosa. Non c’è però nessun rancore né pentimento.

Per anni continuano a considerarsi più che amici: una famiglia. Ma un giorno Parker trova in casa di Jocelyn il dattiloscritto del suo nuovo romanzo.

È il suo capolavoro: ne resta estasiato e commosso. Istantaneamente, senza domande o riflessioni, decide di rubarlo. Passa un weekend a riadattare e modificare la storia, a renderla sua, per poi riporre l’originale dove e come l’aveva trovato. La pubblica a sue spese, con un altro titolo. Anni dopo esce il vero romanzo, quello col nome del suo amico, e Parker riesce a convincere tutti, lo stesso Jocelyn, di essere vittima di un plagio.

Tutto è raccontato con logica e freddezza, nel modo in cui un serial killer racconterebbe la massima espressione della sua arte.

Significativa è la scelta di inserire in questo stesso volume anche il saggio “L’io, pronunciato durante il conferimento del premio Bottari Lattes Grinzane 2018. Il testo si pone come un’analisi della centralità dell’io nella nostra cultura, oggi, nell’era dei selfie e dei social network, come in tutti i tempi, essendo l’essere umano una vera e propria creatura narrante, che narra se stesso e il proprio (o i propri) io agli altri.

Ma in relazione alla storia di Parker Sparrow potremmo chiederci quanto sia l’io veramente coincidente con ciò che siamo, o se sia piuttosto una finzione, la narrazione di ciò che vorremmo essere, o piuttosto che vorremmo gli altri vedessero in noi.

Un racconto raffinato, un libro che riflette sull’arte stessa del narrare e sul mestiere dello scrittore, ma soprattutto sull’identità dell’autore e sulla distanza tra ciò che è davvero e sull’io che racconta attraverso le sue opere.

Ian McEwan


Ian McEwan è nato nel 1948 ad Aldershott e vive a Londra. È autore di due raccolte di racconti: Primo amore, ultimi riti e Fra le lenzuola; un libro per ragazzi: L’inventore di sogni; un libretto d’opera: For You. Ha pubblicato il saggio Blues della fine del mondo e i romanzi: Il giardino di cementoCortesie per gli ospitiBambini nel tempoLettera a BerlinoCani neriL’amore fataleAmsterdamEspiazioneSabatoChesil BeachSolarMieleLa ballata di Adam HenryNel guscio e Il mio romanzo viola profumato. Tutti i suoi libri sono stati pubblicati in Italia da Einaudi.