Il sussurro delle anime 




 Il sussurro delle anime

di Giuseppe Folchini

Francesco Tozzuolo Editore 2022

Saggio, pag.215

Sinossi. Sono ventitré donne, ragazze, bambine. Tradite molto probabilmente da chi diceva di amarle. Ventitré femminicidiirrisolti, che hanno lambito la cronaca nera del nostro paese tra gli anni Quaranta del secolo scorso e i primi anni Duemila. Non solo la ricostruzione dei casi ma una rielaborazione delle indagini, che avrebbero potuto portare ad esiti diversi. Un viaggio oscuro in un’Italia sempre diversa nel suo stato sociale ed economico, ma sempre uguale nei confronti dell’universo femminile. In un mix tra racconto noir e giornalismo investigativo un libro dedicato alle vittime innocenti, che sussurrano di non essere dimenticate.


Il sussurro delle anime

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Come si recensisce un saggio il cui tema sono le vittime di femminicidio?
Giuseppe Folchini porta in campo ventitré capitoli, uno per ogni donna a cui ha voluto rendere omaggio. Nell’arco di sessant’anni sono pochissime. Su carta e se confrontiamo i numeri crescenti elencati quotidianamente sono un’enormità. Lo ammetto: non ho una cultura così approfondita che mi porta a sapere cosa nel passato ha portato ad una cultura così estremamente misogina. Anzi, qualche idea ce l’avrei così come penso ce l’abbia chi prende in mano questo libro e ripercorre gli ultimi momenti delle bambine, ragazze, adulte e anziane descritte.

Con piglio giornalistico affronta gli omicidi con un punto di vista quasi sempre obiettivo; analizza gli ultimi movimenti delle vittime e spiega in modo semplice come sono state condotte le indagini. Il quadro che emerge è sconsolante: vuoi per negligenza, vuoi per incuria molti elementi utili all’indagine si perdono nelle prime ore. Complici anche la mentalità bigotta dell’epoca e l’ignoranza dei contadini. Ma questo è anche ovvio, se così vogliamo definirlo. Solo da pochi decenni ci sono tecniche di indagine che permettono analisi più strutturate. Molti casi potrebbero essere riaperti, ma molti sono datati e c’è la prescrizione, e gli oggetti probatori vengono distrutti. 

L’intento dell’autore è allora dare voce a queste vittime di cui non si conoscerà mai il colpevole, perché possano parlare a noi lettori in modo schietto e rivivere nella mente.

Una scrittura semplice, con qualche errore di troppo. Rimane l’amaro in bocca per le modalità di uccisione descritte. Penso che in ogni caso sia utile leggerlo e conservarlo in bella vista in biblioteca: siamo assuefatti dalle notizie da telegiornale e, femminicidio più o meno, molte volte non prestiamo la giusta attenzione. Qui la scripta manent. Pensate cosa risulterebbe se scrivessero di ogni vittima dagli anni Quaranta ad adesso.


Una sola parola: terrificante.

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Giuseppe Folchini 


è nato a Milano dove è cresciuto tra la nebbia e i gialli di Scerbanenco. Inizia quasi per caso, per pagarsi l’università, a fare il cronista di nera. Per lavoro si occupa di comunicazione aziendale e ha vissuto qualche anno tra gli USA e il Canada deve ha l’opportunità di collaborare con il criminologo George B. Palermo per una trasmissione di ICN Radio, emittente radiofonica di lingua italiana. Una volta rientrato definitivamente in Italia prosegue con collaborazioni giornalistiche di approfondimento true crime.