Recensione di Salvatore Argiolas
Autore: Tana French
Editore: Einaudi
Traduzione: Alfredo Colitto
Genere: Mystery
Pagine: 656
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Una famiglia assassinata. Un’unica sopravvissuta al massacro. È il caso piú importante dell’anno, e c’è solo una persona in grado di risolverlo: Mick «Scorcher» Kennedy, il detective di punta della squadra Omicidi di Dublino. Per riuscirci, Scorcher dovrà affrontare il male che da troppo tempo si porta dentro. Patrick Spain e i suoi due bambini vengono ritrovati morti in un complesso residenziale mezzo abbandonato per colpa della crisi. Jenny, la madre, è in fin di vita. All’inizio Mick «Scorcher» Kennedy, incaricato delle indagini, pensa alla soluzione piú scontata: un padre sommerso dai debiti, travolto dalla recessione, ha tentato di uccidere i propri cari e si è tolto la vita. Ma ci sono troppi elementi che non quadrano: le telecamere nascoste nell’appartamento, i file cancellati su uno dei computer e il fatto che Jenny temesse che qualcuno fosse entrato in casa loro per spiarli. A complicare il quadro, c’è il quartiere in cui vivevano gli Spain – un tempo noto come Broken Harbour – che riporta a galla ricordi dolorosi del passato di Scorcher.
RECENSIONE
“Il rifugio” è il quarto romanzo di Tana French facente parte della serie della Squadra Omicidi di Dublino caratterizzata dal fatto che non c’è un personaggio unico ma ogni libro parla di un detective diverso.
Questo caso è seguito da Mick “Scorcher” Kennedy, il migliore investigatore della Squadra ma in crisi per aver sbagliato un inchiesta.
Uno “scorcher” è in gergo calcistico è un gol segnato con un tiro potente e difficile e Kennedy, scelto per la sua bravura, deve affrontare un caso spinoso che mette a dura prova le sue capacità e il suo intuito.
In una villetta di un complesso residenziale decaduto in riva al mare vengono trovati i corpi senza vita di un uomo, di due bambini suoi figli mentre la moglie è in fin di vita ferita da numerose coltellate.
L’indagine su questa efferata carneficina si svolge con grande difficoltà in quanto apparentemente la famiglia era serena e non esisteva nessun nemico in grado di compiere gesti tanto orribili.
Kennedy, coadiuvato dalla giovane recluta Richie Curran, riesce ad arrestare uno stalker che spiava ossessivamente la coppia da una casa disabitata adattata a “rifugio” ma qualcosa gli fa capire che forse il caso non è chiuso.
Pur basato su una solida ossatura investigativa “Il rifugio” parla anche di argomenti che vanno dal catastrofico impatto della recessione del 2008 sulla società irlandese ad un argomento molto presente nei libri della scrittrice americana che è l’impossibilità di realizzare i sogni e le illusioni dell’adolescenza ma l’aspetto più importante è quello della volontà dell’autrice di narrare una storia per il gusto di ammaliarci con la costruzione di una storia e dei personaggi vividi e verosimili.
Tana French indugia con notevole perizia sulle personalità delle vittime e degli investigatori mettendo a nudo debolezze e fragilità insospettabili.
Lavorando di cesello riesce a strutturare un romanzo difficilmente dimenticabile per la tragedia di una famiglia che poteva avere tutto per essere felice e invece si è trovata ad affrontare un destino implacabile ma indagando sulla loro sorte anche il detective Kennedy si trova a fare i conti con i fantasmi che emergono dal suo passato.
“Per quale motivo li voleva morti? Era una delle molte ragioni per cui l’omicidio è un crimine speciale: è l’unico che ci fa chiedere perché. Rapine, violenze sessuali, frodi, spaccio e tutta la sporca litania dei reati hanno la spiegazione già inclusa nell’atto. Devi solo inserire il colpevole nello spazio giusto come una chiave nella serratura. L’omicidio invece ha bisogno di una risposta”
riflette Kennedy e proprio cercando di diradare gli ultimi dubbi l’investigatore viene trascinato in un vortice di disperazione causato dalla scoperta di una motivazione incredibile che causa dolori atroci.
Le vittime dell’omicida subiscono anche un’ulteriore ferita perché sono il punto di contatto con l’assassino e conseguentemente la loro vita è passata al setaccio portando in superficie tante vicende oscure e sogni infranti che messi assieme creano un quadro indiziario inquietante e che pone Scorcher Kennedy di fronte ad un dilemma etico dilaniante “come un milione di schegge affilate”.
“L’omicido è caos” ragiona Scorcher, “in tutti i sensi possibili. Il nostro lavoro alla fine è semplice: opporsi al caos e ristabilire l’ordine” ma alla fine dell’inchiesta l’ordine non verrà ristabilito e l’orrore aleggerà sui protagonisti e anche sul lettore lasciandogli un senso di stupore di fronte ad una storia così potente.
“Il rifugio” è un romanzo “duro come un diamante, in grado di tagliare carne e ossa” tanto intenso e coinvolgente che lascia senza fiato e che fa venire voglia di acquistare immediatamente i libri non ancora letti di questa straordinaria scrittrice.
Tana French
Tana French: è nata negli Stati Uniti nel 1973 ed è cresciuta tra Irlanda, Italia e Malawi. Della sua serie incentrata sulla squadra Omicidi di Dublino, Einaudi ha pubblicato L’intruso (2017), Il collegio (2019), Il rifugio (2020) e Nel bosco (2020). Dai romanzi Nel bosco e il successivo La somiglianza (di prossima pubblicazione negli ET) è tratta la prima stagione della serie tv Dublin Murders.
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