Sinossi.«Perché l’ha fatto?» Ce lo chiediamo spesso davanti a delitti particolarmente feroci, specie quando sono immotivati e dunque ci appaiono ancora più incomprensibili. L’istinto ci porta a credere che il male sia frutto della follia o di un raptus omicida, perché questo pensiero ci tranquillizza, ci allontana da un timore molto più profondo. E cioè che esistono persone malvagie. Invece, non tutto si può attribuire a una mente malata, a patologie della psiche o a una brusca perdita dell’autocontrollo. Anzi, ogni azione violenta, anche quella che sembra più improvvisa, è sempre la conseguenza di ciò che è andato costruendosi nel tempo. Ce lo dimostra Stefano Nazzi in questa raccolta di storie inquietanti. Con una prosa serrata e coinvolgente, ci racconta le vicende di dieci persone che hanno fatto il male e ben lo rappresentano: uomini e donne di età diverse, che in Italia si sono resi colpevoli di delitti efferati, spesso con moventi inesistenti. Dai più noti, come Nicola Sapone delle Bestie di Satana o Luigi Chiatti, il Mostro di Foligno, a nomi meno conosciuti, come il serial killer Gianfranco Stevanin, il «Cherubino nero» Roberto Succo o, ancora, le tre ragazze che a Chiavenna uccisero senza motivo una suora. Nazzi ci racconta com’erano e come sono diventati dei «mostri», spesso senza che nessuno intorno a loro sospettasse quello che stava accadendo. E ci racconta anche ciò che è successo dopo: qualcuno ha continuato a uccidere, altri hanno voluto scomparire; c’è chi ancora non si è reso pienamente conto del dolore che ha provocato e chi continua a proclamarsi innocente. Nessuno può sapere da dove nasca il male, o perché questi assassini abbiano fatto ciò che hanno fatto. Quel che è certo, è che il male è come un sasso lanciato in uno stagno: si allarga in cerchi concentrici, causando dolore alla vittima e a tutti quelli attorno a lei. Ma, a differenza di quelli nell’acqua, «i cerchi del male non spariscono dopo pochi secondi. Durano a lungo, a volte per sempre».
IL VOLTO DEL MALE
di Stefano Nazzi
Mondadori 2023
Biografie, pag.192
Il volto del male
A cura di Ilaria Bagnati
Recensione di Ilaria Bagnati
Quante volte vi siete chiesti: da dove nasce il male?
Perché si commettono certi atti criminosi?
Non è facile rispondere, alcuni studiosi fanno risalire il male al 《fattore D》, ossia il fattore Dark, il lato oscuro, quello che ti fa credere di poter essere sopra tutto e tutti e di poter decidere delle sorti altrui.
Molto spesso si dà la colpa al raptus, si uccide perché si è vittima di un raptus ma siamo noi autori delle nostre azioni e non le subiamo passivamente. Sicuramente non è facile fornire una risposta certa, anzi praticamente impossibile e neanche Nazzi, in questo libro, vuole fornirla.
L’autore ci racconta dieci storie di assassini italiani, uomini e donne, giovani e meno giovani che hanno fatto del male, molto male alle loro vittime e a chi li amava.
Sono storie note e meno note, di alcuni ancora si parla come Angelo Izzo, Bilancia e altri sono ormai quasi dimenticati come Roberto Succo e Gianfranco Stevanin. Alcuni hanno agito in solitaria come Luigi Chiatti, altri come Nicola Sapone, leader delle Bestie di Satana, hanno agito in gruppo.
Nazzi ci mostra come i killer erano prima degli omicidi e come sono diventati dopo, se si sono pentiti o se non hanno mostrato alcun segno di pentimento. Ci mostra i moventi, la scelta delle vittime, alcuni sono “killer seriali”, altri hanno concentrato la loro malvagità in un solo atto efferato.
Nazzi ci racconta questi casi in maniera coinvolgente, diretta, senza però approfondire i dettagli più cruenti nel pieno rispetto delle vittime.
Il volto del male è certamente un libro che gli amanti del true crime apprezzeranno molto.
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Stefano Nazzi
giornalista, ha lavorato per alcune importanti testate nazionali. Si è sempre occupato di cronaca, seguendo i casi più conosciuti e di maggiore risonanza, ma anche vicende meno note. Oggi racconta la cronaca e l’attualità per «il Post». È ideatore e autore di Indagini, ai primi posti delle classifiche dei podcast.