Il romanzo del Dr. Frankenstein italiano
Recensione di Marianna Di Felice
Autore: Lorenzo Beccati
Editore: DeA Planeta
Genere: Gotico
Pagine: 219
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. La notte del 4 novembre 1803, mentre contempla le acque del Mare del Nord infrangersi contro i legni del Victoire, il veliero battente bandiera francese su cui si è imbarcato per approdare a Londra, il fisico Giovanni Aldini ignora la portata degli eventi in cui verrà coinvolto nella capitale del regno inglese, ma sa perfettamente cosa va cercando: un cadavere fresco e non mutilato. Con un’adeguata stimolazione elettrica, opportunamente distribuita fra le membra, è possibile restituire la vita a chi l’ha perduta: è questa la convinzione su cui lo scienziato bolognese ha fondato i suoi recenti studi e le spettacolari, quanto chiacchierate, dimostrazioni eseguite in Italia e in Francia sui corpi di animali. Ma l’Inghilterra, che non conosce la ghigliottina, significa altro. Significa pene capitali inflitte tramite impiccagione, la possibilità di avere a disposizione corpi integri di reietti appena deceduti. Sbarcato in una Londra sordida, traboccante di miseria e disperazione, che la penna di Beccati ricostruisce con la vividezza che solo i maestri del genere sanno regalare, Aldini si getta a capofitto nel suo progetto visionario. Ma l’ambizione folle e la cieca fede nel progresso lo porteranno presto a fare i conti con le paure e i dilemmi morali che da sempre si annidano nel cuore dell’essere umano.
Recensione
Il sottotitolo del romanzo può far pensare al lettore che la storia che si accinge a leggere sia una rivisitazione di Frankenstein o che sia un nuovo Frankenstein creato sulle orme dell’ormai famoso mostro di Mary Shelley, ed invece non è così!
Giovanni Aldini è lo scienziato che ha influenzato la scrittura dell’autrice di Frankenstein perché Aldini è nato prima della scrittrice britannica e i suoi spettacoli con i cadaveri erano precedenti allo scritto sul mostro del 1818.
Quindi era ancora difficile sperimentare senza innervosire benpensanti, religiosi e chi doveva mantenere l’ordine, anche se di nascosto i suddetti contravvenivano alle regole morali. Si doveva mantenere la facciata, una parvenza di perfezione che si abbandonava poi nell’angolo più buio, ma Aldini, al contrario, eseguiva i suoi spettacoli davanti ad un pubblico di moralisti, curiosi, lassisti, un pubblico con divergenze di pensiero, quindi ogni volta rischiava che lo incarcerassero per dubbio comportamento. Giovanni Aldini è davvero esistito ed ha condotto i suoi esperimenti dapprima a Bologna e poi in Inghilterra.
Allo scienziato servivano cadaveri tenuti bene e in Inghilterra la pena di morte era l’impiccaggione quindi preferiva avere quei corpi interi più che quelli ghigliottinati. La pratica suscitava ribrezzo e curiosità al tempo stesso e i religiosi e i timorati di Dio puntavano il dito contro chi usava dissotterrare cadaveri e usarli per scopi medici.
I corpi usati erano quelli di criminali della peggior specie, ma anche in questo caso vigeva la regola che un morto doveva riposare e non poteva essere disturbato. Aldini, che aveva come mentore suo zio Luigi Galvani, fisico che dimostrò l’attitudine dei tessuti biologici di provocare energia elettrica sperimentando sulle rane, riprodusse gli studi dello zio sugli esseri umani.
Nel romanzo scritto da Beccati però Aldini incontra non pochi problemi, molti ostacoli ai suoi studi. Viene visto come un sacrilego! E non solo …viene anche accusato di altro perché operando con i cadaveri, per alcune persone, potrebbe anche fare in modo di uccidere per disporne. Già ne sapeva qualcosa ai suoi tempi Leonardo da Vinci,padre dell’anatomia,!anche lui alle prese con problemi di cadaveri. Andando avanti nei secoli l’anatomia non si è fermata come scienza, ma è progredita grazie agli esperimenti nascosti di medici e scienziati che operavano sui morti.
Galvani prima e Aldini dopo si son spinti oltre e da questi studi sono nati l’elettroshock, che in seguito non è stato usato al meglio o solo per scopi terapeutici magari su soggetti che necessitavano davvero, e il più moderno defibrillatore che riporta le persone dal regno dei morti in quello dei vivi in molte occasioni. È una scienza che fa paura, macabra che Aldini dimostrava platealmente mandando in scena un cadavere attaccato a fili elettrici che si muoveva in modo convulso quando riceveva stimoli. Per avere materiale di studio faticava non poco e dopo aver fatto una richiesta legale si ritrovò a vestire panni che non aveva mai indossato per scoprire la verità e per scagionare la sua persona.
Solo che Aldini non sospettava che qualcuno lo osservava nell’ombra per farlo cadere quando meno se lo aspettava! Anche il lettore mentre scorre le pagine del libro prova le stesse emozioni del pubblico dell’epoca. Siamo in Inghilterra, nell’età di Giorgio I e c’è fermento nella società per l’ascesa della borghesia, il fasto dell’architettura, delle spese folli, della fame di cultura, insomma c’è fermento per una rincorsa ad illuminare le menti, ma anche se l’apparenza è positiva esiste anche l’altra faccia che mostra povertà, prostituzione, alta criminalità, sfruttamento minorile, di cui lo scienziato inala fetidi effluvi passando per le vie del popolo.
Il lettore pensa che Aldini dovrebbe piazzarsi tra le menti illuminate come innovatore, ma la sua è una scienza pericolosa e non ancora concepibile purtroppo. Grazie alla scrittura lineare dello scrittore, il lettore viene guidato nei cupi meandri di una scienza che rimane ancora nell’oscurità e che genera incubi, dove incontra personaggi sudici da una parte e menti brillanti dall’altra; il lettore rimane in tensione davanti alle descrizioni dei cadaveri nel momento in cui si fornisce loro energia.
Buona lettura!
A cura di Marianna Di Felice
marisullealidellafantasia.blogspot.it
Lorenzo Beccati
Lorenzo Beccati (Genova, 1955) ha collaborato come autore al successo di programmi che hanno fatto la storia della tv italiana, tra cui Drive-in, Paperissima e, tuttora, Striscia la notizia. Ha scritto film, opere teatrali e romanzi, l’ultimo dei quali è L’ombra di Pietra (DeA Planeta, 2018).
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