Il tailleur grigio




Recensione di Marina Morassut


Autore: Andrea Camilleri

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa

Pagine:  141

Anno di pubblicazione: 2008

Sinossi. Nel corso della sua lunga, irreprensibile carriera di alto funzionario di banca e di marito devoto, il protagonista di questo romanzo ha ricevuto tre lettere anonime. Le prime due sono vecchie di decenni, l’ultima è recente e insinua dubbi sulla fedeltà della sua giovane e bellissima seconda moglie, Adele, una splendida e irresistibile femme fatale, una donna dotata in pari misura di ferina sensualità e di un gusto sobrio e deciso in tutto, anche nel vestire. Nessuno si stupisce, dunque, che in alcune particolari circostanze ami indossare un castigato tailleur grigio. Ma questo vestito assume un profondo significato simbolico. Un significato che forse sarebbe molto meglio non conoscere mai…

Recensione. Thriller familiare? Noir crepuscolare? O “semplice” narrativa dai tempi dilatati come solo i francesi sono capaci di produrre, senza scadere nella noia, raccontandoci di una dark lady? A mio avviso una summa dei tre, con un pensare e riflettere in un misto tra italiano e dialetto siciliano, alla Camilleri, se m’intendete!, che cattura come il solito e che più che leggere un romanzo, ti trascina a teatro per una rappresentazione al fulmicotone.

Il protagonista, di cui non conosceremo mai il nome, inizia a raccontarsi nel suo primo giorno di pensione dopo quarant’anni di onorata e prestigiosa carriera come alto funzionario di banca. Una carriera guadagnata con la propria intelligenza e conoscenza delle cose e della realtà che lo ha sempre circondato, finanche della mafia.  L’unico suo gesto forse sconsiderato, è stato sposare in seconde nozze una donna bellissima di una ventina d’anni più giovane di lui, dopo la morte della moglie che lo aveva lasciato con un figlio.

Nella sua vita lavorativa, prosegue nel racconto il protagonista, tre lettere minatorie ed anonime, anche se a volerle leggere bene un mittente  l’hanno sempre avuto. Due lettere all’inizio della sua carriera, oramai una trentina d’anni fa, che anzi, sono state il motore che ha dato la spinta propulsiva alla sua scalata in banca.

La terza dopo tre anni che era sposato con la bellissima seconda moglie, Adele:

“Lo sai che hai più corna tu di un crasto? Spia alla tua signora che faceva aieri doppopranzo alle cinco al Motel Regina”. “E lui glielo aveva spiato a sua mogliere la sera stessa, mentre cenavano… Sono uscita e ho trascorso tutto il pomeriggio con Gianna”, l’amica del cuore. E invece, che capriole…!, ma con stile, perché se le altre signore della buona società sapessero, verrebbe isolata e non sarebbe più la regina dei salotti bene della città.

Una serie di abitudini consolidate in quarant’anni di proficuo e importante lavoro bancario per lui ed altrettante attività di beneficienza per lei, insieme ad un’iniziale vita sessuale molto acrobatica e smaniosa per entrambi, unitamente ad una vita ricca sia in termini economici che di incontri, anche se è Adele la più portata per mantenere le relazioni di società.

Ma solo quando arriva alla pensione, oramai al crepuscolo della sua vita, il nostro protagonista inizierà a rendersi conto dei movimenti e degli amanti della moglie, di cui sotto sotto è sempre stato al corrente. Solo che ora, con tutto il tempo che ha a disposizione, inizia a fare i conti con queste “attività” della moglie.

E la rimarchevole differenza d’età ora si fa sentire più feroce che mai, soprattutto per gli intrallazzi della tenera ma fredda e calcolatrice moglie, che sembrano circondare il marito, che anzi lo accerchiano con allarmanti doppi fini. Ora il nipote di una sua amica che ospitano in casa propria e che è palesemente il nuovo amante della stupenda ed algida Adele, e che sembra come se stesse aspettando qualcosa, pur essendo sempre compitamente educato e gentile. Oppure l’improvvisa offerta di lavoro fattagli da persone losche, e forse orchestrata proprio dalla moglie…

In un’atmosfera sempre più morbosa ed inquietante che lascia il lettore  via via più a disagio, con personaggi intriganti ed al contempo dalle molte sfaccettature, non tutte chiare nello svolgimento del romanzo, Camilleri confeziona una storia che è difficile, come dicevamo all’inizio, far rientrare in un unico genere, pur se verrebbe da definirlo un signor noir.

