Il mistero Borromini




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Massimo Aureli

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Thriller storico

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. 2 agosto 1667: l’architetto Francesco Borromini si getta sulla propria spada, provocandosi una ferita che lo conduce alla morte dopo ore di agonia. Papa Clemente IX, insospettito dalla insolita modalità del suicidio, ordina al monaco francese Bernard de Rochefort di indagare. Forte delle sue spiccate doti investigative, Bernard scopre che la morte dell’artista è da imputare al nitrile, una sostanza che, se inalata, provoca allucinazioni e psicosi. Ma chi può aver avvelenato Borromini, e perché? Le indagini condotte dal monaco e dal fido aiutante, Dominic, si concentrano inizialmente su Giovan Lorenzo Bernini, il grande rivale di Borromini, famoso per il suo carattere irascibile. Tuttavia, Bernard non è convinto di quest’ipotesi. Ben presto le sue ricerche lo porteranno a fare i conti con un segreto che affonda le radici nell’alchimia e che ruota intorno a un misterioso manufatto…

Recensione

Il ponte Elio è uno dei monumenti più importanti e ricchi di storia della città di Roma. Edificato per volere dell’imperatore Adriano per superare il Tevere in corrispondenza del mausoleo chiamato ora Castel Sant’Angelo.

Essendo il ponte che conduce verso la basilica di San Pietro ben presto divenne frequentatissimo e anche Dante lo vide a Roma e lo cita nella Divina Commedia: Come i Roman per l’essercito molto, l’anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto, che da l’un lato tutti hanno la fronte verso l’castello e vanno a Santo Pietro, dall’altra sponda vanno verso il monte.

Papa Clemente IX indisse una gara per renderlo più moderno e per dotarlo di nuovi parapetti. All’appalto parteciparono anche Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, i due più grandi architetti del barocco italiano.

I due non si amano, entrando in competizione per le nuove iniziative urbanistiche che stanno cambiando il volto della città eterna, impreziosendola di capolavori in questo stile sontuoso e spettacolare.

L’inimicizia tra Borromini e Bernini divenne proverbiale e quando nell’agosto del 1669 Borromini morì infilzato da una spada molti pensarono che Bernini fosse coinvolto.

Il mistero Borrominicomincia proprio dalla morte dell’architetto nato nel Canton Ticino, che si lanciò contro una spada ma poi, durante l’agonia, accusò il rivale di averlo ucciso.

Il papa Clemente IX per far luce su questo episodio tanto oscuro quanto clamoroso chiama a Roma l’ex cavaliere di Malta e ora monaco francese Bernard de Rochefort che dovrà capire quanto di vero ci sono nelle accuse del morente Borromini.

L’esperto ecclesiastico, coadiuvato dal novizio Dominic, dovrà con vagliare con acume ogni testimonianza per separare le tante bugie che hanno a che fare con la ristrutturazione di ponte Elio dalle poche verità e indagando sulla ombrosa e violenta personalità del Bernini deve anche preoccuparsi della sua incolumità.

Bernard de Rochefort farà appello a tutta la sua esperienza militare ad anche al suo intuito di investigatore per sfuggire agli intrighi e alle false piste che nemici invisibili gli prospettano davanti, per capire quanto il pontefice voglia davvero scoprire la verità sulla morte di Borromini e in questo intento si troverà a studiare tutti gli appunti dell’architetto e soprattutto fare accurate ispezioni nelle chiese da lui progettate perché

disegnava in continiazione stelle nei cerchi e nei triangoli, stelle perfino nelle croci e nelle palme

ed era alla ricerca smodata della perfezione facendosi aiutare da un frate matematico, l’agostiniano padre Giovanni da Bitonto.

Addentrandosi in un ambiente ambiguo come quello della curia papale padre Bernard deve cercare di dissimulare ogni sua teoria e quando una traccia lo porta nella magnifica chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, durante la ricerca di un antico dodecaedro magico di epoca romana, tutti i fili pendenti sembrano unirsi per consentigli di mettere ordine nella singolare inchiesta ma i colpi di scena sono ancora possibili.

Partendo da reali contraddizioni e documenti fumosi riguardo al supposto suicidio di Francesco Borromini, Massimo Aureli costruisce una solida trama, affollata di personaggi equivoci e sfuggenti,

che soddisfa gli appassionati di gialli storici perché coinvolge due personalità estreme, giganti nell’arte ma ombrose ed estremamente volubili, rispettando tutte le svolte narrative necessarie in un giallo ambientato nel periodo barocco perché, come teorizzò circa quattrocento anni fa Giovan Battista Marino, “è del poeta il fin la meraviglia.”

Massimo Aureli


è appassionato di archeologia e di storia antica, ama fare ricerche su personaggi e luoghi storici poco conosciuti. Linteresse per la scrittura è cresciuto dopo aver lavorato nella biblioteca comunale del paese in cui vive. Dopo un anno di studi, ha terminato il suo primo romanzo, I pilastri della cattedrale, poi pubblicato con la Newton Compton.

 

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