Il passato non muore




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Lee Child

Traduzione: Adria Tissoni

Editore: Longanesi

Genere: Thriller

Pagine: 400

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Anche Jack Reacher va in vacanza. Ma le sue ferie sono diverse da quelle di tutti gli altri e, soprattutto, sono molto più pericolose. Partito per un tranquillo viaggio in auto dal Maine alla California, sulle orme dei grandi avventurieri americani, Reacher si ferma dopo pochi giorni. Il cartello che segnala la città in cui nacque suo padre accende la sua curiosità e lui decide di fare una deviazione. Quando però si rivolge all’impiegato degli uffici della cittadina per trovare la casa paterna, scopre che nessuno di nome Reacher ha mai vissuto lì. Jack sapeva che il padre era fuggito da quel posto e non era mai più tornato; possibile che invece non ci fosse mai stato? La sua famiglia può avergli mentito? E se l’ha fatto, perché? Contemporaneamente, poco distante, una giovane coppia canadese sta per vivere un incubo. Bloccati in uno strano motel in mezzo al nulla, i cui gestori sono fin troppo di­sponibili, i due ragazzi vengono intrappolati in un inquietante gioco tra vita e morte. Mentre Reacher cerca di fare chiarezza sui segreti della sua famiglia e i canadesi rischiano tutto, le due storie cominciano a intrecciarsi. La tensione aumenta pagina dopo pagina e la posta in gioco non è mai stata così alta, perché il passato non muore mai…

Recensione. Jack Reacher è uno dei personaggi più amati, originali e dirompenti della narrativa thriller mondiale.

Ex maggiore della polizia militare, grande e grosso, solitario, alto quasi due metri, tutto ossa e muscoli, non particolarmente bello o attraente, spesso trasandato e per abitudine si sposta a piedi o chiede l’autostop, non ha cellulare e viaggia con solo uno spazzolino da denti. Non sopporta soprusi e ingiustizie e chi lo fa arrabbiare lo fa a suo rischio e pericolo. Non sempre agisce conoscendo i retroscena dei fatti; in “Una ragione per morire” del 2010 per esempio, scatena un conflitto dall’intensità leggermente inferiore alla Seconda guerra Mondiale perché fraintende una complessa situazione familiare.

Per Jack Reacher ad un’azione corrisponde sempre e comunque una reazione che dev’essere rapida, efficace e possibilmente definitiva.

Un suo progenitore letterario è sicuramente il Continental Op di Dashiell Hammett in “Piombo e sangue” che ha ispirato il film “La sfida del samurai” di Akira Kurosawa e tramite la pellicola giapponese. “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone mentre un suo modello cinematografico diretto è certamente il primo Rambo di Ted Kotcheff.

Il mondo in cui si muove è pieno di insidie, dove la polizia e le forze dell’ordine sono o imbelli o conniventi con i criminali e solo facendo affidamento sulle sue notevoli capacità l’ex militare può riuscire a salvarsi, senza soccombere alle forze del male.

Jack Reacher ha un modo tutto suo di procedere nelle varie avventure che ha il destino di affrontare, basato sul controllo minuzioso di tutti i dettagli della situazione, sia geografica che psicologica tenendo soprattutto in massima considerazione i presupposti della natura umana.

Qualsiasi suo atto tiene conto delle abitudini e delle consuetudini radicate nella mente umana e ciò gli fa capire con breve ma sufficiente anticipo come agirà l’avversario. Reacher non segue l’invito evangelico del porgere l’altra guancia e, avendo metabolizzato a pieno il saggio militare di Sun Tzu, percorre gli Stati Uniti come un esercito schierato a battaglia ma ben consapevole che “L’arte della guerra” non consiste nel confidare che il nemico non verrà, ma nella sicurezza di accoglierlo adeguatamente. Non si deve presumere che non attaccherà confidare nella propria inattacabilità”.

Il ciclo di Jack Reacher comincia con “Zona pericolosa” pubblicato negli Stati Uniti nel 1997 e si snoda per tanti altri libri sempre ricchi di azione e di epiche lotte all’ultimo sangue sino a “Il passato non muore” ultimo romanzo pubblicato in Italia, ventitreesimo della serie.

