Il rumore bianco




Yolaine Destremau


DETTAGLI:

Traduttore: Marta Giusti

Editore: Barta

Genere: narrativa

Pagine: 120

Anno edizione: 2022

Sinossi. Un ragazzo autistico cammina nel bosco, trova una morta, il suo cellulare. Chi è, chi l’ha uccisa, come, quando? Tessera dopo tessera, i classici quesiti del «giallo» sfilano in questo racconto fino a comporre un puzzle preciso, fuori e dentro gli occhi del protagonista, del suo candore, delle sue furie, delle sue paure, delle sue passioni.

 Recensione di Roberta Canu


La delicatezza che traspare da questo racconto intimo e travolgente è disarmante e cristallina come acqua di fonte. 

Un ragazzo di diciotto anni appena di nome Pablo non parla e non interagisce in alcun modo con la sua famiglia né tantomeno con gli estranei, è autistico e reagisce spesso con violenza agli stimoli della vita e al mondo in generale.

Dall’amore però nasce il tutto, da quella pazienza intuitiva e assoluta di una madre che darebbe la vita per questo suo figlio che non riesce e non può stare in pace con sé, perché il destino ha voluto che il suo percorso su questa Terra fosse doloroso e, soprattutto per la società in cui si vive, enigmatico e perennemente incompreso.

Il rumore bianco inteso come disappartenenza ai luoghi che si slacciano dalla memoria e dalla mente del ragazzo, il rumore bianco come lotta interiore contro il proprio io e il sistema sociale in contrapposizione con l’amore che la madre di Pablo prova per quel ragazzo così bisognoso di perenni attenzioni, perché lui è come un albero le cui radici sembrano non aderire sempre al terreno.

Un libro in cui poesia e dolore aderiscono perfettamente al profondo sentimento psichico, così vorrei definirlo insomma, di entrambi i personaggi centrali, Pablo e sua madre.

Da un lato la paura dell’affrontare una vita che sembra contraria alla sensibilità e ai bisogni speciali di Pablo, e dall’altro lato si guada il fiume dell’abbandono totale verso ciò che è resilienza e frutto d’amore materno e di quel figlio stesso che per questa santa donna è anima e cuore, giustamente.

Un’anima che crolla, si rialza e puntualmente soffre siccome non è infatti mai cauta o permissiva difatti la condanna di ogni essere nobile e puro, come se Dio abitasse in Pablo in quanto ragazzo diverso dalla massa e per questo così bisognoso di tutto ciò che spesso il mondo non sa dare, così artefatto e insincero.

La storia di Pablo rappresenta uno squarcio nell’animo che coinvolge chiunque, commuove e fa risorgere lo spirito a nuova luce, a nuova vita.

È un piccolo romanzo, questo, che si legge tutto d’un fiato e raccoglie gli elementi tipici della fluidità narrativa per poi creare una miscellanea di colori, forme, oggetti, sensazioni e pensieri contrapposti tra loro ma anche uniti e siamesi, così spaziali e terreni, ancorati all’umida terra e all’unione tra amore e raziocinio, enigma del giallo che sfuma in poesia e apoteosi della libertà d’espressione.

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Yolaine Destremau


dopo un’infanzia nomade tra L’Africa del Sud, L’Argentina e le estati in famiglia a Cognac, oggi divide la sua esistenza tra Parigi e Lucca. Per una decina di anni è stata pittrice, poi si è consacrata interamente alla scrittura. Autrice di nove libri, tradotti in svariate lingue, con Barta ha pubblicato Le ribellioni (2015), La casa di Cognac (2018) e La malaintesa (2022).

A cura di Roberta Canu

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