Recensione di Costantino Giordano
Autore: Giovanni Sechi
Editore: Fanucci
Genere: Thriller/Noir
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. La Orpheus è un’agenzia investigativa fondata dai fratelli Carta: Enrico e Salvatore, il primo ex insegnante di religione insoddisfatto, il secondo ex poliziotto dedito al divertimento sconsiderato, con forti tendenze autodistruttive. La loro specializzazione è alquanto originale: rintracciare persone scomparse e date per morte, anche dopo tanti anni. Quando una donna, Monica Ghersi, si rivolge a loro per ritrovare il cadavere di Dario Spadafora, il pregiudicato che dieci anni prima ha rapito e torturato sua figlia Teresa, i Carta accettano l’incarico. Le indagini, però, li mettono in contatto con un pericoloso gruppo criminale del nord Italia per scoprire che nessuno crede alla versione ufficiale: la verità sembra coperta da un velo di mistero che ognuno vuole mantenere. In un serrato susseguirsi di colpi di scena, i fratelli Carta dovranno ricorrere a tutte le risorse a disposizione, lecite o meno, per fare luce sulla scomparsa di Spadafora. Ma come recita il motto tatuato sulla pelle dei due fratelli, Sed gladium, la verità spesso non porta la pace bensì alla violenza, e il vero compito è capire fino a che punto è opportuno spingersi in suo nome.
Recensione
“Il sesto indizio” è un noir italiano che vi stupirà. Una trama ben costruita, intrecciata nel modo giusto con colpi di scena frequenti e misteri che si infittiscono sempre più man mano che si va avanti. Un caso apparentemente semplice, dove tutto sembra già esser stato scritto e deciso, si trasforma in un viaggio alla scoperta di una Italia settentrionale molto più corrotta e sporca di quello che si possa pensare, dove la criminalità organizzata controlla il mercato e detta legge e chi dovrebbe proteggere i cittadini, spesso, è più corrotto e sporco dei criminali stessi.
Il ritmo narrativo segue un andamento crescente: inizialmente è lento, ci si sofferma molto sulla descrizione dei personaggi principali, sulle loro abitudini quotidiane e sul passato che, in un modo o nell’altro, ha inciso sul modo di affrontare la vita e gli ostacoli che la stessa presenta. Man mano che si prosegue nella lettura il ritmo tende ad aumentare, ma sempre in modo graduale con l’inserimento di nuovi personaggi, nuovi indizi, nuovi misteri.
Il mistero è il filo conduttore del romanzo, infatti ogni volta che si arriva a una verità, si comprende che è solo una mezza verità e si deve proseguire nelle indagini. Dunque, il ritmo cresce gradualmente durante la lettura fino a diventare frenetico con il susseguirsi di colpi di scena che spiazzano il lettore e regalano alla storia nuova linfa vitale, rinnovando l’interesse per il caso e la voglia di arrivare finalmente alla verità.
I due personaggi principali, i fratelli Carta, sono in completa antitesi tra di loro. Questa differenza caratteriale però è la chiave vincente per risolvere il caso in quanto, pensando in due modi differenti, non si percorre mai la stessa strada, anzi, spesso si prendono strade completamente diverse che, però, si ritrovano allo stesso incrocio.
“Il sesto indizio” è il tipico romanzo che fa sì che la verità possa giungere al lettore solo alla fine come una rivelazione, donandogli quel senso di euforia e soddisfazione che è tipico dell’elemento sorpresa, e anche perché è importante far comprendere che alla fine: “Se continui a cercare, a scavare, la verità viene fuori”.
Giovanni Sechi
Giovanni Sechi: è nato ad Alghero nel 1983. Laureato in giurisprudenza, ha lavorato in varie città d’Italia e ora è stabile a Milano. Appassionato di storytelling sin dall’adolescenza, i suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologie. Nel 2016 ha esordito come romanziere con il noir Solo tre regole. Con Il sesto indizio fa il suo ingresso nel catalogo Nero Italiano.