In fondo alle filastrocche è sempre buio
Claudio Chiaverotti, Pierluigi Porazzi
DETTAGLI:
Editore: Mursia
Collana: Giungla Gialla
Genere: Thriller
Pagine: 304
Anno edizione: 2024
Sinossi. «Dolcezza, un puntino quasi dimenticato su qualunque mappa stradale, qualche migliaia di abitanti, poche anime rimaste, la maggior parte vendute per molto meno di trenta denari. Tutti invece conoscono la fabbrica di prodotti chimici che dà lavoro alla maggior parte degli abitanti del paese, l’Ekta.»
Adolescenti, belle e con qualche segreto di troppo: sono le vittime di un serial killer che semina terrore nello sperduto paesino di Dolcezza, in Friuli, e che si fa chiamare il re delle fate d’autunno. Al caso lavora l’ispettrice Foscari che, con il suo vice Chiarloni, scava tra le torbide ombre di una provincia solo all’apparenza tranquilla. Chi è l’assassino? Perché uccide? E ha qualcosa a che fare con l’Ekta, la fabbrica che tutti in paese detestano e temono?
Recensione di Giusy Ranzini
“Il re delle fate d’autunno” di Claudio Chiaverotti e Pierluigi Porazzi è un romanzo che si insinua nelle ombre più oscure dell’animo umano, esplorando gli abissi di una tranquilla provincia che si rivela essere tutto fuorché pacifica.
Ambientato nello sperduto paesino di Dolcezza, in Friuli, il libro ci trascina in un vortice di mistero e terrore, guidati dalla mano sicura di Chiaverotti e Porazzi, che tessono una trama densa di suspense, misteri e rivelazioni sconvolgenti.
La narrazione ruota attorno a una serie di brutali omicidi che scuotono la comunità di Dolcezza: giovani ragazze, tutte adolescenti e apparentemente innocenti, vengono barbaramente assassinate da un individuo che si autoproclama il re delle fate d’autunno.
Questa figura misteriosa, non solo terrorizza il paese con i suoi crimini efferati, ma sembra giocare con la polizia, lasciando dietro di sé enigmi e simbolismi legati alla mitologia e alla natura, che aggiungono uno strato di profondità e complessità alla narrazione.
Al centro dell’indagine troviamo l’ispettrice Foscari, personaggio ben costruito e dotato di una profondità psicologica che la rende immediatamente umana e credibile. La sua determinazione, nel dare un volto e un nome al mostro che infesta Dolcezza, è palpabile, così come lo è il rapporto con il suo vice, Chiarloni, che si dimostra essere più di un semplice collaboratore. La dinamica tra i due è uno degli aspetti più interessanti del libro, offrendo momenti di leggerezza in una narrazione altrimenti tesa e carica di suspense.
Chiaverotti e Porazzi si dimostrano maestri nel costruire un’atmosfera opprimente, in cui il male si nasconde dietro la facciata di una comunità apparentemente tranquilla.
La descrizione del paesaggio autunnale di Dolcezza, con i suoi colori spenti e la nebbia che tutto avvolge, contribuisce a creare un senso di isolamento e claustrofobia, rendendo il lettore sempre più immerso nella storia.
L’Ekta, la fabbrica che tutti in paese detestano e temono, gioca un ruolo cruciale nella narrazione, fungendo da simbolo delle tensioni e delle paure che serpeggiano sotto la superficie di Dolcezza. Il legame tra l’Ekta e gli omicidi è uno dei filoni investigativi più intriganti, che porta l’ispettrice Foscari e il suo vice a confrontarsi, non solo con l’orrore degli omicidi, ma anche con i segreti e le menzogne di una comunità che sembra avere molto da nascondere.
Un romanzo che cattura e trattiene l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina, grazie a una trama ben congegnata e a colpi di scena che si susseguono senza tregua.
La capacità degli autori di intrecciare il giallo con elementi di folklore e mitologia aggiunge uno strato di originalità e fascino all’opera, elevandola al di sopra del semplice thriller.
In conclusione, “Il re delle fate d’autunno” è un’opera complessa e sfaccettata, che esplora i lati più oscuri dell’animo umano, attraverso una storia avvincente e personaggi memorabili. Chiaverotti e Porazzi hanno creato un universo narrativo che rimane impresso nella mente del lettore, facendo di questo libro un must per gli appassionati del genere e non solo.
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Claudio Chiaverotti, Pierluigi Porazzi
Claudio Chiaverotti
ha scritto le strisce delle Sturmtruppen, e dal 1989 lavora come sceneggiatore presso la Sergio Bonelli Editore. Ha scritto più di cinquanta storie di Dylan Dog, ha creato il personaggio fantasy Brendon e la serie Morgan Lost, in corso di pubblicazione. Ha diretto il cortometraggio I vampiri sognano le fate d’inverno?, miglior cortometraggio al XXXVII Fantafestival di Roma.
Pierluigi Porazzi
ha pubblicato per Marsilio L’ombra del falco, Nemmeno il tempo di sognare e Azrael, premiato come miglior romanzo dell’anno nell’ambito dei Corpi Freddi Awards. Per Pendragon è uscito Una vita per una vita, scritto con il giornalista Massimo Campazzo, e per La Corte Editore La ragazza che chiedeva vendetta, Il lato nascosto,Mente oscura e Ritratti di morte. Ha pubblicato anche molti racconti in varie raccolte e antologie.