Il trattamento del silenzio
di Gian Andrea Cerone
Guanda 2023
Thriller, pag.592
Sinossi. Dopo il romanzo d’esordio Le notti senza sonno, Gian Andrea Cerone torna in libreria con una nuova sfida per il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno che, insieme agli uomini e alle donne dell’Unità di Analisi del Crimine Violento, affrontano in una Milano fradicia di pioggia e di corruzione, un crescendo serrato di violenza. Pagina dopo pagina si delinea un vortice di inganni e colpi di scena che, fino all’ultima riga, non lascia spazio a una salvifica verità alla quale aggrapparsi.
«La scrittura di Cerone riesce nell’intento, che è proprio dei grandi thriller: quello di saper incollare il lettore alla pagina, in un gioco sospeso di equilibri, fatto di attese, sorprese, colpi di scena, per farlo avvicinare alla verità che sembra farsi sempre più lontana riga dopo riga, in un’attesa trepidante in cui si finisce quasi per percepire “quello strano formicolio dietro alla nuca” che prende all’improvviso il commissario Mandelli quando “i particolari si vanno definendo e il barlume di una folle idea inizia a farsi strada”.» – Lella Baratelli per Maremosso
C’è più ombra che luce a Milano nel mese di novembre. Non sono giorni facili per le donne e gli uomini della UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, che saranno travolti da otto incredibili giornate intrise di violenza e sangue. Cosa lega i cadaveri, orribilmente seviziati, di due noti collezionisti d’arte alla sparizione di un libro antico che custodisce un ancestrale segreto? Quale insano istinto scatena proprio ora la follia di un maniaco tra i corridoi universitari alla ricerca di giovani prede femminili? Le vicende personali del pacato commissario Mandelli e quelle del bell’ispettore Casalegno si intrecciano alle trame serrate della caccia a cui partecipano tutti i protagonisti della squadra, aiutati per l’occasione da un’affascinante ed energica poliziotta valtellinese e da un solido e saggio maggiore dei carabinieri proveniente dalla Costiera Amalfitana, in un’alluvione di furore assassino in cui il Male sembra sommergere gli stessi investigatori.
Recensione di Sabrina De Bastiani
“(…) Non c’è mai soltanto un primo e solo responsabile per questo genere di delitti. Il male lascia sempre
un’eredità di dolore, che a sua volta ne genera altro. A noi spesso capita di arrestare soltanto l’ultimo dei
colpevoli. È il nostro lavoro. Non è quasi mai bello o giusto. Ma ci tocca farlo.»
Se “Le notti senza sonno”, romanzo d’esordio di Gian Andrea Cerone e primo della serie incentrata sulle indagini della squadra investigativa dell’Unità di Analisi del Crimine Violento di Milano, ha immediatamente catturato l’interesse del pubblico, che ne ha decretato il meritatissimo successo e convinto anche i palati più raffinati, “Il trattamento del silenzio”, elettrizzante e fresco di uscita per i tipi di Guanda, si candida non solo a bissare il riscontro del precedente, ma a superarlo, così come si è davvero superato Cerone nel confezionare un romanzo a tutto tondo e nello scriverlo molto, ma molto, bene, riuscendo a essere lirico e al contempo diretto, efficace nella scelta di ogni termine, mai calante nel ritmo.
Ogni registro espressivo, dall’ironia al dolore, dalla narrazione dei sentimenti più alti ai più turpi, trova espressione nell’alta cifra stilistica dell’Autore.
Un romanzo, dunque, ricco di contenuti, di umanità, di pathos, saldamente contemporaneo, sapientemente thriller, ma capace di coniugare il quotidiano con l’aberrazione, in un equilibrio raro.
L’odore di sangue rappreso e di decomposizione aleggia nella stanza. È un tanfo che Mandelli ha sentito centinaia di volte sui luoghi del delitto ma a cui non si è mai veramente abituato. È un afrore colloso, che ti resta attaccato alla pelle e il cui ricordo ti accompagna per giorni. Un profumo di morte che non se ne va neppure quando il caso viene finalmente chiuso e seppellito nell’oscura profondità di un archivio.
Mandelli la chiama la persistenza del perdurante dolore.
Una ostinazione olfattiva che, come il ricordo dei volti delle vittime, svanisce solamente con l’andare del tempo.
E talvolta mai.
E’ una storia che si fa più storie, quella de “Il trattamento del silenzio”.
Si apre e si chiude nell’arco di sei tesissimi giorni, scanditi da sezioni e capitoli incalzanti come lo scandire di un metronomo.
