Recensione di Marina Toniolo
Autore: Mazo de la Roche
Editore: Fazi
Traduzione: Sabina Terziani
Genere: Narrativa classica
Pagine: 414
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. È primavera inoltrata a Jalna, e Renny Whiteoak passeggia nella tenuta. Dopo la scomparsa di Adeline ha preso in mano le redini della dimora e dell’intero clan. Il denaro scarseggia e le preoccupazioni domestiche sono all’ordine del giorno; eppure, non può fare a meno di provare gioia e soddisfazione mentre calca quei sentieri che sente suoi, percorsida lui e dai suoi cari per decenni, tracciati dalla famiglia dove prima c’erano solo foreste: sentieri che sono stati testimoni di scene di ogni tipo, pensa sorridendo fra sé e sé. Così, quando l’amministrazione locale decide di abbatterele querce secolari nei pressi della tenuta per allargare la strada che la costeggia, Renny non ci sta: quegli alberi fannoparte della storia dei Whiteoak. Li proteggerà dall’abbattimento, costi quel che costi. Nel frattempo, il suo rapporto con Alayne si fa sempre più complicato: l’attitudine da donnaiolo non aiuta, e anche la gestione della figlia è terreno di scontro. La piccola Adeline, che ha ereditato i capelli rossi, la forza di volontà e il carattere feroce dell’omonimabisnonna, è una mina vagante. Dal canto suo, invece, Wakefield ha presto messo da parte l’amore per la poesia in favore di una scoperta ben più appassionante: le ragazze. Una in particolare. E mentre i giovani di casa vanno avantiognuno per la propria strada, gli adulti sono divisi da antichi risentimenti… Nuovi intrighi e nuovi conflitti, conditi come d’abitudine da dissapori e tradimenti, attendono i membri della famigliaWhiteoak in questo quarto, imperdibile capitolo della saga di Jalna.
Recensione
“Il clan Whiteoak era sostenuto dall’affetto reciproco che scorreva tra loro come un fiume pacato e possente”.
Consideriamo che il primo volume della saga di Jalna ha quasi cento anni. Edito nel 1927, fa vincere alla sua autrice il prestigiosissimo premio Atlantic Monthly Prize. Una cosa inaudita: una donna vince un premio letterario e soprattutto lo vince da canadese negli Stati Uniti. Ecco, Mazo de la Roche rappresenta al meglio l’identità letteraria canadese. Con la sua fama internazionale (sarà seconda per vendite solo a Via col vento della Margaret Mitchell) è all’epoca ciò che oggi è Margaret Atwood: un’icona. Vende 11 milioni di copie con i suoi romanzi, tradotti in 93 lingue. Jalna è il primo dedicato alle vicende familiari dei Whiteoak, nobili tenutari di discendenza coloniale di una casa di campagna, in Ontario. La tenuta di campagna è un’icona della letteratura coloniale inglese e la saga familiare ha una evoluzione quasi da soap opera moderna.
La saga, con il romanzo ‘Il padrone di Jalna’, sono libri semplici e delicati. La figura centrale è data dalla casa, luminosa in mezzo ai boschi dell’Ontario. Nella famiglia manca ora la matriarca, morta quasi centenaria: una figura che viene ricordata dai protagonisti in modo costante, chi entrando nella sua camera da letto, chi guardando un dipinto che la ritrae oppure semplicemente menzionandola. Ne risulta una donna forte, a tratti violenta ed insolente.
Il nipote Rennye sua figlia Adeline la reincarnano. I personaggi si muovono all’interno della casa – che risulta essere sovraffollata in modo preoccupante – sia all’esterno come in una piece teatrale in cui ognuno ha un angolo di scena. Ci sono prozii anziani, malati e perennemente in bilico tra depressione ed euforia, nipoti irrequieti poiché con velleità artistiche, altri al limite dell’irresponsabilità economica visto che ci troviamo nel pieno della Grande Depressione e Jalna rischia ogni giorno di finire in bancarotta. Quello che tiene tutti uniti è la grande tenuta, amata e venerata come il cuore pulsante dei Whiteoak e da cui è quasi impossibile separarsi. Le descrizioni dei dintorni nelle varie stagioni sono impregnate di pura poesia; possiamo rabbrividire mentre la neve soffice entra da una finestra oppure sentiamo l’afa del tardo agosto sulla nostra pelle ed agogniamo un sorso di limonata fresca. Porgiamo il viso al caldo sole mielato in una limpida giornata e osserviamo rapiti la luce che cade dalle foglie dopo un temporale.
I protagonisti suscitano una complessità di emozioni anche contrastanti tra di loro. Hanno i loro ruoli e in modo molto naturale fanno e dicono quello che realmente sono. Leggendo si avrà il favorito mentre altri risulteranno addirittura antipatici. Alyne è la mia prediletta poiché mi somiglia molto. Come lei, anche io sarei rimasta sbalordita di fronte a certi comportamenti dei membri della famiglia. Davanti alle necessità e alle difficoltà risulta essere coerente e forte. Lo stesso non si può dire di lei nei confronti del marito Renny, un uomo che mi risulta alla fine quasi posticcio. I Whiteoakaffrontano in questo quarto libro della serie traversie economiche, lutti e tradimenti con una spudoratezza e nonchalance da far invidia. Una grande famiglia egocentrica che si aggrappa a se stessa come il viticcio americano si aggrappa ai muri della casa per crescere.
Per me, leggere ‘Il padrone di Jalna’”, è stata una scoperta, alle volte fastidiosa, molte volte intrigante avendo in sé il fascino demodé degli anni 30. Confido che sia come ho letto mentre mi informavo sulla saga: leggere un libro di Jalna è come tornare sempre a casa. Sono curiosa di vedere se sarà effettivamente così.
A cura di Marina Toniolo
https://ilprologomarina.blogspot.com/
Mazo de la Roche
(Toronto 1885-1961) scrittrice canadese di lingua inglese. Prolifica autrice di romanzi, ottenne un successo internazionale a partire dal 1927 con La famiglia Whiteoaks (Whiteoaks of Jalna), il primo di un ciclo di volumi incentrati sulla storia di una famiglia canadese che incontrò il gusto (imperante nella prima metà del secolo) per la cronaca familiare e per il romanzo-fiume. Cresciuta leggendo Lewis Carroll, che ha plasmato la sua immaginazione, divenne famosa a livello internazionale grazie alla pubblicazione di Jalna nel 1927 e fu la prima donna a vincere il prestigioso Atlantic Monthly Prize, che al tempo ammontava a 10.000 dollari. Ma mentre quasi tutti conoscevano i suoi libri, nessuno sapeva nulla della sua vita privata, che rimase sempre avvolta in un fitto mistero. Con l’aumentare della sua popolarità, aumentava anche il suo desiderio di riservatezza, tanto da farle costruire una figura pubblica fittizia.Visse quasi tutta la vita insieme a Caroline Clement, che ufficialmente aveva adottato come sorella, convivenza che allora era chiamata “Boston marriage”. Insieme adottarono due bambini. Una figura tanto misteriosa e controversa da ispirare un film sulla sua vita, The Mystery of Mazo de la Roche.Per Fazi sono usciti: Jalna (2019), Il gioco della vita (2020) e La fortuna di Finch (2021).
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