IL SENSO DELL’ ALLIGATORE
di Guido Sgardoli
Piemme 2023
thriller, pag.624
Sinossi. Larry Nowak cerca di guardarsi il meno possibile allo specchio: l’immagine riflessa di sé, infatti, non è che il pallido ricordo di chi è stato. Sei anni e mezzo, trascorsi in un letto d’ospedale in una sorta di limbo di cui ricorda poco e niente. E l’unica soluzione che ha trovato per scappare da ciò che lo attendeva al risveglio è stata la fuga. Wytago nel Vermont è sufficientemente piccola e lontana da fargli pensare di potersi lasciare alle spalle il proprio doloroso passato. Qui Larry cerca di ricostruirsi una quotidianità, di mettere su una nuova clinica veterinaria, di fare nuove amicizie, di non essere più per tutti solo ‘The new kid in town’. Ma in un paese piccolo tutti sanno tutto di tutti. E così è facile scoprire la sua dipendenza dai farmaci, gli eccessi nel bere, i terribili sbalzi di umore. E scoprire anche che nel suo passato c’è qualcosa che vuole in tutti i modi tenere nascosto. Quando poi un ragazzino viene ritrovato senza vita, l’attenzione è puntata subito su di lui. Prima ancora che parta una vera e propria indagine, Larry è già diventato il colpevole perfetto, il capro espiatorio su cui scaricare le colpe di una cittadina che si ritiene immacolata e che nasconde le sue ombre dietro ai portoni ritinteggiati delle case. Guido Sgardoli costruisce un thriller teso, crudo, ma anche umanissimo, un caleidoscopio di personaggi unici e perfettamente descritti che ci guidano in un labirinto di odio, rancore, invidia e generosità. Un racconto così realistico da riportarci a tremare per una delle paure che fin da bambini ci portiamo dentro: quella dello sconosciuto che ci prende e ci porta via.
Recensione di Roberta Canu
Ci tengo a precisare che non voglio in nessun modo screditare il lavoro fatto dall’autore, ma purtroppo devo dire che il romanzo non mi ha conquistato affatto per motivi molto semplici e chiari, ovvero: il contesto in cui sono collocati i personaggi credo sia, come il contenuto del libro, acerbo e inoltre lo stile utilizzato emula fin troppo quello dello scrittore Stephen King.
Inoltre, elemento non trascurabile, tante sezioni della storia sono superflue e ridondanti, a mio avviso.
In più, il libro, nonostante abbia tantissime pagine, non è caratterizzato praticamente mai da scene salienti in cui lettore possa sentirsi parte integrante della storia oppure trasalire, provare timore, sentire la suspense etc…
Tutto questo secondo me è mancato e credo che forse l’unico punto di forza della storia sia la caratterizzazione dei personaggi che sono davvero tanti (parliamo infatti di un romanzo corale), ma non si fa mai confusione nel tenerli a mente o a dare loro un volto, poichè ciascuno ha qualcosa di particolare che riesce a incutere curiosità e interesse.
L’autore, secondo il mio punto di vista, avrebbe dovuto sintetizzare molto di più in quanto il libro sono sicura sarebbe risultato meno tedioso e meno dispersivo, infatti come è ben noto a tutti non è importante la quantità di pagine scritte bensì la qualità.
C’è da dire poi che purtroppo non sono riuscita ad afferrare il senso concreto della storia, a comprenderne l’evoluzione, eppure devo dire di aver letto con molta attenzione, ma nonostante tutto mi sono resa conto che a parte il lodevole rispetto nei confronti degli animali e quindi la profonda dedizione del protagonista Larry Nowak verso il suo mestiere, non ho però trovato nessun vero nesso logico tra l’alligatore che dà il titolo al libro e quello presente nella narrazione, il che credo sia piuttosto strano.
È anche abbastanza bizzarro il modo in cui si parla di tale alligatore, a volte in maniera piuttosto ironica e a tratti ancora più stravagante, in un contesto che invece richiederebbe la massima serietà.
Per quanto riguarda i personaggi, quelli che mi hanno colpito di più per la loro unicità e per il modo in cui si approcciano a Larry sono stati:
Jobeth Allison, che sarebbe la ragazza con cui instaurerà un rapporto d’amore che definirei più che altro platonico e poi Etta Grier, l’impicciona che tutto sommato ravviva l’atmosfera del libro, e in conclusione il bambino balbuziente Dave Winthrop.
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Guido Sgardoli
Guido Sgardoli: È uno dei più famosi, prolifici e premiati scrittori italiani di libri per ragazzi. Scrive per i giornali, il cinema e la televisione. È laureato in medicina veterinaria e da sempre è un grande appassionato di disegno, scrittura e animazione. Autore di oltre cento libri, le sue storie sono state tradotte in una ventina di lingue e hanno vinto tutti i maggiori premi letterari dedicati alla scrittura per giovani adulti, tra cui tre volte il Premio Andersen e il Premio Strega Ragazze e Ragazzi nel 2019 con il romanzo The Stone – La settima pietra, opzionato per realizzarne una serie televisiva.
A cura di Roberta Canu
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