Invischia il lettore come cemento a presa rapida, e a nulla vale, come solvente, la pioggia battente che percorre la rappresentazione di questo novembre milanese: anziché sciogliere grumi e nodi, avviluppa, magnifica tela di ragno fatta di gocce, a una Milano che Cerone rende viva e fa sì che la si viva nelle sue pagine.
“Il cielo sopra il centro di Milano ha assunto un colore meno cupo, screziato da una sottile e vaporosa sfumatura ocra che sorregge miracolosamente una striscia di pesanti nuvole grigie.
Il tram della linea 1 sferraglia accanto a loro e risale a passo lento via Manzoni, incurante degli
scooteristi che a rischio della vita lo superano sfrecciando sui masselli bagnati.
Il traffico di piazza Cavour è più intenso di prima, un concerto indistinto di clacson, motori, voci
e vibrazioni. Il canto diurno di Milano.”
Ritrovare i protagonisti. già così calibrati e ben assortiti, de “Le notti senza sonno”, il commissario Mandelli, l’ispettore Casalegno, il vicequestore Pinducciu, l’agente scelto Marica Ambrosio, per non dire dei comprimari, è allo stesso tempo familiare e del tutto nuovo. Sono figure ben definite, ma, come detto per la descrizione della città, vive e dunque in mutazione. Cerone sensibilmente ne coglie e ne restituisce i cambiamenti, le fragilità, gli affetti, gli abbandoni, i nuovi punti di forza, con una sincerità che commuove e appaga, permettendo di riconoscersi in loro o di comprenderli nel profondo.
Allo stesso modo, innesti nell’organico, come il viceispettore Caterina Dei Cas, sono autentiche novità, ma al contempo familiari, come certe persone per noi importanti, conosciute da poco, ma che sembra ci siano sempre state.
Il confronto, poi, è cardine in queste pagine, e si biforca come le storie che lo attraversano.
Ciascun protagonista si interfaccia con i propri demoni personali nel privato e con demoni altrettanto sfuggenti, ma purtroppo ben più tangibili e concreti, nella vita pubblica
«Un altro dannato Stone22, Mario.»
«Ci puoi scommettere le chiappe» conferma Mandelli.
Nei primi anni Duemila, ispirandosi ai cerchi dell’Inferno di Dante, il professor Michael Stone della Columbia University aveva sviluppato una vera e propria «scala del male» per stabilire il livello di malvagità dei criminali. il ventiduesimo, quello attribuito ai torturatori e agli assassini psicopatici, era il più alto di tutti. Da quando erano rientrati da un corso di formazione negli Stati Uniti, Mandelli e Casalegno avevano preso l’abitudine di utilizzare tra loro quel codice per determinare la gravità di un caso. Oltre lo Stone22, però, c’era soltanto il baratro dell’orrore.
E sarà proprio un baratro di orrore, quello che dovrà attraversare la Squadra e nel quale il lettore si troverà immerso fin dal magistrale prologo.
Un male atavico e allo stesso tempo figlio dei tempi, un male che lascerà cicatrici fisiche, e non, a ciascuno di loro, e ciascuno di loro sarà chiamato a interrogativi etici e al senso di giustizia, laddove con il Male, maiuscolo, non ci si può permettere di sedere ad un tavolo e trattare.
E di certo Gian Andrea Cerone è Autore che non scende a compromessi e non fa sconti.
Meno che mai è scontato il suo condurci all’epilogo.
«Forse non te l’ho mai raccontato… ma mia nonna mi diceva sempre che per chi non smette di credere le vie del Signore sono infinite.»
Mandelli scuote la testa e alza un sopracciglio. «No, mai raccontato.»
Antonio lo guarda con affetto. «Perché non ci avevo mai creduto. Be’, la sai una cosa? Oggi ho scoperto che aveva ragione lei.»
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Gian Andrea Cerone
è uno scrittore savonese, milanese d’adozione. Ha una lunga esperienza nell’ambito della comunicazione, dell’editoria tradizionale, televisiva e digitale. Tra i numerosi incarichi svolti, è stato responsabile delle relazioni istituzionali presso il ministero dello Sviluppo Economico e presso EXPO 2015. Nel 2018 ha fondato la piattaforma editoriale di podcast Storielibere. Ha esordito nella narrativa con Le notti senza sonno (Guanda 2022), il primo romanzo della serie che vede in azione la squadra investigativa dell’Unità di Analisi del Crimine Violento di Milano.