IL SECONDO PIANO
di Ritanna Armeni
Ponte alle Grazie 2023
Romanzo storico, pag.288
Sinossi. Ritanna Armeni, con l’entusiasmo rigoroso e profondo di sempre, attraversa un passaggio cruciale della nostra Storia e dà corpo a una vicenda esemplare, che parla di coraggio e sorellanza, di forza e creatività, di gioia, paura, resistenza. In un convento francescano di periferia, tra i profumi del giardino e un nuovo quartiere in costruzione, suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare al piano terra un’infermeria tedesca e al secondo alcune famiglie sfuggite per miracolo al rastrellamento del Ghetto. A separarli, solo una scala e l’audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo. Roma, nell’ultimo anno di guerra, non è «città aperta». I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, la stringono in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare, i romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione. In una città distrutta dalla fame, dalle bombe, dal terrore, gli ebrei vengono perseguitati, deportati, uccisi, come il più pericoloso e truce dei nemici. E la Chiesa? Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere – sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti – chi ne ha bisogno.
Recensione di Davide Piras
“Se anche noi avessimo guardato con attenzione la mappa mostrata da Eisenhouer, non avremmo avuto difficoltà a riconoscere i luoghi di Roma. Anche noi avremmo visto lungo la riva destra del Tevere un segno rosso più grande degli altri: la Città del Vaticano. Poi, solo leggermente più piccoli, i cerchietti che segnavano le grandi basiliche. E avremmo riconosciuto una per una le istituzioni e le sedi sacre della Chiesa romana. Ma non sono questi i luoghi – solenni persino su una mappa stropicciata – che ci interessano. Dobbiamo spostare gli occhi in alto, a lato della strada consolare che va verso l’Adriatico. C’è un cerchio rosso minuscolo, quasi invisibile. Indica un convento e una chiesa. Nel convento abitavano sette suore. Qui comincia la nostra storia.”
Con questa chiusa calviniana del preambolo, Ritanna Armeni ci conduce all’interno di un romanzo toccante, a tratti così profondo nei significati da far rischiare al lettore di non riuscire a riemergere. Oggi il ghetto ebraico è una delle zone più accoglienti e caratteristiche di Roma. Chi l’ha visitato non può non essersi lasciato avvolgere dagli edifici storici, dai profumi speziati della cucina giudaico-romanesca, dalle vie congestionate di turisti e dagli abitanti del quartiere che girano col caratteristico zucchetto in testa: la kippah.
Ma i caseggiati attorno alla splendida moschea mostrano anche numerose targhe, la più dura recita queste parole:
“Il 16 ottobre 1943 qui ebbe inizio la spietata caccia agli ebrei, e duemila novantuno cittadini romani vennero avviati a feroce morte nei campi di sterminio nazisti dove furono raggiunti da altri seimila italiani vittime dell’infame odio di razza. I pochi scampati alla strage, i molti solidali, invocano dagli uomini amore e pace, invocano da Dio perdono e speranza.
E ancora:
“Non cominciarono neppure a vivere: in ricordo dei neonati sterminati nei lager nazisti.”
Probabilmente sono proprio queste targhe ad aver acceso nell’autrice il desiderio di raccontare questa storia ispirata a fatti realmente accaduti, una storia di coraggio, di fratellanza e di amore cristiano per il prossimo. Durante i rastrellamenti furono tante le strutture cattoliche che diedero ospitalità agli ebrei sfuggiti alla cattura. Frati, preti e suore nascosero i fuggiaschi ai nazisti, rischiando la propria vita per proteggere anime innocenti dagli aguzzini nazisti.
L’edificio al centro del romanzo è ubicato nell’odierna via Poggio Moiano, che nel 1943 rappresentava una zona molto periferica. Si tratta di un convento delle suore della Misericordia. Sette sorelle vivono quasi nella clausura totale, osservando la Seconda guerra mondiale con timore ma anche con la convinzione che neppure i nazisti oseranno bombardare i luoghi del Signore.
Tra una messa nella chiesa adiacente e il duro lavoro agricolo nel giardino, passano le giornate a sperare e pregare. Il 16 ottobre però cambia tutto: 7 persone, mandate dalle suore di un altro convento sito in via delle Botteghe Oscure, si presentano a chiedere rifugio. Nonostante la paura, le suore decidono di accoglierli. Per dar loro un letto, vengono risistemate le vecchie stanze del secondo piano. Ci sono due anziani con la loro giovane nipote e una famiglia di pasticceri con prole al seguito, più un’altra coppia e anche una ragazza incinta. Il gruppo vive praticamente murato nel secondo piano.
Le suore dànno loro assistenza: c’è Emilia sempre attenta alle spese; la maestrina Benedetta; Lina, che quasi è ancora bambina; la vecchia suor Grazia; Maria Rita che cura tutte le faccende del convento; Elisabetta, anche lei molto giovane: sorelle con caratteri e mansioni diverse, ma completamente devote alla Madonna e decise a seguire le direttive della madre superiora: Ignazia, donna rude e austera di origine tedesca.
Col passare dei giorni si fa sempre più difficile custodire il segreto degli ebrei al secondo piano, la gente è curiosa, fa domande, soprattutto Remo, un giardiniere avvezzo al pettegolezzo e con idee molto vicine a quelle dei fascisti e nazisti.
Inizialmente le suore vivono un conflitto interiore ospitando uomini maschi, fatto che va contro il loro ordinamento e contro il credo professato dal Vaticano, poi però, in modo del tutto informale e segreto, il Papa autorizza tutti i religiosi a ospitare gli ebrei in cerca di rifugio.
La situazione precipita quando dei militari tedeschi chiedono ospitalità nel convento. Tutto sembra perduto, invece madre Ignazia, grazie alla sua dialettica e a una predisposizione naturale per la mediazione, riesce con un miracolo a far sì che i tedeschi vengano ospitati senza mai trovarsi in conflitto con la realtà silenziosa del secondo piano.
Attorno al convento scorrono gli eventi per lunghi nove mesi: la caccia agli ebrei, le torture, le rappresaglie, la resistenza, fino al tanto agognato arrivo degli alleati.
“Il secondo piano” è un romanzo che è tante cose in una, ma quella che emerge con più forza è la capacità umana di amare, di aiutare l’indifeso.
Con la sua penna armoniosa, Ritanna Armeni ci parla di come la comunità cristiana riuscì a vincere le profonde contraddizioni del suo ruolo. E attraverso una cronologia di eventi storici che si alternano al romanzo, ci narra dettagliatamente anche quei nove mesi di storia d’Italia e d’Europa che hanno segnato per sempre il futuro dell’intera umanità.
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Ritanna Armeni
è giornalista e scrittrice. Ha lavorato come caporedattrice al periodico «Noi donne», poi a «il manifesto» e nella redazione di «l’Unità», a «Rinascita» e, ancora, opinionista sul quotidiano «Il Riformista». Nel 1998 è diventata portavoce dell’allora segretario di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, del quale ha curato, con Rina Gagliardi, il volume Devi augurarti che la strada sia lunga (Ponte alle Grazie 2009). È stata per tre anni conduttrice di “Otto e mezzo” insieme a Giuliano Ferrara. Ha pubblicato Di questo amore non si deve sapere (Ponte alle Grazie 2015), vincitore del Premio Comisso. Tra gli altri suoi titoli usciti sempre con Ponte alle Grazie: La colpa delle donne (2006), Prime donne. Perché in politica non c’è spazio per il secondo sesso (2008), Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte (2018). Mara. Una donna del Novecento (2020).