Recensione di Amanda Airola
Autore: Colette Shammah
Editore: La Nave di Teseo
Pagine: 219
Genere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2018
Devo iniziare confessandovi di aver amato moltissimo questo romanzo, quindi perdonatemi se il mio giudizio sarà leggermente di parte.
Un romanzo difficile da etichettare, non è un’autobiografia e tanto meno una biografia, come la stessa autrice ci tiene a sottolineare. Non appartiene al genere dei romanzi epistolari, eppure in parecchi punti assume i tratti di una lettera. Una lettera da una figlia a una madre. Una lettera piena di significati e di pensieri che spesso in questo tipo di legame vengono taciuti.
La storia narra le vicende di Sophie, una bambina nata ad Aleppo, in Siria, che nel 1938 viene mandata a studiare in Francia. Sophie fin dall’infanzia si dimostra tenace e combattiva;crescendo diventerà una di quelle donne di ferro, che non si abbassa al volere di nessun altro.
Disposta a tutto pur di trovare il suo posto nel mondo. Un posto davvero difficile da trovare, se per il mondo tu prima di tutto non sei altro che un’ebrea. Il trasferimento in Francia, già difficile di per sé, viene interrotto dalla temibile ombra oscura del secondo conflitto mondiale. E una Sophie adolescente non riesce ancora a comprendere la connotazione negativa che l’essere ebrea ha in quel periodo storico.
Quando anni dopo, tornata in Siria, è costretta a fuggire di nuovo, per il malcontento che la nascita di Israele ha creato nella comunità araba, sarà ormai pronta a raccogliere la sfida di una nuova fuga con rinnovata forza e coraggio.
Il racconto si apre con una sorta di lettera di addio che la figlia Esther scrive alla madre, confessandole il dolore e lo sconcerto per la sua morte. Il libro poi prende un ritmo narrativo più tipico di un romanzo, che viene però, di tanto in tanto, interrotto da stralci di pensieri che Esther sente il bisogno di confidare a una madre ormai lontana.
Nel finale, a tutte e quattro le figlie di Sophie, viene concesso il tempo di salutare a loro modo la madre. Rivelando così le varie sfaccettature di una protagonista che ormai avremo imparato ad amare. Facendoci scoprire che molto spesso ciò che un genitore avrebbe voluto trasmettere è arrivato a ogni figlio in maniera un po’ differente. Questa parte, a me la più cara, rende davvero l’idea della complessità di un animo umano.
Un romanzo breve, ma colmo di significati. Un libro che non può mancare in nessuna casa e una storia che merita di restare in ogni cuore.
Un romanzo d’esordio davvero magnifico.
Che lascia un solo interrogativo: a quando il prossimo libro?
Colette Shammah
Colette Shammah è nata e vive a Milano. Dall’età di quindicianni scrive lettere per se stessa che nessuno ha mai letto. Dopo una laurea in Lettere a indirizzo psicopedagogico, ha lavorato nel campo dell’editoria. In seguito ha recitato per anni in teatro e in tv. Ha seguito diversi corsi sul metodo Feuerstein. Negli anni successivi ha conseguito un master in Mediazione familiare sistemica e ha lavorato a lungo come mediatrice. “In compagnia della tua assenza” è il suo primo romanzo.