Recensione di Giulia Manna
Autore: Simon Stranger
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero big
Traduzione: A. Storti
Genere: narrativa, romanzo
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Che cosa spinge il timido figlio di un calzolaio a diventare un carnefice nazista? Perché i discendenti di una delle sue vittime si trasferiscono proprio nella casa dove lui torturava? Simon Stranger ripercorre i destini incrociati di cinque generazioni di una famiglia ebrea e di uno dei piú spietati criminali della storia norvegese. In una strada di Trondheim, Simon Stranger si inginocchia per raccontare al figlio che secondo la tradizione ebraica una persona muore due volte: prima quando il suo cuore smette di battere, poi quando il suo nome viene letto, pensato o detto per l’ultima volta. Davanti a loro c’è la pietra d’inciampo di Hirsch Komissar, il trisnonno del ragazzo che nel 1942 fu deportato e assassinato dai nazisti. Il colpevole della morte di Komissar fu uno dei piú vili traditori della Norvegia: Henry Oliver Rinnan, un collaboratore della Gestapo che stabilí il suo quartier generale in una casa di periferia di Trondheim e trasformò la cantina in una camera di tortura per i dissidenti. La stessa casa in cui i nipoti di Hirsch tornano a vivere dopo la caduta del Terzo Reich. A partire da questo insolito scherzo del destino, Stranger costruisce un romanzo toccante sulla volontà di esorcizzare il dolore e sul tentativo di mantenere in vita i nomi di coloro che si sono persi.
Recensione
Mi è mancata l’aria diverse volte durante la lettura di questo libro, primo romanzo di Simon Stranger. E’ raccontato in modo strano a causa di un insolito modo di iniziare ogni capitolo con una lettera dall’alfabeto rispettandone l’ordine.
Ci vuole un poco, ma poi cala il sipario e si entra nella logica di questo stile narrativo che così facendo intreccia presente e passato, raccontandoci una storia che ha dell’incredibile.
Dopo diversi anni i nipoti di Hirsch Komissar, deportato e torturato dai nazisti, tornano a vivere nella casa che fu teatro di orrori indicibili.
Il modo con cui cercano di affrontare questo strano scherzo del destino è quasi ironico, ma pian piano viene fuori una storia che fa accapponare la pelle e che coinvolge il criminale nazista Henry Oliver Rinnan.
Si è scritto tanto sull’Olocausto, ma questo libro anche se non ha alcuna intenzione di dimenticare, guarda al domani con speranza:
“Quel che è stato è stato, e non si può cancellare, né minimizzare, né reprimere, né dimenticare. Se c’è una cosa che si può cambiare è la strada ancora da percorrere.”
Non aggiungo altro, perchè i libri sono fatti per essere letti.
Buona lettura.
Simon Stranger
è nato a Oslo nel 1976. Ha scritto numerosi libri per bambini, venduti in decine di Paesi e diventati tutti best seller. Il solo modo per dirsi addio, il suo primo romanzo, ha venduto piú di 100 000 copie in Norvegia.
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