Il talento degli scomparsi




CLAUDIO BISIO


Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa

Pagine: 288

Anno edizione: 2024


Sinossi. Marco è un noto attore milanese sul viale del tramonto. I film in cui recitava vincevano Oscar, adesso interpreta “prestigiosi” ruoli da defunto in pellicole di serie B. E quando non è sdraiato in una bara ad aspettare il ciak, gli restano lunghe e solitarie passeggiate infarcite di ricordi. L’unico tocco di brio alla sua esistenza arriva da Luciana, la “sadomasomasterchef” a cui piacciono i giochi sessuali a base di senape in grani. Mirko è un ragazzo stralunato della provincia di Lecce. Approdato a Roma in cerca di fortuna, gli è bastato mettere il suo nome su un cartellone pubblicitario per diventare una star. Ora però nemmeno lui si capacita delle ragioni di un simile successo: gli sembra che la realtà in cui è immerso sia un copione dell’assurdo scritto da una mano invisibile. Marco vorrebbe scomparire, Mirko vuole apparire. Il primo viene dal Nord, il secondo è un figlio del Sud. Uno ha una certa età e una buona dose di rimpianti, l’altro ha il futuro davanti e una celebrità che è incapace di gestire. I loro destini si sfiorano più volte fino a incrociarsi in un crescendo di situazioni spassose e deliranti: dagli sproloqui dello sgangherato agente Nando, che li rappresenta entrambi, al flirt in comune con la misteriosa Lara, passando per una banda di fratelli gelosi con licenza di uccidere. Infine, un bizzarro testamento spariglierà le carte e porterà a galla alcuni segreti del passato. Comico e dissacrante. Ma anche introspettivo e visionario. Spaziando con felice leggerezza da un registro all’altro, Claudio Bisio ci regala un romanzo ricco di lucidissima follia, con un finale a sorpresa che farà venir voglia di rileggerlo tutto da capo.

 Recensione di Cinzia Passaro


Il talento degli scomparsi” di Claudio Bisio è un romanzo che unisce umorismo e introspezione, esplorando temi come la ricerca dell’identità e il valore delle relazioni umane. 

Nel romanzo si alternano nei capitoli le vicende dei due protagonisti Marco e Mirko, due personaggi che presentano sia differenze che analogie.

Marco, attore famoso la cui carriera è decisamente in fase calante, attraverso incontri e situazioni surreali, si confronta con il concetto di “scomparsa”, non solo in senso fisico, ma anche metaforico, riflettendo su ciò che significa perdersi e ritrovarsi.

Spesso più riflessivo e introspettivo, si confronta con le sue insicurezze e cerca un significato nella propria vita. La sua vulnerabilità lo rende un personaggio profondo. È in una fase di ricerca personale e si sente smarrito. La sua missione è quella di scoprire chi è e quale sia il suo posto nel mondo.

Mirko, giovane attore esordiente alla ricerca di notorietà in un modo alquanto fantasioso, è generalmente più estroverso e spensierato. La sua natura vivace e il suo approccio alla vita lo portano a vivere situazioni più leggere e comiche.

Le sue relazioni sono più complesse e cariche di significato. É spesso in cerca di connessioni autentiche.

È più pragmatico e cerca di divertirsi, vivendo il momento piuttosto che riflettere profondamente sul futuro.

Le sue interazioni tendono ad essere più superficiali, focalizzandosi sul divertimento piuttosto che sulla profondità emotiva.

Sebbene i loro approcci siano diversi, entrambi i personaggi sono in un certo senso in cerca di identità. Marco in modo più diretto e profondo, mentre Mirko lo fa attraverso l’esperienza e il divertimento.

Entrambi affrontano le difficoltà della vita, sebbene in modi diversi. Marco può avere momenti di crisi più accentuati, mentre Mirko affronta le sfide con un atteggiamento più ottimista e spensierato.

Marco e Mirko rappresentano due facce della stessa medaglia: uno è più riflessivo e profondo, mentre l’altro è vivace e spensierato. Le loro differenze e analogie contribuiscono a creare una dinamica interessante e arricchente all’interno della narrazione.

Il romanzo offre anche un’osservazione acuta della società contemporanea, con una critica sottile alle dinamiche relazionali e ai valori che spesso vengono trascurati. In definitiva, “Il talento degli scomparsi” è un’opera che invita a riflettere, divertendo e intrattenendo con lo stile inconfondibile di Bisio. 

Al lettore non mancherà di leggere con la voce di Bisio nella testa.

Nel romanzo “Il talento degli scomparsi” il sogno di essere famoso e amato è un tema ricorrente che si manifesta in vari modi attraverso i personaggi e le situazioni. Ecco alcuni elementi che evidenziano questo aspetto:

I personaggi esprimono un desiderio di essere notati e riconosciuti per le loro capacità o per la loro unicità. Questo riflette una ricerca di approvazione sociale che è comune nella vita contemporanea.