E l’ansia che cresce arriva fino al culmine, quando il nostro bancario, a seguito di una faccenda personale che non sveleremo certo qui, vede la sua cara, dolce e fredda Adele nuovamente con il suo tailleur grigio, mentre la tensione svapora all’improvviso ed il lettore, al pari del protagonista, spalanca gli occhi per la sorpresa finale.

A cura di Marina Morassut

libroperamico.blogspot.it

Andrea Camilleri


Nato a Porto Empedocle (Agrigento), Andrea Camilleri ha vissuto per anni a Roma. Dal 1939 al 1943, dopo un periodo in un collegio da cui viene espulso, studia ad Agrigento al Liceo Classico Empedocle dove ottiene la maturità classica senza dover sostenere l’esame a causa dell’imminente sbarco degli alleati in Sicilia. A giugno inizia, come ricorda lo scrittore, “una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura”.  S’iscrive all’Università (Facoltà di lettere) ma non si laureerà mai. Si iscrive anche al Partito Comunista. Inizia a pubblicare racconti e poesie e vince il Premio St Vincent. Dal 1948 al 1950 studia regia all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e inizia la sua attività di sceneggiatore e regista. Perde un concorso per diventare funzionario Rai, ma dopo qualche anno inizia a lavorarvi. Nel 1958 porta in Italia il teatro dell’assurdo di Beckett con Finale di partita, prima al teatro dei Satiri di Roma e poi in televisione con Adolfo Celi e Renato Rascel. Insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Molte le produzioni Rai di cui si occupa, particolarmente famosi gli sceneggiati del tenente Sheridan con Ubaldo Lay e “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi. Nel 1977 ottiene la cattedra di Istituzioni di Regia all’Accademia di Arte Drammatica. La manterrà per vent’anni. L’esordio in narrativa è del 1978 con Il corso delle cose pubblicato da un editore a pagamento ed è un insuccesso. Nell’80 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, il primo romanzo ambientato nell’immaginario paese di Vigàta e con questo romanzo vince il Premio Gela. Per 12 anni non escono più suoi romanzi. Nel 1992 pubblica per Sellerio La stagione della caccia. Nel 1994 con La forma dell’acqua dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso. Alla fine del 2002, accetta la nomina a direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto. Nell’aprile 2003, in onore a Camilleri, il comune di Porto Empedocle assume come secondo nome «Vigàta». Il 4 settembre 2008 vince il premio de Novela Negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo La muerte de Amalia Sacerdote pubblicato in Spagna nell’ottobre 2008 ed in Italia nel 2009 con il titolo La rizzagliata. Tra i premi che gli sono stati conferiti ricordiamo il Premio Campiello 2011 alla Carriera e il Premio Chandler 2011 alla Carriera. Tra le sue opere più recenti che non hanno come protagonista il commissario Montalbano: Il diavolo, certamente (2012), Dentro il labirinto (2012), Il tuttomio (2013), La rivoluzione della luna (2013), Come la penso (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Segnali di fumo (Utet 2014), Il cielo rubato. Dossier Renoir (Skira 2014), Andrea Camilleri incontra Manuel Vázquez Montalbán (Skira 2014), La relazione (Mondadori 2015), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (Sellerio 2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (Sellerio 2015) Topiopì(Mondadori 2016), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (Sellerio 2016), La mossa del cavallo (Sellerio 2017), La rete di protezione (Sellerio 2017), La targa (Rizzoli 2017), Esercizi di memoria (Rizzoli 2017). Tra il 2018 e il 2019 insieme ai romanzi della serie dedicata al commissario Montalbano, Il metodo Catalanotti e Il cuoco dell’Alcyon, (Sellerio) vengono pubblicati da Mondadori i suoi racconti gialli, Km 123, e da Salani i racconti illustrati con protagonisti gli animali, I tacchini non ringraziano, la pièce teatrale Conversazione su Tiresia (Sellerio) e i racconti dedicati alla sua casa di campagna a Porto Empedocle, La casina di campagna, del piccolo editore siciliano Henry Beyle. Andrea Camilleri si è spento il 17 luglio 2019 all’età di 93 anni, dopo aver pubblicato più di cento libri, romanzi, saggi, opere teatrali, fumetti, poesie e dopo aver inventato un nuovo linguaggio, misto di italiano e siciliano. Nel 2003 è stato insignito, su iniziativa del Presidente della Repubblica, dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

 

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