In questo thriller Jack Reacher si sta spostando dal Maine verso Boston e il Massachusets quando per caso si trova a passare per Laconia, un paesino del New Hampshire, un nome che gli risveglia vecchi ricordi in quanto era il luogo natale del defunto padre.

La curiosità di conoscere il luogo dove crebbe il genitore lo induce a fermarsi per qualche giorno per fare qualche ricerca al catasto.

Durante il soggiorno a Laconia gli capita di alzarsi la notte svegliato da dei rumori sommessi che si rivelano causati da un tentativo di violenza sessuale. Reacher punisce immediatamente il predatore che fa parte di una famiglia piuttosto suscettibile e vogliosa di vendetta.

Nello stesso tempo due ragazzi canadesi Shorty e Patty hanno problemi con la cadente autovettura e si fermano in un motel nelle vicinanze di Laconia.

Ben presto si accorgono che ci sono molte stranezze nel modo in cui vengono accolti e che qualcuno non vuole farli andar via.

Reacher nel frattempo indagando sulla vita del padre scopre molti fatti strani e capisce che il passato nasconde diversi aspetti oscuri della sua vita.

Nel tentativo di sfuggire alla muta di criminali che lo inseguono l’ex maggiore capita nel motel in cui Shorty e Patty stanno vivendo una situazione agghiacciante che ricorda il thriller “Battuta di caccia” di Jussi Adler-Olsen.

In una drammatica notte Jack Reacher e i due ragazzi riescono a liberarsi dai carcerieri che erano equipaggiati con le migliori tecnologie offensive e naturalmente ogni torto sarà punito adeguatamente.

Dopo aver risolto lo spinoso caso del motel degli orrori e neutralizzato i tirapiedi della malavita che lo inseguivano Jack Reacher sarò pronto a mettere in luce i misteriosi fatti che riguardano il padre e fatto ciò “arrivò alla strada secondaria che andava da nord a sud. Scelse un punto, si mise nel canalino di scolo e sollevò il pollice” pronto per una nuova adrenalinica avventura.

“Il passato non muore” è il primo libro di Lee Child che leggo e mi è piaciuto talmente tanto per la trama tesa e frenetica che ho cominciato a recuperarne altri della serie di Jack Reacher.

Le riserve che si possono sollevare sull’invincibilità dell’ex militare e sul fatto che le sue avventure seguono uno schema fisso e immutabile vengono superate sia dalle caratteristiche fisiche e psicologiche del nostro eroe che “riteneva di essere realista, di non farsi accecare dalle emozioni, dominare dai sentimenti o fuorviare da bias cognitivi”, sia dalla peculiare funzione della narrativa popolare in cui, come affermato da Umberto Eco in un altro contesto, “i punti-forza del racconto non sono affatto quelli in cui sta accadendo qualcosa di inaspettato; quelli sono i punti pretesto, i punti di forza sono quelli in cui il lettore ritrova di continuo e punto per punto quello che già sa, quello che vuole sapere ancora una volta e per cui ha speso il prezzo del fascicolo.

Il piacere della non-storia, se una storia è uno sviluppo di eventi che deve portarci da un punto di partenza a un punto di arrivo a cui non ci saremmo mai sognati di arrivare.

Un piacere in cui la distrazione consiste nel rifiuto dello sviluppo degli eventi, in un sottrarci alla tensione passato-presente-futuro per ritirarci in un istante, amato perché ricorrente.” (Umberto Eco Apocalittici e integrati Milano Bompiani 1964 pp. 225 – 227)

 

 

Lee Child


è nato a Coventry, in Inghilterra, nel 1954. Dopo aver lavorato per vent’anni come autore di programmi televisivi, nel 1997 ha deciso di dedicarsi alla narrativa: il suo primo libro, “Zona pericolosa”, è stato accolto con un notevole successo di pubblico e critica, e lo stesso è accaduto per gli altri romanzi d’azione incentrati sulla figura di Jack Reacher, personaggio definito dall’autore «un vero duro, un ex militare addestrato a pensare e ad agire con assoluta rapidità e determinazione, ma anche dotato di un profondo senso dell’onore e della giustizia». Nel 2019 è stato proclamato Autore dell’anno dal British Book Awards. Lee Child vive negli Stati Uniti dal 1998.

 

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