Attraverso eventi surreali e comici, Bisio mette in luce le aspirazioni dei personaggi verso la fama, mostrando quanto possa essere ridicolo o insensato questo sogno. Le situazioni esagerate servono a sottolineare le pressioni e le aspettative della società.

Il romanzo evidenzia il divario tra il sogno di fama e la realtà. I personaggi si trovano spesso a dover affrontare la delusione e la frustrazione legate a questo desiderio, rivelando le difficoltà legate al raggiungimento della notorietà.

L’autore utilizza il tema della fama per offrire una critica sottile alla cultura contemporanea, che spesso idolatra la celebrità e il successo superficiale. Questo porta i lettori a riflettere sull’autenticità delle relazioni e sul significato reale della fama.

Durante il corso della narrazione, i personaggi si confrontano con il loro sogno di fama, spesso arrivando a capire che la vera felicità e realizzazione personale possono derivare da relazioni significative e non dalla notorietà.

Uno dei difetti del romanzo è un ritmo narrativo che può risultare altalenante. Alcuni passaggi si sviluppano lentamente, portando a momenti di stasi che possono risultare noiosi per il lettore. Questo può interrompere il coinvolgimento e la fluidità della lettura.

Pur essendo i personaggi principali ben caratterizzati, alcuni personaggi secondari appaiono meno approfonditi e stereotipati. Questa mancanza di approfondimento può farli sembrare funzionali alla trama, ma poco memorabili o significativi.

Sebbene le situazioni surreali contribuiscano all’umorismo del romanzo, alcune di esse possono risultare ripetitive e prevedibili. Questo può far perdere un po’ di freschezza alla narrazione, rendendo certe dinamiche meno sorprendenti.

A volte, il romanzo tende a ripetere i suoi messaggi in modo eccessivo, rischiando di apparire didascalico. Questo può far sentire i lettori come se fossero guidati attraverso le tematiche, piuttosto che scoprirle in modo organico.

Mentre l’umorismo è una caratteristica distintiva dello stile di Bisio, non tutte le battute o le situazioni comiche riescono a colpire nel segno. Alcuni momenti possono risultare forzati o poco originali, diminuendo l’impatto comico complessivo.

In sintesi, “Il talento degli scomparsi” di Claudio Bisio presenta alcune debolezze, come un ritmo narrativo altalenante e lo sviluppo superficiale di alcuni personaggi. 

Tuttavia, queste problematiche non annullano il valore del romanzo, che offre comunque momenti di riflessione e divertimento. La capacità di Bisio di mescolare umorismo e introspezione rimane un punto forte, ma alcuni lettori potrebbero trovare difficoltà a mantenere l’interesse durante i passaggi meno riusciti.

Acquista su Amazon.it: 

Claudio Bisio


Attore italiano. Studia recitazione alla Civica scuola d’arte drammatica di Milano e comincia a lavorare nel cabaret con monologhi di cui è spesso autore. La sua notorietà cinematografica deriva dalla collaborazione con G. Salvatores, per il quale recita in diversi film, da Sogno di una notte d’estate (1983) a Nirvana (1997) passando per Mediterraneo (1991), Oscar come miglior film straniero, e Sud (1993). Dotato di un temperamento esuberante con una spiccata tendenza a «sovradosare» l’interpretazione, dà il meglio di sé quando è incanalato in sceneggiature e regie rigorose. Fra gli altri suoi film: Bonus Malus (1993) di V. Zagarrio, La tregua (1997) di F. Rosi, tratto dall’omonimo romanzo di P. Levi, e Asini (1999) di A.L. Grimaldi, di cui è cosceneggiatore. Fornisce buone prove come protagonista in La cura del gorilla (2006) di C. Sigon e Amore, bugie e calcetto (2008) di L. Lucini ed è nel cast di Natale a New York (2006) di N. Parenti e Manuale d’amore 2 (Capitoli successivi) (2007) di G. Veronesi. Doppia vari film d’animazione, tra cui il politicamente scorretto Terkel in Trouble (2006) di S. Fjeldmark, T. Christoffersen e K. Vestbjerg Andersen, Atlantis – L’impero perduto (2001) di G. Trousdale e K. Wise e L’era glaciale (2002) di C. Wedge e C. Saldanha, continuando a rinnovare periodicamente gli impegni teatrali. Nel 2008 fornisce la sua prova più convincente in Si può fare di G. Manfredonia, dove interpreta un ex sindacalista che dirige con passione una cooperativa di malati psichici negli anni immediatamente successivi all’approvazione della legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi.
Nel 2024 esce per Feltrinelli il romanzo Il talento degli scomparsi.