Il riflesso del passato




Recensione di Sara Pisaneschi


Autore: Dan Chaon

Traduttore: Silvia Castoldi

Editore: NN Editore

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Jonah ha  sei anni quando il cane di famiglia lo aggredisce, lasciandolo sfigurato. L’incidente lo segna per sempre e lo allontana dalla madre Nora, perseguitata dal ricordo di un figlio dato in adozione. Rimasto solo e ormai adulto, Jonah abbandona la casa d’infanzia e si mette in cerca del fratello, sperando di ricomporre i pezzi della sua vita e sentirsi finalmente parte di una famiglia. Troy, invece, sta perdendo ogni affetto. È in libertà vigilata, la moglie lo ha lasciato e la suocera gli impedisce di vedere il figlio, Loomis. Per caso conosce Jonah che lavora nel suo stesso locale: all’inizio diffida di lui, ma qualcosa nei suoi modi, allo stesso tempo sfuggenti e supplichevoli, lo attira. Finché un giorno il piccolo Loomis scompare, mettendo in moto una catena di eventi che rischia di trasformarsi in tragedia. Dopo la volontà del male, Dan Chaon torna con un thriller in cui le vite dei personaggi si intrecciano e si svelano a poco a poco, in un intarsio di passato e presente che assume contorni sempre più oscuri e inquietanti. E mette a nudo fragilità, paure e sogni dell’uomo contemporaneo, raccontando le estreme conseguenze a cui porta il bisogno d’amore.

Recensione

E voi?
Voi siete contenti delle vostre vite?

Della piega che hanno preso gli eventi?

Del calore o meno della vostra famiglia o di quella volta che avete detto una bugia solo per essere accettati dal branco, per uno sguardo di comprensione?

Jonah no, non lo è. Fin da quando a sei anni, ignorato dalla madre e dal nonno persi nel loro mondo, si è messo a giocare un po’ troppo insistentemente con il cane di famiglia e lo stesso cane, un dobermann di nome Elisabeth, lo ha attaccato e quasi sbranato nel bagno di casa, lasciandogli terribili cicatrici sul volto e sulle mani.

Jonah rimase morto per breve tempo prima che i soccorritori lo riportassero in vita.

È questo l’incipit del romanzo. È questo che da inizio a una lettura sorprendente in cui solitudine, disperazione, sogni infranti e ritrovati, bugie e ossessioni la fanno da padrone, e si mescolano e si intersecano in ogni pagina, in ogni capitolo. Ad ogni nostro passo.

Non lo è di certo Nora, che deve scontare il semplice fatto di aver amato, chiusa in una casa per nascondersi dalla vergogna di essere rimasta incinta troppo giovane in un luogo in cui bisogna salvare le apparenze ad ogni costo.

In una casa insieme ad altre ragazze come lei, da cui uscirà rinnovata e senza il suo bambino già affidato, in grembo, a una famiglia che se ne occuperà molto meglio di come potrebbe fare lei.

Non lo è neanche per Troy. Anche se per un attimo aveva creduto di avere il mondo in tasca. Anche se aveva una bellissima moglie e un bambino adorabile e intelligente. Anche se non gli è mai mancato niente e la sua infanzia era stata tutt’altro che infelice.

Perché aveva mandato tutto a puttane?

Perché non si era preso cura di quel tesoro che aveva e si era comportato in modo così leggero e superficiale?

Loomis, il suo piccolo e incredibile Loomis, costretto a crescere con quella suocera che tanto lo disprezza, che dà a lui la colpa della brutta strada che ha preso sua figlia. Troy che decide di essere migliore e lotta con tutto se stesso per riavere tutto ciò che ha perso restando però forse troppo ancorato al passato.

Poi Jonah entra nella sua vita e la stravolge completamente. Non si fida di quel figuro così riservato e schivo che non fa che fissarlo e osservarlo. Jonah e la sua montagna di bugie. Jonah dallo “sguardo instabile, da animale in trappola, l’espressione di chi ha raggiunto il vicolo cieco di un labirinto per la terza o la quarta volta”.

Eppure c’è in lui qualcosa di familiare che Troy non riesce ad identificare e che gli suscita tenerezza. Il dolore della sua vita trascorsa?

O quella è solo l’ennesima bugia?

Tutto sembra trascinarsi in una sorta di incerto equilibrio. L’autore lancia vari salvagenti ai suoi protagonisti e a noi. L’eroe diventa la sua stessa nemesi. Il male e il bene che cambiano posizione come in una scacchiera. Fino a quando Loomis scompare nel nulla. Un attimo è lì a giocare nel giardino della nonna, e l’attimo dopo non c’è più, perso come fosse stato risucchiato in un buco nero. Dobbiamo trovare tutti gli indizi.

Quanto incide il passato sulle nostre vite?

Quanto ci cambia?

Il suo riflesso è sempre lì, davanti a noi, come i legami del sangue. Siamo tutti dipendenti da un qualche bisogno d’amore.

Scrittura incredibile che, tra passato e presente in un ordine che sembra quasi casuale, tiene sempre il lettore sulle spine e lo spinge giù, sempre più giù, nel pozzo nero dell’animo umano. È una scrittura che fa male e che lascia il segno, dando in un certo senso l’impressione di infinito. Può succedere tutto e il contrario di tutto, non ci è dato sapere.

Bellissima lettura.

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Dan Chaon


vive a Cleveland, Ohio, e insegna all’Oberlin College. I suoi racconti, Among the Missing (di prossima pubblicazione per NNE), sono stati finalisti al National Book Award, mentre i romanzi successivi, tra cui You Remind Me of Me (sempre in uscita per NNE), hanno ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui lo Story Prize e l’Academy Award in Literature. Suoi scritti sono apparsi in Best American Short Stories, The Pushcart Prize Anthology, e The O. Henry Prize Stories. La volontà del male, finalista al Shirley Jackson Award, è stato un best seller negli Stati Uniti e in tutti i paesi europei.