Il polentone
di Michele Guardì
Baldini+Castoldi 2023
Giallo, pag.144
Sinossi. Siamo all’inizio degli anni Settanta, a Castroianni, un piccolo paese della Sicilia che, per mancanza di litio nell’acqua corrente, registra il piu` alto tasso di pazzi di tutta la provincia. Dal momento che la locale sezione della Democrazia Cristiana (ma il litio non c’entra) e` sospettata di reggersi su un tesseramento fasullo, viene mandato da Roma il funzionario torinese Graziano Bobbio per indagare sui brogli. Presa dallo sconforto Rosalia Cali` – la ricca e avida “Sindachessa”, che fino a quel momento ha gestito indisturbata una redditi- zia attivita` di mazzettara – per salvare la poltrona del segretario politico e con quella anche la sua di sindaco, forzando la sua natura intrinsecamente frigida, si costringe a sedurre il polentone. Il piano funziona. L’imbroglio sul tesseramento viene coperto. E in meno di tre mesi i due convolano addirittura a nozze – complice anche la dote di novanta ettari di terreno, grazie alla quale “il polentone” conta di dimenticare il misero stipendio da funzionario. Ma le cose si complicano quando il novello “signor Cali`”, per sfuggire alla insoddisfacente vita matrimoniale, si trasferisce in campagna, dove trascorre il tempo con Tatano, suo ex commilitone, e con Celestina, bella ventenne nota per le sue esagerate prodezze sessuali. E mentre tutti in paese cominciano a spettegolare sui loro rapporti, arriva il colpo di scena: “il polentone” e` stato rapito e per pagare il riscatto la moglie dovra` scucire tutte le mazzette faticosamente conquistate a suon di appalti… Piu` che un romanzo, una commedia degli equivoci: esilarante per certi versi, dolceamara per altri, in cui due storie (quasi) d’amore si sovrappongono ingarbugliandosi. Ma anche il ritratto di un’Italia provinciale nella quale nessuno si salva, mentre ci si pone la sconvolgente domanda: come andra` a finire il rapimento?
Recensione di Pier Livrieri
Dal titolo ci si potrebbe prefigurare una sorta di “Benvenuti al Sud” in salsa sicula o a beccafico.
La prima pagina ci introduce in un’atmosfera che descrive divisioni nette e faziose in perfetto stile Don Camillo e Peppone.
Con la seconda si entra in un piccolo mondo in cui la gente è solita incontrare la pazzia – e conseguentemente suicidarsi – per la carenza di litio nell’acqua pubblica.
Insomma non paiono proprio esserci le premesse per una lettura noiosa. E si avrà poi conferma che questo breve romanzo è molto di più: è un prisma che mantiene più di quanto sia in grado di promettere.
Siamo agli inizi degli anni Settanta a Castroianni in Sicilia: strade polverose, soliti vizietti, vecchie credenze popolari e antiche superstizioni. E’ tutto cambiato?
Certi comportamenti umani, buoni allora, sono ancora vivi e “vegetano” tra noi a cinquant’anni di distanza.
E che dire di talune abitudini degli amministratori pubblici che hanno decretato la fine della Prima Repubblica? Appalti pubblici, mazzette e malaffare, E’ tutto cambiato?
Originale la scelta di affidare il ruolo di primo cittadino a Rosalia Calì, la Sindachessa, che col suo fare risoluto riesce a tenere a bada gli appetiti più famelici dei tanti uomini che la circondano. E il modo migliore per gestire il tutto è spartire potere e soldi (derivanti dalle tangenti). Ma alla fine anche lei scoprirà di avere una capacità sentimentale.
Delicatissimo il ruolo dell’altra figura femminile del romanzo: la giovane Celestina, soffocata nella propria condizione e oggetto degli istinti rapaci di ominicchi che ne fanno un uso esclusivamente sessuale. E qui sembra ripiombare in (vecchi) stereotipi sul ruolo della (bella) donna in una società patriarcale e maschilista, tipica del meridione e dell’Italia intera di quei decenni. E’ tutto cambiato?
Protagonista assoluto il torinesissimo Graziano Bobbio: funzionario della Democrazia Cristiana spedito da Roma a verificare possibili brogli nel tesseramento presso la locale Sezione della Democrazia Cristiana.
Egli impara subito a restituire quel “niente” che gli viene pronunciato, appena giunto a Castroianni e sceso dalla sua auto, come risposta ad un suicidio. E qui si comprende subito che quel polentone è fatto di una buona pasta, tenace si direbbe se fossimo in cucina.
Avrà pochi, pochissimi alleati, che si possono quantificare in un paio. Tra questi, uno risale ai tempi in cui prestò il servizio militare e che qui a Castroianni ritrova.
La seconda alleata, è proprio Celestina. La brava, bella e dolcissima Celestina i cui occhi a Bobbio inizialmente ricordano il suo primo amore, ma forse era solo un’infatuazione o un ricordo edulcorato dal tempo, di nome Laura.
La storia è assolutamente godibile e divertente. E sembra addirittura inventata…
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Michele Guardì
Michele Guardì è autore e regista di alcuni tra i più importanti programmi televisivi della Rai, ha scritto anche per il cabaret e per la radio. Per il teatro ha firmato il testo dell’opera musicale moderna I Promessi Sposi e Il caso Tandoj, commedia impegnata che è stata unanimemente considerata l’evento della stagione 2021-2022. Nella narrativa ha debuttato nel 2017 con Fimminedda, ristampato in altre edizioni nel 2018 e nel 2019.