Recensione di Roberto Forconi
Autore: Roberto Carboni
Editore: Newton Compton
Genere: Giallo
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Anni Ottanta. Elia Morosini Arconati è un ex musicista e direttore d’orchestra. Dopo anni di grande successo, una grave forma di schizofrenia lo ha costretto a ritirarsi, e adesso vive a Bologna, dove ha un negozio di antiquariato. Ma questa non è che la facciata. In realtà, Elia è un serial killer. Una volta individuate le sue vittime, si insinua sempre di più nella loro vita, arrivando a vivere di nascosto in casa loro per poi – quando non riesce più a sostenere la tensione provocata da questo “gioco” – ucciderle. E riprendere la propria normale esistenza. Fin quando un nuovo, incontenibile impulso non lo porta a ricominciare. In città, questi omicidi sono attribuiti al “Mostro di Bologna”, sulle cui tracce si mettono ben presto magistrati, investigatori privati e, soprattutto, una medium, Madame Thérèse. Le pagine di Roberto Carboni trascinano il lettore dentro la mente di un assassino, attraverso i meandri del male, risucchiandolo in una storia inquietante e senza redenzione. Sembra un uomo qualunque, ma la sua vita nasconde dei segreti mostruosi.
Recensione. Elia Morosini Arconati è un personaggio. Si, davvero incarna la parte di un Personaggio ma di quelli con la P maiuscola e non solo quella. Elia Morosini Arconati ha una vita molto interessante, in parte nascosta, ma in fondo in fondo il suo segreto è ciò che lo rende unico.
Ciò che lo rende il perfetto Serial Killer che non ti aspetti.
Elia ha molte personalità che incarnano quasi un mito greco al suo interno: musicista antiquario con vasta conoscenza gastronomica, e neanche un passato turbolento in clinica psichiatrica, un divorzio e la rinascita riescono a contenere la sua vorace fame di uccidere.
Una pulsione, quasi un’arte.
In una Bologna sfumata, l’ex direttore di orchestra Elia non è il solo protagonista, ma gli fanno da spalla numerosi ambienti che nella penna di Carboni prendono vita mostrandosi al contempo affascinanti e macabri, quasi come uno Studio Vittoriano di Holmesiana memoria, un vademecum sui luoghi e sulle sensazioni che portano tracce dal passato ad intersecarsi con il presente di ottantiana memoria bolognese fino a fondersi alla perfezione.
Un gozzoviglio emozionale quello di Elia e quello del lettore che lo segue, lo amiamo e lo odiamo e restiamo affascinati dai suoi mille volti per poi morire impietosamente come le sue vittime designate.
Un orrore che Roberto Carboni non risparmia, lo incarna attraverso pagine intrise di descrizioni macabre e delitti efferati; un viaggio linguistico e antropologico nella mente del serial killer contornato da una miriade di personaggi in cui spicca su tutti quella Madame Thérese che un po’ alla Madame Blavatsky pioniera e medium di teosofica memoria.
Bologna e i suoi portici, quella nebbiolina che sembra uscire da un grammofono che ci inebria a suon di Jazz e sangue laccato.
Ennesimo libro che colpisce e non lascia difetti del bravissimo Roberto Carboni che dopo La Collina dei Delitti sembra aver alzato ancora il tiro con questo superbo giallo!
Roberto Carboni
classe 1968, è nato a Bologna e vive sulle colline di Sasso Marconi. È autore di numerosi romanzi e docente di scrittura creativa a tempo pieno. Nel 2015 è stato premiato con il Nettuno d’Oro (in precedenza attribuito, tra gli altri, a Lucio Dalla e Carlo Lucarelli), nel 2016 con il premio speciale Fondazione Marconi Radio Days (precedentemente premiati Enzo Biagi, Lilli Gruber). Nel 2017 ha vinto il Garfagnana in Giallo, nella sezione Romanzo Classic. Nel 2018 è stato vincitore del SalerNoir Festival di Salerno. Con la Newton Compton ha pubblicato con successo Il giallo di Villa Nebbia, La collina dei delitti e Il segreto dell’antiquario.
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