Recensione di Loredana Cescutti
Autore: Valérie Perrin
Editore: Editrice Nord
Traduzione: Giuseppe Maugeri
Genere: Narrativa
Pagine: 348 p., R
Anno di pubblicazione: 2016
Sinossi. Una storia delicata e commovente, un’autrice capace di descrivere con efficacia e tenerezza ogni sfaccettatura dei sentimenti: sono questi gli elementi che hanno conquistato la critica e che rendono “Il quaderno dell’amore perduto” un romanzo destinato a restare a lungo nel cuore di tutti i lettori che credono nel potere dei ricordi e dell’amore. La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l’una uguale all’altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly – un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia – e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo. Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène. Arrivata al capitolo conclusivo di un’esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza. Per Justine, salvare quei ricordi – quell’amore – dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi. Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l’amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d’impugnare la penna per scrivere il proprio destino?
“Hélène Hel è nata due volte.
Il 20 aprile 1917 a Clermain, in Borgogna,
e il giorno in cui, nel 1933,
poco prima dell’estate, ha incontrato Lucien Perrin.”
Recensione. Così ha inizio questa storia, o meglio, questo viaggio nel passato a caccia di ricordi, di sensazioni, di emozioni e allo stesso modo, così inizierà il viaggio di Justine alla ricerca di sé stessa e del suo passato, intrappolata fra i silenzi dei nonni paterni assieme ai quali vive e, imprigionata fra tutte le assenze e i vuoti che ha avvertito nella sua vita ma che si è in qualche modo anche imposta, per non soffrire più.
Lei non ha una vita, o meglio, la sua vita la trascorre nella casa di riposo dove lavora, fuori da lì lei diventa nipote e quando varca la porta di casa per andare a ballare si trasforma in un corpo privo d’anima.
Non cerca legami, perché non vuole gli addii e respira solamente quando può stare in compagnia dei suoi cari anziani, ai quali dedica ben più tempo di quello che sarebbe il suo normale orario di servizio.
Se è vero che quando un vecchio muore un’intera biblioteca va in fumo, quello che faccio io serve almeno a conservare un po’ di cenere.”
Ed è così che la storia di Hélène inizierà a prendere forma…
“Sono andata a comprare un quaderno da Pèer Prost. Ne ho scelto uno azzurro. Non avevo voglia di scrivere il Romanzo di Hélène sul computer, perché intendo portarmelo appresso, nella tasca del camice.”
Quanto poco ascolto dedichiamo agli altri, soprattutto riferito agli anziani e, quanto poco ascoltiamo noi stessi!
Rivolto ai primi è una forma di pigrizia oltre ad una sorta di convinzione, che inquanto improduttivi non abbiano più nulla da dire. Per quanto riguarda noi è tutto più complicato, perché noi “dobbiamo portarci” ovunque, anche se spesso riusciamo benissimo a staccare i contatti fra ciò che sentiamo con il cuore e ciò che pensiamo con la testa.
“… non saprei dire a che età si diventa vecchi… Io penso che tutto abbia inizio con la solitudine. Quando l’altro se ne va, non importa se in cielo o da qualcun altro.”
Sarà proprio durante questo viaggio, che Justine piano piano metterà insieme i pezzi della storia di Hélène e inizierà a ricucire, almeno in parte il suo passato.
Non tutto, però.
Perché certi fatti, forse è meglio che rimangano rintanati nelle piaghe di un tempo che è già stato e, nelle memorie di chi ha fatto a sua volta delle scelte ormai incancellabili.
Una scrittura lieve, dolce ma che non risparmia il dolore vissuto anche se, proprio grazie allo stile di Perrin, con le parole è stata capace di tracciare le linee decisive delle vite di queste due donne nei quadri che piano piano assumeranno le sembianze di due esistenze diverse ma anche uguali. Allo stesso modo, poi, di pennello ha avuto l’abilità di lenire, smussare e addolcire certi aspetti delle loro sofferenze e delle assenze di cui non si sono mai private.
Che dire, ho riso, mi sono emozionata, a tratti ho pianto e mi sono anche molto arrabbiata leggendo. Un contenitore emozionale che da voce a tante storie, che un po’ alla volta si trasformerà in coro e che sul finale, porterà un po’ di luce, laddove quest’ultima si farà accogliere.
Perché nella vita bisogna sempre lasciare spazio al sole, anche se solo uno spiraglio e poi, chissà.
Lo scorso anno ho letto, sempre di Valérie Perrin, “Cambiare l’acqua ai fiori” e già lì ero rimasta rapita e stupita dalla bravura e dall’umanità che trasuda la sua scrittura, pur tenendo conto che la narrativa non rientri proprio nella mia comfort zone.
Con questo romanzo, che fra le produzioni dell’autrice si colloca temporalmente più indietro nel tempo (2016), non credo, a parole, di essere in grado di descrivere ciò che ho provato, perché qualsiasi mio pensiero potrebbe togliere importanza o sminuire la completezza della storia, la ricchezza delle parole, la pienezza dei personaggi che hanno voglia, seppur timidamente di emergere per non dare troppo nell’occhio, e la complessità delle emozioni da cui sono stata travolta.
“Il quaderno dell’amore perduto” si compone di parole potenti, che mettono a nudo due vite i cui destini sono stati segnati in momenti diversi ma che, proprio a seguito di questo fortuito incontro, sono state capaci di portarsi conforto reciproco, oltre a darsi un aiuto concreto.
Da dire a voi su questo libro, ormai, a me non rimane nulla.
A voi invece, da sentire leggendo, rimarrà tantissimo!
Valérie Perrin
ha lavorato a lungo come fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi. Il suo romanzo d’esordio, “Il quaderno dell’amore perduto”, è stato pubblicato in Italia da Nord nel 2016. Nel 2019 “Cambiare l’acqua ai fiori” viene pubblicato in Italia da E/O.
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