Recensione di Francesca Giovannetti
Autore : Josephine W. Johnson
Traduttore : Stella Sacchini
Editore : Del Vecchio Editore
Pagine : 214
Genere : romanzo
Anno di pubblicazione : 1963
Anno di pubblicazione in Italia : 2015
Paul viene accolto nella casa dello zio Douglass in una fredda sera di febbraio. È un ragazzo strano, ha qualcosa che non va, per questo viene rifiutato da un padre aggressivo e brutale, che ha sempre preferito a lui il fratello morto in guerra; la madre, debole e succube del marito, non è riuscita a proteggerlo. Nella nuova casa Paul rinascerà nello spirito, nonostante l’ombra crudele del padre che incombe su di lui.
In questo delicato romanzo breve il protagonista principale è Paul. Affetto da una malattia mentale, il ragazzo è agitato e le sue emozioni, positive e negative, sono sempre all’eccesso. Schiacciato nel suo spirito da un padre-orco , si ritrova a casa dello zio quando ha toccato il punto più basso dell’eccesso della sua malattia. Paul quando è agitato arriva a perdere addirittura la vista.
La figura di Paul è descritta con delicatezza e compassione, la scrittrice si addentra nei meandri di una mente malata, innocua ma derisa e allontanata, un ragazzo “strano” in un’America rurale. Lo zio, con la moglie e i tre figli, lo accoglie in casa: la famiglia è impaurita, perplessa, a volte non si sente all’altezza di gestire Paul ma il sentimento che pervade la casa è l’amore, che vince sopra tutto.
Commuove soprattutto il comportamento del piccolo Christopher che ha cinque anni e non vede un ragazzo strano, vede solo il cugino. L’innocenza, la sofferenza , il dolore, la voglia di riscatto di Paul sono palpabili. Le sue parole, che ascoltiamo attraverso l’espediente di un diario, trafiggono il cuore “ lo sapevate che certe tribù credono che l’anima sia un omino che sta ritto nel bel mezzo del cranio?
Quando cade, moriamo, oppure diventiamo pazzi. Mi sa che la mia anima si sta afflosciando. Pende un po’ verso destra e a volte s’inclina in avanti e mi ficca i gomiti in fronte. Quando penso a mio padre, dimena le braccia e con i pugni mi colpisce le tempie.”
La caduta nelle tenebre, la lotta impari e infinita con i demoni interiori, i pregiudizi dettati dall’ignoranza verso una mente diversa e poi l’amore di una famiglia che accoglie, protegge e custodisce senza condizioni.
Un’autrice straordinaria ci ha donato pagine straordinarie. Un romanzo lieve e profondo, pacato e intenso, uno stile che arriva fin dentro l’animo con energia e poesia. Tradotto in Italia soltanto recentemente, “Il viaggiatore oscuro” è un capolavoro, un vero gioiello di letteratura.
Josephine Winslow Johnson
Nasce a Kirkwood, Missouri, nel 1910. Nel 1935, a soli venticinque anni vince il Premi Pulitzer con il romanzo Now in November. Continua a scrivere e con i suoi racconti vince più volte il premio O. Henry. Negli anni sessanta e settanta sfrutta la sua notorietà per dedicarsi con impegno alla causa ambientalista. Nel 1990 si spegne a causa di una polmonite. Il viaggiatore oscuro, pubblicato nel 1963, è stato il suo primo romanzo ad essere tradotto e pubblicato in Italia.