Recensione di Fiorella Carta
Autore: Toshikazu Kawaguchi
Traduttrice: Claudia Manseguerra
Genere: Narrativa
Pagine: 195
Editore: Garzanti
Anno: 2022
Sinossi. Nel cuore del Giappone esiste un luogo che ha dello straordinario. Una piccola caffetteria che serve un caffè dal profumo intenso e avvolgente, capace di evocare emozioni lontane. Di far rivivere un momento del passato in cui non si è riusciti a dare voce ai propri sentimenti o si è arrivati a un passo dal deludere le persone più importanti. Per vivere quest’esperienza unica basta seguire poche e semplici regole: accomodarsi e gustare il caffè con calma, un sorso dopo l’altro. L’importante è fare attenzione che non si raffreddi. Per nessuna ragione. Ma entrare in questa caffetteria non è per tutti: solo chi ha coraggio può farsi avanti e rischiare. Come Yayoi, che, privata dell’affetto dei genitori quando era ancora molto piccola, non crede di riuscire ad affrontare la vita con un sorriso. O Todoroki, cui una carriera sfavillante costellata di successi non ha dato modo di accorgersi della felicità che ha sempre avuto a portata di mano. O ancora Reiko, che non ha mai saputo chiedere scusa all’amata sorella e ora si sente schiacciata dal senso di colpa. E Reiji, per cui una frase semplice come «ti amo» rappresenta ancora un ostacolo invalicabile. Ciascuno vorrebbe poter cambiare quello che è stato. Riavvolgere il nastro e ricominciare da capo. Ma cancellare il passato non è la scelta migliore. Ciò che conta è imparare dai propri errori per guardare al futuro con ottimismo. Torna Toshikazu Kawaguchi e con il suo nuovo libro invita i lettori a scoprire che la felicità si nasconde ovunque se solo impariamo a guardare con il cuore. L’importante è avere una tazza di caffè in mano.
Recensione
“Una cosa in cui credo fermamente è che non dobbiamo permettere che la morte di una persona cara porti infelicità. La ragione è semplice: se lasciamo che la morte porti infelicità, significa che le persone nascono per diventare infelici. Ma in realtà è sempre vero l’esatto opposto. La gente nasce per essere felice.”
Yukari Tokita
Il terzo volume ambientato in questo mondo ovattato fatto di tempi lenti e rapporti umani, si sposta a Hokadate, sul mare.
Una meta turistica che nelle quattro stagioni che scandiscono la nostra vita offre sempre spettacoli magnifici, fra cui un bellissimo foliage autunnale.
La caffetteria è gestita, temporaneamente, da Nagare e ha le stesse caratteristiche della più famosa presente a aTokyo.
Personaggi familiari e nuovi arrivi combinano insieme emozioni che il lettore sente vicine. Soggettiva la visuale, oggettiva la realizzazione del fatto che, gli orientali, davanti a eventi importanti quali la vita, la morte, la malattia, hanno sempre qualcosa da insegnare.
Nella mia terra la morte appartiene alla vita, nasciamo per morire e rinascere, così come le fasi della Luna, e anche se l’accettazione della scomparsa fisica di un nostro caro resta ostica, a lui ci rivolgiamo come se fosse sempre parte della nostra esistenza.
L’epilogo di chi si avvicenda in quella sedia consunta stile inglese porta sempre a una riflessione: dobbiamo portare felicità, rendere la vita degna di essere vissuta anche quando vorremmo farla finita perché chi amiamo non ci accompagnerà più nel cammino. Riversare odio sulla morte dà adito solo a giorni che scorrono pieni di amarezza, tempo perso, inutile.
Per quanto doloroso sia affrontare l’assenza, cercare di vivere appieno ogni istante resta l’unico modo per onorarla.
Se poi veramente ci fosse la possibilità di tornare indietro non resta che sperare, come Nagare, di non averne bisogno, perché l’accettazione non è rassegnazione ma capacità di andare oltre a rimorsi e rimpianti e vivere con il sorriso il ricordo.
Toshikazu Kawaguchi
è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo, suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.
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