Il nido delle cicale




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Anna Martellato

Editore: Giunti

Genere: narrativa

Pagine: 224

Data di pubblicazione: 9 settembre 2020

Sinossi. Che cosa faremmo se un giorno scoprissimo che la nostra vita è un castello di sabbia e che nulla di quello che abbiamo costruito è autentico? Succede a Mia, compagna di Alessio, architetto di successo a Stoccarda. Per seguirlo, lei ha rinunciato a tutto, anche ad avere figli. Finché un giorno scopre che Alessio le ha nascosto una verità impossibile da accettare. Mentre tutto precipita, Mia torna dopo vent’anni di assenza nella grande casa di famiglia, sulle sponde del lago di Garda, dove abita la madre Vittoria, una donna eccentrica e autoritaria che vive cristallizzata nel passato e che Mia ha allontanato da sé molto tempo prima, a causa di un grave trauma familiare. Ma qui rivede anche Luca, il ragazzo diventato uomo di cui era innamorata da adolescente. Sarà lui a svelarle i segreti della coltivazione della lavanda e delle piante officinali da cui trae rimedi e unguenti. Su quelle colline profumate e inondate di sole Mia ritroverà per la prima volta un senso di pace e armonia. Che sia questo il modo di curare le proprie ferite e rinascere come fanno le cicale dopo un lungo sonno? Ma anche nella vita di Luca c’è un passato scomodo e doloroso che potrebbe costringere Mia a fare di nuovo i conti con la realtà…

Recensione

Che cosa faremmo se.

Se succedesse qualcosa o, come in questo caso, si insinuasse una piega un po’ storta nella tovaglia perfettamente stirata e inamidata della nostra vita?

Andremmo a guardarla, o, persino, a tentare diraddrizzarla, o a cercare la genesi di quella piega?

Oppure oseremmo il tutto per tutto?

Cambieremmo tovaglia?

E per farlo, quali sarebbero i passi da compiere?

Per tutte queste operazioni cosa può servire?

Un coraggio da leoni?

Onestà intellettuale?

La voglia di essere felici?

Sicuramente serve lasciarsi guidare dalle proprie radici, da uno sguardo puro, dal potere taumaturgico di Madre Natura. Servono forza e fragilità insieme, e serve, come sempre, l’amore.

La giovane donna, protagonista di questo secondo romanzo di Anna Martellato, Mia, si accorge di una piega, dopo aver lasciato a centinaia di chilometri di distanza la casa e la terra in cui è nata, e con essa i dolori causati da un grave evento che ha colpito la sua famiglia 20 anni prima, tutto sembra perfettamente sotto controllo, ed ecco all’improvviso la nota stonata, la crepa sottilissima, l’odore inconsueto.

Per un po’ cerca di resistere alla voce interiore che la chiama in una direzione che non ha voglia di prendere, fino a che, un giorno, la verità la chiamerà a gran voce e leil’ascolterà.

Da lì, la fuga, nuovamente, che la riporta però dove tutto è cominciato. Torna dalla madre Vittoria, che ha reso la casa una sorta di tomba buia e arida, come pare essere diventato il suo cuore, da Efra, la vecchia tata che vive ancora lì e conosce, lei sola, i segreti e i cuori della famiglia e della casa.

E infine da Luca: ecco l’incontro inaspettato, l’imponderabile pronto ad attenderla e a tendere l’agguato che anziché farla cadere, la porterà a rialzarsi.

Luca, che ha saputo trovare il proprio posto, che ha combattuto le proprie battaglie ed ora vive in pace coltivando lavanda e piante officinali:

Quando entrava nel campo dal cancello in legno, Luca si lasciava tutto il mondo dietro. Non esisteva nient’altro. Solo lui, la sua detenzione, la sua espiazione. Solo lì e solo in quel momento riusciva a trovare se stesso. Quando affondava le mani nella terra Luca era in grado di dare un senso a tutte le cose, ma soprattutto, sentiva meno pesante il segreto che si portava dentro. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a dimenticare, sapeva che ciò che aveva commesso lo avrebbe fatto vivere per sempre in uno stato di prigionia interiore, in una gabbia. E sapeva che l’unico antidoto al rimorso che provava era affondare le mani in quella stessa terra in cui da anni riposava l’origine del suo peccato. Solo la terra compie il miracolo di restituire vita alla morte. L’incanto del divenire era l’unico balsamo che riusciva a dargli pace e a rischiarare le sue tenebre. pag.40

Luca che le mostra il potere della rinascita, così come la natura gli ha insegnato, come la cicala, che resta sottoterra anche per più di 10 anni, prima di uscire con fatica e dolore da un nido che altri non è se non il suo stesso corpo. E non sarà più quella di prima.

Luca capì che doveva scegliere anche lui la sua strada, come quei semi: poteva marcire o far nascere qualcosa. Lasciare che il buio lo avvolgesse e che la sua vita fosse piena di nulla fino alla fine dei suoi giorni, oppure aggrapparcisi, a quella vita e a quei giorni, più che poteva e come poteva. E trovare espiazione. La vita, come gli aveva insegnato la natura, era più forte della morte. Alla fine vinse. Pag. 41

Tutto si disvela, un passo alla volta, mentre Mia prende sempre maggiore consapevolezza del passato e di se stessa, prende forza e affronta ogni cosa, insegnando anche a noi l’importanza di perdonarsi e di perdonare.

Sullo sfondo (ma neanche troppo) il lago di Garda e le colline, la terra, l’acqua, i fiori e tutto ciò che Natura ci può offrire per dare senso e bellezza alle nostre esistenze terrene.

Un romanzo appassionante che si legge d’un fiato.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Anna Martellato


è nata il 3 luglio 1981 a Verona, dove vive. È laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Verona, con laurea specialistica in Editoria e Comunicazione multimediale. Ad oggi non ha ancora finito di studiare: è stata allieva della scuola Palomar di scrittura e storytelling ed è una giornalista professionista. Si definisce una project generator journalist perché è forte nella generazione di idee: ha dato vita a format televisivi, web, radiofonici e a progetti editoriali. Ma soprattutto ha fatto della sua passione, che è raccontare, il suo mestiere: si occupa dei rapporti con la stampa per un ente veronese, è cronista per i quotidiani La Stampa, L’Arena e cura un progetto digitale sul mondo cinema. Il suo primo romanzo è “La prima ora del giorno”, sempre con Giunti, pubblicato nel 2018. Questo è il suo secondo romanzo.

 

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