IL MISTERO DI
VILLA LAMENTO
Roberto Carboni
Editore: Newton Compton Editore
Genere: Noir / Mistery
Pagine: 278
Anno edizione: 2024
Sinossi. Rossa come l’acqua di questo misterioso lago, rosso come il sangue che scorre in questa vallata.
1968. Il giornalista italoamericano Paul Cialdini si risveglia in ospedale dopo essere stato in coma: scopre così di aver subito un’aggressione e che la sua ragazza è morta. Nel tentativo di rimettere insieme i frammenti della sua vita e di scoprire l’identità dell’assalitore, si ritrova ospite di Villa Lamento, un inquietante monastero riconvertito in hotel di montagna, chiamato così per gli spifferi che soffiano dalle finestre e che ricordano, appunto, gemiti agghiaccianti. La valle che ospita l’hotel non è meno terrificante: si dice che da vent’anni un assassino, un gigante di oltre due metri, la percorra nottetempo in cerca di vittime a cui spezzare il collo e di cui dilaniare i corpi. C’è forse un collegamento tra i segreti che circondano Villa Lamento e l’aggressione subita da Paul? Per scoprirlo, il giornalista dovrà farsi strada attraverso l’ostilità degli abitanti della valle. Ma ogni mistero sembra celarne un altro ancora più profondo, e ogni passo verso la verità sarà più pericoloso del precedente…
Recensione di Roberto Forconi
La paura nasce dalla memoria. Fin dalla nascita sviluppiamo ricordi che si aggrappano ad episodi della nostra vita e si realizzano e si plasmano sotto le forme più strane e danno luogo a sensazioni, emozioni che restano attaccate addosso per tutta la vita. La paura primordiale è nel dna, scolpita nella roccia sanguigna come caratteri unici e che ha portato l’uomo a temere il buio, i luoghi desolati, la solitudine stessa come terrore.
Poi c’è la paura che nasce dal carattere e che viene nutrita nel corso degli anni; capita spesso che tale paura si generi da un episodio che abbiamo vissuto in prima persona e che per il passare degli anni, o magari una semplice dimenticanza abbiamo sopito da qualche parte. Essendo latente non significa che sia scomparsa, anzi, si mostra spesso quando visitiamo certi luoghi o assistiamo a certi fatti. A volte, la paura dell’ignoto ha il volto di qualcuno di familiare.
Questo è ciò che succede a Paul, giornalista affermato che dopo un’aggressione soffre di vuoti di memoria e non ricorda gli ultimi giorni prima del risveglio in ospedale. La mente è arcana e lo guida attraverso simboli e visioni attraverso un sentiero oscuro fatto di cose già sentite, percepite, animate e vissute. Il tranello giocato dagli occhi è semplice, ed è pur vero che questa sua semplicità lo porta a stare un passo avanti dallo scoprire cosa davvero si cela dietro alcune morti terribili accadute nei pressi di Villa Lamento.
E sta anche un passo avanti a noi lettori, ricordandoci pagina dopo pagina quanto sia labile il confine tra bene e male e che certi luoghi assorbono infinite energie che li rendono o bianchi o neri. E li, vivono per sempre.
La costruzione degli ambienti è uno dei punti forti di Carboni che mette in scena ina ragnatela visibile e tattile di odori e rumori che prendono vita pagina dopo pagina portando il lettore nel suo mondo; diventiamo così prigionieri delle sue idee, amici o nemici dei suoi personaggi e pian piano li facciamo nostri dandogli vita come la mente (questa già citata Mente che vi porterà spesso a dubitare) li disegna.
Una lettura frenetica che non lascia scampo alle pagine stesse che ruotano, si condensano di rumori e gorgoglii e rendono questa storia spettrale una sorta di gotico contemporaneo con echi che vanno dalla Jackson di Hill House alle facce rurali e segnate dal tempo del miglior Avati degli anni 70/80.
Paul è un personaggio concreto, versatile, ama il suo lavoro ed è bravo a farlo nonostante la sua grande popolarità possa mettergli i bastoni sulle ruote. Ci fa specchiare oltre il velo e ci ricorda che quello che siamo e facciamo non è altro che il frutto di una determinazione che nasce da qualcosa di forte; forte come il suo amore per Alisha, costretto a vederla morire due volte.
Il dolore segna e fa crescere Paul fino al culmine del romanzo dove lo troviamo come l’autore vuole che sia; e che forse, segnerà la nascita di quello che Paul sarà in futuro.
Nel libro che già dal titolo appare come una storia cupa, “nera” e crudele, vuol essere anche un viaggio tra i sentimenti che proviamo anche quando non vogliamo rendercene conto e ci mostra la vera natura della dimensione invisibile che abbiamo accanto; tutto ciò che non vediamo non significa che non esista.
La trama si dipana lineare come un mistery, una storia di indagine con dei bei climax a portarci fuori strada o rivelando particolari che portano a un livello superiore di lettura. Una sceneggiatura romanzata mi verrebbe da dire, molto più scenica e veloce di uno script reale da cui intingere il pennello per creare il mondo che Roberto Carboni ha partorito per noi.
Scrivere è un po’ come morire e la letteratura lo sa bene, conosce il suo limite e ce lo mostra per poi darci gli strumenti per oltrepassarlo.
Villa Lamento è la casa austera e spaventosa che tutti noi nella vita abbiamo visitano, la casa abbandonata delle nostre scappatelle estive in cerca di fantasmi, la nostra prigione quando tutto ci sembra perduto.
In un 1968 segnato da un profondo cambiamento per l’Italia, Carboni osa uscire dalla sua zona di comfort che è Bologna addentrandosi nei paesotti montanari del nord Italia dove la giornata scorre inesorabilmente al rallentatore e tutto assume il contorno di qualcosa che logora e rimane ancorato nel passato.
Questo non è un libro musicale, ma di musica è permeato in ogni parola ed è facile riconoscere nello scrittore una passione per seconda arte e ci arriva passando attraverso tutte le altre. L’architettura che genera mostri della ragione con note stonate e dissacranti come “la casa del Diavolo” del romanzo.
La pittura dei quadri familiari di Villa Lamento che stanno a dimostrare che nella tela si vive per sempre. Nella scultura dove figure deformi o spaventose si ergono a guardiani dei segreti che nascondono i luoghi del libro.
Potremo scrivere ancora molto a riguardo dei rimandi che Carboni ci presenta in questa sua nuova opera.
Una lettura incalzante che non vi schioderà fino al termine. Chiudete bene le porte, serrate forte le finestre, non fate entrare il vento in casa vostra, non permettete al Diavolo di portarvi via!
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Roberto Carboni
Classe 1968, è nato a Bologna e vive sulle colline di Sasso Marconi. È autore di numerosi romanzi e docente di scrittura creativa a tempo pieno. Nel 2015 è stato premiato con il Nettuno d’Oro (in precedenza attribuito, tra gli altri, a Lucio Dalla e Carlo Lucarelli), nel 2016 con il premio speciale Fondazione Marconi Radio Days (precedentemente premiati Enzo Biagi, Lilli Gruber). Nel 2017 ha vinto il Garfagnana in Giallo, nella sezione Romanzo Classic. Nel 2018 è stato vincitore del SalerNoir Festival di Salerno. Con la Newton Compton ha pubblicato con successo Il giallo di Villa Nebbia, La collina dei delitti, Il segreto dell’antiquario e Il mistero di Villa Lamento.