Indian Napoli




AL GALLO


Editore: Mursia

Collana: Giungla Gialla

Genere: Thriller

Pagine: 230

Anno edizione: 2025


Sinossi. Il rione Moro sembra un’oasi pacifica, grazie alla pax imposta dal clan Gentile. Quando un metronotte si schianta nel quartiere, l’ispettore Romano e il vice Ajello accorrono. Forse è stato solo un incidente, ma incontrando il superiore del vigilante, l’ex collega Peppe Del Gaudio, in realtà testa di legno dei Gentile, scoprono una pista che conduce alla vedova del defunto, impiegata della banca dove sta per concludersi un affare milionario… in contanti! Diversi per indole, e alle prese con i propri insoluti, i due poliziotti si destreggiano alla meglio in una Napoli, anzi Indian Napoli, cinica e violenta tra tribù camorriste pronte a scannarsi per rimarcare la propria egemonia.

 Recensione

di

Giusy Ranzini


Un noir partenopeo che vibra di tensione e umanità in un microcosmo camorristico

“Indian Napoli” di Al Gallo è un noir vivido e graffiante, un affresco moderno e disilluso della Napoli più cruda e viscerale, sospesa tra l’illusione della normalità e la tensione latente del sottobosco criminale.

Un romanzo che sa essere insieme poliziesco, racconto sociale e ritratto antropologico di una città che, come dice il titolo, diventa quasi una riserva indiana, una giungla urbana in cui bande tribali si spartiscono territori, imposizioni e alleanze.

Il rione Moro è il centro di questo mondo, un quartiere apparentemente tranquillo, ma sotto il controllo di ferro del clan Gentile. Una calma apparente, una “pax” camorrista imposta più per interesse che per benevolenza.

Quando un metronotte muore in un incidente misterioso proprio lì, l’indagine viene affidata all’ispettore Romano e al suo vice Ajello. Da qui parte una spirale di scoperte, mezze verità e intuizioni che porta i due poliziotti in un labirinto di connivenze, ricatti e silenzi omertosi.

Il ritmo è serrato, ma mai gratuito. La scrittura di Al Gallo è tagliente, asciutta, precisa, con dialoghi credibili, a tratti spietati, capaci di restituire, in pieno, l’umore e l’ambiente.

I protagonisti sono ben costruiti, mai stereotipati.

Romano è il classico poliziotto che ha visto troppo per credere ancora nelle favole, ma ha ancora un residuo di coscienza che lo spinge a scavare, a capire. Ajello, il suo vice, è più impulsivo, giovane, idealista, ma anche lui segna il passo di una generazione che prova a sopravvivere a un sistema che divora anche i migliori.

Il rapporto tra i due si fa colonna portante della narrazione: non sono una coppia comica né eroica, ma due uomini feriti, in bilico tra cinismo e dovere, leali solo alla propria umanità. È questa ambiguità morale che rende Indian Napoli qualcosa di più di un semplice noir: è un’indagine anche sull’etica, sul senso dello Stato, sulla rassegnazione collettiva.

Notevole è la figura di Peppe Del Gaudio, il “superiore” del vigilante morto: ex collega dei protagonisti, ora marionetta del clan Gentile, simbolo vivente di quanto il confine tra legalità e criminalità sia labile, quasi invisibile, in certi contesti. La sua figura introduce un elemento di disillusione e di tensione drammatica che permea tutto il romanzo.

E poi c’è la vedova, misteriosa e fredda, coinvolta senza volerlo (forse) in un giro milionario di contanti che passa per una banca. È il nodo attorno al quale si stringono le trame parallele del romanzo, tutte convergenti verso una resa dei conti inevitabile.

Al Gallo non si limita a raccontare una storia: costruisce un mondo. La Napoli che descrive è “Indian” perché è una terra di frontiera, dove lo Stato è solo una comparsa e la legge è imposta da codici tribali.

Eppure non c’è mai compiacimento nel tratteggio della violenza o nel degrado. Piuttosto, emerge una compassione lucida, mai retorica, per una città che resiste, che si arrangia, che continua a vivere anche dentro la sua malattia.

In conclusione, Indian Napoli è un romanzo che colpisce e rimane. Perché ha la forza di un thriller, l’intelligenza di una denuncia sociale e il cuore – ferito ma pulsante – di una città che non smette mai di raccontarsi.

Un’opera potente, consigliatissima agli amanti del noir italiano e a chiunque voglia leggere un libro che affronta la realtà senza filtri, ma con uno stile narrativo maturo, elegante e coinvolgente.

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Al Gallo


Al Gallo vive a Napoli. Ai libri – il primo amore – affianca la stesura di soggetti cinematografici.